LA NASA STUDIERA’ GLI UFO

Se la notizia dell’istituzione di una commissione militare di studio sugli UFO/UAP da parte degli Stati Uniti  (l’AARO, All-domain Anomaly Resolution Office) ha rappresentato un passaggio epocale nella recente storia dell’ufologia, il coinvolgimento della National Aeronautics and Space Administration (NASA), forse il più importante organismo al mondo di studio scientifico della Terra e dello spazio, è qualcosa che va oltre, che apre davvero una nuova pagina per il modo di considerare gli UFO e il loro studio

Facendo un passo indietro, già la legge che, alla fine del 2021, dava il via alla costituzione di un organismo di studio degli UAP in seno al Ministero della Difesa statunitense segnalava la possibilità di coinvolgere, oltre alle risorse del Pentagono e dell’amministrazione americana, le altre agenzie governative in grado di fornire un aiuto alla ricerca.

Questa possibilità si è concretizzata nella primavera dello scorso anno con l’istituzione da parte della NASA di una commissione indipendente formata da 16 esperti di vari rami scientifici, alla quale venne affidato il compito di valutare dati, informazioni e metodologie a disposizione per affrontare lo studio degli UAP ed analizzare la possibilità e l’opportunità del coinvolgimento della NASA stessa.

Come noto, dopo circa un anno di lavoro, la commissione ha tenuto una sessione pubblica, trasmessa in diretta il 31 maggio 2023, durante la quale i vari esperti hanno espresso il loro punto di vista e si sono confrontati sulle strategie da mettere in atto.

Il passo successivo e conclusivo dei lavori di questa commissione è stato, ad agosto, la redazione di un documento finale di sintesi ed indirizzo nel quale sono stati espressi i motivi per i quali è stato ritenuto utile – se non fondamentale – l’apporto della NASA agli studi sugli UAP.

Pochi giorni dopo la pubblicazione del rapporto (reso disponibile al pubblico QUI secondo al linea di trasparenza che vuole caratterizzare tutti i passaggi di questo nuovo coinvolgimento “ufficiale”) è stato nominato un direttore del futuro progetto di studio NASA che si coordinerà con la commissione militare (denominata appunto “Commissione per la risoluzione delle anomalie in qualsiasi ambiente”).

È evidente l’importanza della discesa in campo della NASA in un ruolo diretto di ricerca in coordinamento con l’AARO, o forse addirittura come supervisore della commissione stessa. Si tratta infatti della più importante interazione tra il mondo della scienza e l’ufologia, forse più significativa dell’istituzione, nel 1977, del GEPAN (poi GEIPAN) in Francia, e dalle prospettive ben diverse rispetto allo studio dell’Università del Colorado (la “Commissione Condon”, 1968-1969) sui dati raccolti dal Project Blue Book.

Oggi infatti siamo di fronte a quello che viene presentato come un tentativo di studio su basi scientifiche, focalizzato a cercare la spiegazione degli avvistamenti UFO nella massima trasparenza e condivisione delle informazioni.

Come CISU stiamo da tempo seguendo i vari sviluppi che negli Stati Uniti lo studio ufologico ha avuto e sta avendo a livello di politica, governo, difesa e scienza, con articoli, conferenze e convegni fin dal 2019.
Proprio sul versante scientifico costituito dalla NASA,  a luglio abbiamo dedicato due conferenze rivolte ai nostri soci attraverso la piattaforma Zoom Meeting, per un totale di oltre 6 ore, durante i quali Fabrizio Massi ha presentato, sintetizzato e analizzato il workshop del 31 maggio della commissione indipendente istituita dalla NASA, alle quali è poi seguito  un terzo incontro di discussione tecnica e storica.

Un’altra serata, curata da Edoardo Russo lo scorso 6 settembre e poi pubblicata su YouTube, è stata invece dedicata  a riassumere e commentare l’udienza parlamentare tenutasi il 26 luglio circa le implicazioni  degli UAP sulla sicurezza nazionale e la trasparenza amministrativa presso l’apposita sottocommissione  della Camera dei Rappresentanti americana

Vista l’importanza di questi passaggi, rendiamo disponibile  la traduzione integrale in italiano del documento redatto dal gruppo di studio della NASA sugli UAP (Unidentified Anomalous Phenomena Independent Study Team) che ad oggi è probabilmente il più autorevole e significativo elaborato mai redatto sugli UFO e sulla possibilità di un loro studio scientifico.

 

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Nella foto in alto: i componenti del gruppo di studio della NASA che hanno partecipato al seminario pubblico del 26 luglio 2023
Nella foto in basso:la copertina del rapporto pubblicato il 31 agosto 2023

37° Convegno nazionale di ufologia del CISU «CAIPAN-2. Il presente e il futuro dell’ufologia» Sabato 26 novembre 2022

Come abbiamo già riportato, il 13 e 14 ottobre a Tolosa si è tenuta la seconda edizione del seminario CAIPAN (Collecte et Analyse des Informations sur les Phénomènes Aérospatiaux Non-identifiés), organizzato dal GEIPAN, il gruppo di studi sugli UAP del Centre National d’Etudes Spatiales (CNES).

La prima edizione si era svolta, sempre a Tolosa, nel 2014 ed aveva rappresentato un’importante occasione di coinvolgimento tra l’ufologia pubblica francese e il mondo dei ricercatori privati. Visto l’interesse per le relazioni presentate avevamo dedicato al tema il nostro 29° convegno nazionale intitolato “Dopo il CAIPAN 2014. Resoconto,  discussione e prospettive per l’ufologia scientifica” e svoltosi a Bologna, il 22 novembre 2014.

I testi di alcune relazioni e la presentazione dell’evento sono stati poi pubblicati sul n. 41 della nostra rivista UFO – Rivista di informazione ufologica

Dopo otto anni il GEIPAN ha deciso di replicare l’iniziativa con un incontro che ha visto la partecipazione di un centinaio di studiosi, esperti e inquirenti strettamente selezionati, per confrontare e discutere  su due aree tematiche specifiche:

– indagini su casi,  ritenute interessanti per le modalità di  spiegazione (conoscenze multidisciplinari,  utilizzo di conoscenze specifiche o di specifici strumenti di analisi);

– metodologie, approcci scientifici e competenze coinvolte nell’analisi dei fenomeni; metodologie e strumenti utilizzati e da sviluppare per l’analisi e la classificazione degli UAP.

Anche in questo caso il seminario ha rappresentato forse ciò che di meglio si può fare al giorno d’oggi in ufologia, con relazioni di ambito scientifico e di ottimo livello.

Ci è sembrato quindi giusto, ancora una volta, focalizzare sul seminario francese  il nostro convegno annuale, giunto quest’anno alla 37° edizione, per condividere i contenuti degli interventi più interessanti e coinvolgere i partecipanti nelle discussioni che questi hanno prodotto.

Presentare il CAIPAN-2 significa anche ribadire cosa è oggi l’ufologia e cosa potrà esserlo domani. Mai come ora è ben chiaro che non esistono due, tre o mille ufologie, ma che da una parte c’è l’ufologia come studio serio, scientifico, paziente e caparbio del fenomeno UFO, e dall’altra solamente varie forme di “ufomania” che alla razionalità preferiscono il complottismo, la credenza e l’illusione.

Nel corso del nostro convegno, intitolato “CAIPAN-2: il presente e il futuro dell’ufologia” le relazioni più interessanti verranno illustrate dalla delegazione italiana che ha partecipato all’incontro: Giorgio Abraini, Giuseppe Santamaria, Paolo Toselli e Edoardo Russo (alla quale va aggiunto l’ufologo svizzero Bruno Mancusi, anche lui socio del CISU).

Fra i temi trattati:

– Come ottenere e identificare i dati utili dai testimoni di avvistamento

– La metodologia  del GEIPAN per la classificazione ed analisi della casistica

– Le possibilità di incrocio di dati strumentali diversi per le indagini sugli UAP

– L’attendibilità delle testimonianze (intervista cognitiva, eventi di osservazione di massa, analisi dei casi di rientro atmosferico)

– Strumenti di intelligenza artificiale per l’analisi dei database casistici

Non mancherà una sintesi del provocatorio intervento di Vicente-Juan Ballester Olmos che ha dato vita ad un vivace dibattito sul senso stesso del fare ufologia oggi.

Il Convegno si svolgerà sabato 26 novembre dalle ore  15 alle 19, con accesso da remoto in modalità virtuale attraverso la piattaforma Zoom Metting.

L’inconto è riservato a soci e collaboratori del Centro Italiano Studi Ufologici.

Chi desiderasse partecipare come spettatore può farne richiesta alla segreteria del CISU (cisu@ufo.it), compatibilmente con le disponibilità di connessione.

CAIPAN-2: presente e futuro dell’ufologia

Il 13 e 14 ottobre si è svolta a Tolosa la seconda edizione del seminario CAIPAN (Collecte et Analyse des Informations sur les Phénomènes Aérospatiaux Non-identifiés), una conferenza internazionale organizzata dal GEIPAN (l’ente ufficiale francese di studio sugli UFO) dedicata alla presentazione di studi e proposte per l’analisi delle testimonianze di avvistamento.

La prima conferenza CAIPAN si era tenuta nel 2014 e a suo tempo ne abbiamo dato ampia documentazione sulle pagine della nostra rivista. Si era trattato di un evento importantissimo nel quale era stato presentato lo “stato dell’arte” dell’ufologia scientifica con un approccio all’argomento che era stata una boccata d’ossigeno per tutti quelli che intendono l’ufologia come uno studio serio e razionale.


Dopo otto anni, la seconda conferenza CAIPAN ha rinnovato questo messaggio mirando ancora di più a come affrontare in modo pratico e concreto lo studio della casistica e le metodologie per analizzare gli avvistamenti come singoli casi e i casi nel loro insieme.

All’incontro, a porte chiuse con selezione dei partecipanti, sono stati invitati diversi soci del CISU: Stavros Hatzopoulos e Matteo Leone (che non hanno potuto partecipare), Giorgio Abraini, Bruno Mancusi, Edoardo Russo, Giuseppe Santamaria e Paolo Toselli (che erano invece presenti).

Giuseppe Santamaria ha presentato nella sezione poster uno studio intitolato  “Il ritorno della discernibilità statistica tra UFO e IFO” che si è proposto di verificare, utilizzando strumenti statistici appropriati, se le segnalazioni di UAP come insieme possono essere stratificate in sottoinsiemi distinti, contenenti caratteristiche intrinsecamente diverse.

Edoardo Russo ha invece portato una relazione dal titolo “Gli avvistamenti di massa come strumento per valutare l’affidabilità dei testimoni oculari di UFO” nella quale sono stati utilizzati alcuni esempi sia di fenomeni naturali sia di oggetti o fenomeni creati dall’uomo che hanno generato i flap UFO con centinaia di testimonianze, con riferimento sia alle variabili quantitative (es. ora, durata, direzione) che qualitative (es. colori, forme).

Russo è stato inoltre chiamato dal GEIPAN  a partecipare al comitato organizzatore del seminario, in virtù della sua esperienza e dei contatti in campo internazionale, ed è stato uno dei quattro componenti la sessione di riepilogo della prima giornata (confrontando le tecniche di indagine del GEIPAN con quelle delle associazioni ufologiche internazionali).

In attesa, anche questa volta, di riportare maggiori informazioni sugli studi presentati nel corso del nostro prossimo convegno e sulla rivista UFO, riportiamo di seguito il comunicato ufficiale conclusivo del CAIPAN. Due sono però le considerazioni che già possiamo fare. La prima che – anche questa volta – il GEIPAN ha aperto le porte agli studiosi privati, riconoscendone nuovamente il ruolo e valorizzando la qualità del loro contributo. Si tratta della dimostrazione che, al di là dei riconoscimenti “formali” che alcuni da una vita inutilmente inseguono, l’ufologia privata ha saputo crescere ed è oggi in grado di portare validi contributi alla ricerca.

La seconda osservazione è che questo CAIPAN-2 ribadisce che l’ufologia non è affatto morta, come alcuni amano ripetere, ma ha ancora molto da dire e da studiare. Soprattutto ci ricorda che non esiste una divisione tra ufologia “seria” e non, ma esistono invece da una parte questa che “è” l’ufologia, da un’altra parte  altre cose che, pur cercando di spacciarsi come ufologia, rappresentano frange sconnesse che vanno dall’ufomania alla cialtroneria vera e propria.

Per capire cosa significa ufologia per l’oggi e anche per il domani ci affidiamo al GEIPAN che nel suo comunicato descrive così il suo approccio che è anche, da sempre, anche il nostro: “È scienza al servizio della società con la particolarità di essere in diretta interfaccia con il grande pubblico, per ascoltare i testimoni”.

 

IL COMUNICATO STAMPA DEL GEIPAN

CAIPAN II, colloquio internazionale dedicato ai PAN organizzato da GEIPAN a Tolosa

Giovedì 13 e venerdì 14 ottobre 2022 il Gruppo Studi e Informazione sui Fenomeni Unidentified Aerospace (GEIPAN), servizio tecnico CNES, ha organizzato la conferenza CAIPAN II a Tolosa, simposio internazionale dedicato a indagini, conoscenze e competenze sugli UAP.

Durante questi due giorni, più di 100 partecipanti tra scienziati, esperti tecnici, ricercatori e associazioni legate ai campi dell’ufologia  hanno presentato il loro lavoro. Gli argomenti trattati sono stati le indagini condotte sugli avvistamenti UAP e sui mezzi, le tecniche e le conoscenze utilizzate nell’analisi delle testimonianze.

La partecipazione è stata internazionale con rappresentanti 13 paesi. In particolare l’intervento di Daniel A. Evans, Vice Direttore R&D per i programmi scientifici della NASA e capo progetto del nuovo gruppo studio condotto dalla NASA sugli UAP, ha presentato la tabella di marcia dell’agenzia spaziale americana in materia di UAP. Un team indipendente e dedicato è stato istituito dalla NASA con  obiettivi «l’analisi degli UAP con un approccio scientifico e l’utilizzo da parte della NASA dei dati e strumenti scientifici per approfondire la conoscenza».

In occasione di questi due giorni di scambi e incontri di comunità dedicati alle competenze sui PAN, il GEIPAN ha esposto un fenomeno molto originale e poco conosciuto che riguarda diverse discipline tecniche. Se questo è già stato riscontrato da GEIPAN, ora viene spiegato, chiarito e reso popolare.

Questo tipo di fenomeno è nuovo per GEIPAN. Illustra molto bene l’approccio di GEIPAN e la diversità e complementarietà delle discipline. Astronomi, ingegneri ottici e medici hanno particolarmente richiesto. Alcune testimonianze di avvistamenti nel cielo possono ora essere spiegate dall’osservatore stesso.

Ricordiamo che il GEIPAN spiega razionalmente le strane osservazioni riportate dai testimoni.

La sua missione è raccogliere, analizzare, anonimizzare, archiviare e pubblicare le testimonianze di osservazione di PAN. È scienza al servizio della società con la particolarità di essere in diretta interfaccia con il grande pubblico, per ascoltare i testimoni. Per questa missione, il CNES fa affidamento sulle abilità e competenze interne ed esterne: volontari formati che indagano, esperti in discipline scientifiche e partner istituzionali molto Gendarmeria Nazionale, Aeronautica Militare, Aviazione Civile, Marina Militare, Meteo Francia, CNRS, ecc.).

Informare il testimone e il pubblico in generale è un punto molto importante. È un’opera in totale trasparenza che mostra l’integrità tecnica del GEIPAN e consente alla comunità scientifica e a tutti di analizzare e dare seguito a osservazioni e studi. Le relazioni sono pubblicate sul sito https://www.cnes-geipan.fr.

Il GEIPAN è supervisionato da un comitato direttivo presieduto da una personalità riconosciuta nel mondo aerospaziale e composto da rappresentanti delle autorità civili e militari del Paese (Gendarmeria Nazionale, Aviazione Civile, Meteo, Aeronautica, Ricerca Scientifica) e CNES. Questo comitato è responsabile analizzare i risultati del GEIPAN e formulare raccomandazioni al CNES sui suoi orientamenti.

Un secolo di Kolosimo al Museo del Fantastico di Torino

Quest’anno cade il centenario dalla nascita di Peter Kolosimo. Giornalista e scrittore in diversi ambiti, dalla divulgazione tecnico-scientifica alla letteratura di anticipazione, dalla sessuologia ai misteri delle antiche civiltà, è noto al grande pubblico per aver introdotto in Italia l’”archeologia spaziale”, ovvero l’ipotesi che interventi extraterrestri abbiano influenzato la storia dell’umanità nel corso di millenni.

Libri come Terra senza tempo, Non è terrestre e Astronavi sulla preistoria hanno plasmato l’immaginario di una generazione, a cavallo tra gli anni ‘60 e ’70, facendogli vincere il Premio Bancarella.

Negli anni d’oro della sua produzione, Kolosimo visse e lavorò a Torino. Per questa ragione, nell’ambito delle varie iniziative e pubblicazioni in occasione della ricorrenza, il Museo del Fantastico e della Fantascienza dedica allo scrittore un convegno, che si terrà sabato 22 ottobre dalle ore 16 alle 19.

Fra i relatori che interverranno:

Piero Bianucci (già direttore di TuttoScienze)
“Il mio Peter Kolosimo”

Stefano Bigliardi (Università Al Akhawayn)
“Kolosimo, i ‘paleoastronautici’ e la teoria dell’evoluzione”

Fabio Camilletti (Università di Warwick):
“Kolosimo e l’Italia lunare”

Paolo Fiorino (Centro Italiano Studi Ufologici)
“Peter Kolosimo e il Monte Musiné”

Edoardo Russo (Centro Italiano Studi Ufologici)
“Kolosimo a Torino”

Con la partecipazione di Caterina Kolosimo, e la presentazione dell’antologia UFO: destinazione Terra (che raccoglie gli articoli di P.K. su dischi volanti e UFO), disponibile sulla nostra libreria on-line www.upiar.coom

Peter Kolosimo a Torino, nel 1968, con Gianni Settimo

Chi era Peter Kolosimo

Pier Domenica Colosimo nacque a Modena il 15 dicembre 1922, ma crebbe a Torino fino ai 17 anni di età e dopo gli anni della guerra (dove era stato prima nell’esercito tedesco, poi partigiano anti-nazista) ci tornò per lavorare come giornalista politico per i giornali socialisti, prima di espatriare in Jugoslavia come responsabile dei programmi in lingua italiana per quella che poi divenne Radio Capodistria.

Rientrato in Italia nel 1953, visse per quasi tredici anni a Bolzano, scrivendo articoli di vario genere su numerose riviste: argomenti tecnico-scientifici su quindicinali salesiani per ragazzi, articoli di costume e sessuologici su settimanali popolari, testi umoristici e racconti di fantascienza su pubblicazioni specializzate, fino a trovare il filone che lo rese famoso: i misteri della Terra, poi quelli delle antiche civiltà e infine l’ipotesi che visitatori extraterrestri siano giunti sul nostro pianeta.

A partire dal 1959 fu una serie ininterrotta di libri dai titoli immaginifici, con un crescente successo di pubblico: Il pianeta sconosciuto, Terra senza tempo, Ombre sulle

 stelle, Non è terrestre (che vinse il Premio Bancarella nel 1969), Cittadini delle tenebre, Astronavi sulla preistoria, Odissea stellare, Polvere d’inferno, Fratelli dell’infinito, Italia mistero cosmico, Civiltà del silenzio, Viaggiatori del tempo, I misteri dell’universo.

A Torino, Kolosimo era tornato a vivere negli anni della sua svolta, tra il 1966 e il 1973, mentre ai volumi sull’archeologia spaziale ancora affiancava quelli su Psicologia delleros e sul Comportamento erotico degli europei. A Torino aveva creato una rete di relazioni che andava dal pittore surrealista Lorenzo Alessandri (che gli illustrò la  Guida al mondo dei sogni) all’ufologo Gianni Settimo, dal giovane giornalista Piero Bianucci (che grazie a lui passò dalla pagina letteraria alla divulgazione scientifica) ai circoli politici coagulatisi nel movimento Lotta continua.

Cosa poco nota, in questa città vinse nel 1968 il “Premio per la letteratura di anticipazione”, con una medaglia d’oro messa a disposizione dalla Città di Torino.

C’è chi ha sostenuto che quella di Kolosimo fosse in sostanza una forma di letteratura, anche se prevalentemente rivestita come reportage giornalistico e basata (almeno in parte) su fatti e persone esistenti: una via di mezzo innovativa tra informazione e intrattenimento, per la quale fu un precursore di quella che solo di recente è stata battezzata “infotainment”.

In ogni caso i suoi libri crearono un genere letterario, caratterizzando un segmento della cultura popolare italiana che è stata definita “occultura”, e fino alla sua prematura scomparsa nel 1984 hanno influenzato un’intera generazione, stimolandone l’immaginazione e legittimando l’irruzione del fantastico e del mistero nel quotidiano.

Dischi volanti ed extraterrestri invadono il mondo dei giochi

“UFO LUDICO”: mostra ad Alessandria
dal 24 settembre al 30 ottobre

Lo sapevate che il frisbee, ben prima di chiamarsi così, fu inventato negli Stati Uniti da due veterani della seconda guerra mondiale? Era il 1948 e lo battezzarono Flyin’-Saucer (disco volante), ispirandosi al nome che i giornali utilizzavano per identificare quegli strani oggetti che la gente aveva iniziato a vedere nei cieli di tutto il mondo.

Da oltre settant’anni UFO, astronavi fantasmagoriche, E.T. in cerca di casa e invasori spaziali hanno popolato il nostro immaginario e il mondo dei giocattoli, ma anche tutto ciò che attiene al divertimento.

A ridosso del Natale 1952, un articolo di Stampa Sera si soffermava sulle novità di quell’anno, in particolare “un piccolo cannone con il quale si può proiettare a trenta metri di altezza un disco volante perfettamente imitato, o per lo meno che ha inteso perfettamente imitare quelli che migliaia di persone dicono aver visto ma che nessuno ha mai toccato con mano”. E già, perché proprio come sottolineava il semiologo Roland Barthes, il giocattolo è sempre “costituito dai miti e dalle tecniche della vita moderna adulta”. In tal modo, le immagini dei dischi volanti prendono possesso anche di classici passatempi come la tombola, il gioco dell’oca e la battaglia navale.

L’avvento della corsa allo spazio ha contribuito ad alimentare anche i desideri dei più piccoli incrementando la produzione di giocattoli di tipo “spaziale”. E la forma del disco volante assolveva pienamente allo scopo, abbinandosi a quella dei più classici razzi. Così, a partire dai primi anni ’60, dal Giappone, giungono i classici dischi volanti in latta alimentati a batteria, che curiosamente vedono ai comandi non abitanti di altri mondi ma quasi sempre astronauti terrestri.

Alcuni anni dopo, anche il videogame è stato fascinato dagli invasori spaziali e tra i primissimi titoli emerge nel 1978 Space Invaders, una sfida a sopprimere un continuo assalto di alieni che ha conquistato sale giochi e soggiorni di tutto il pianeta. E la contaminazione è proseguita sino ai nostri giorni.

Dieci anni dopo, per Natale, dilagò la polemica sul gioco commercializzato dalla Mattel col titolo Dissezione di un alieno, della serie Lo scienziato pazzo. La pubblicità in Tv e sui giornali era accompagnata dal claim “Strappa gli organi all’alieno che sgocciolerà sangue fosforescente”. Circolò anche la leggenda metropolitana che un bimbo, per imitazione, avrebbe voluto sezionare la sorellina con un coltello per vedere “cosa aveva dentro” e pare che da noi il gioco fu sequestrato. Sul genere, nella seconda metà anni ’90, a seguito del battage pubblicitario attorno al filmato dell’autopsia di un presunto extraterrestre catturato a Roswell (New Mexico) nel 1947, sono state commercializzate, specie nel mercato americano, versioni “aliene” del classico gioco L’allegro chirurgo.

Anche le edicole, divenute rivendite di qualunque cosa, da una decina d’anni sono state assalite da prodotti per l’infanzia a base di slime e creature di altri mondi. Ma l’invasione era già iniziata nel 1988 con gli Exogini, i misteriori alieni.

Per percorrere i sette decenni di “contaminazioni” aliene, su iniziativa di Paolo Toselli, il Centro Italiano Studi Ufologici (CISU) ha proposto presso il Museo Etnografico “C’era una volta”, Piazza della Gambarina, Alessandria, la mostra tematica “UFO LUDICO”. L’esposizione, unica nel suo genere, è stata inaugurata il 24 settembre e sarà visitabile sino al 30 ottobre.

Guardandosi intorno, il visitatore non potrà che ammettere che l’invasione, tanto cara alla letteratura di fantascienza, c’è e c’è già stata: dischi volanti ed extraterrestri, qualunque sia l’opinione che abbiamo su di essi, ci sono e ci accompagnano nel nostro quotidiano, da molto tempo.

“UFO LUDICO” E’ ANCHE UN NUOVO LIBRO

Per l’occasione, Paolo Toselli ha scritto anche un libro con lo stesso titolo della mostra, pubblicato da UPIAR, che rappresenta un excursus dei settant’anni e oltre di contaminazioni “aliene” nel mondo dei giochi e dei giocattoli, con la prefazione di Fulvio Gatti. Il volume è arricchito con oltre 150 illustrazioni a colori. Non resta che leggerlo, anche per diventare un po’ nuovamente bambini!  (Il volume è in distribuzione presso il Museo Etnografico stesso, oppure presso il Museo del Fantastico di Torino, oppure è acquistabile direttamente sul sito dell’editore: Upiar Store).

36° Convegno Nazionale di Ufologia – CASI UFO: GLI ARCHIVI RACCONTANO

Centro Italiano Studi Ufologici – 36° Convegno Nazionale di Ufologia новые предложения банков по кредитам

CASI UFO: GLI ARCHIVI RACCONTANO

Gli avvistamenti selezionati dai catalogatori del CISU

Sabato 27 novembre 2021, ore 15,00

Il periodo del lockdown, come abbiamo avuto già modo di rimarcare, è servito alla nostra piccola comunità per iniziare, proseguire o portare a termine lavori di aggiornamento e catalogazione della casistica, sia per zone geografiche sia per aree tematiche.

Nell’ambito del Progetto Cataloghi Regionali diversi curatori stanno realizzando il catalogo della propria regione o aggiornando edizioni precedenti e sono in preparazione alcuni volumi legati alla casistica locale in 1000 dollar loan today.

Parallelamente si è incrementato il lavoro di aggiornamento dei vari archivi e cataloghi tematici dedicati ad aspetti particolari della casistica, come ad esempio quello curato da Stefano Innocenti sui casi con effetti fisici sull’ambiente (gli incontri ravvicinati del secondo tipo) oppure quello degli avvistamenti italiani di USO (oggetti subacquei o a contatto con l’acqua) di cui si occupa Marco Bianchini.

Mettere mano agli archivi significa rileggere, ristudiare ed analizzare avvistamenti – vicino o lontani nel tempo – che possono risultare più interessanti o intriganti di quanto ci si ricordava.

Quest’anno per il nostro convegno nazionale di ufologia (giunto alla 36° edizione) abbiamo chiesto a ciascuno di coloro che stanno  lavorando su questi progetti di presentare un caso che possa essere interessante scoprire o riscoprire per le sue caratteristiche, per il livello di approfondimento delle indagini, per l’originalità dei fatti o per le riflessioni che porta a fare.

L’idea è quella di evitare i “classici”, i casi più conosciuti (dei quali probabilmente abbiamo già letto o sentito di tutto) e recuperare invece avvistamenti meno noti che magari fino ad oggi sono rimasti chiusi all’interno di un qualche dossier. Sul podio virtuale si alterneranno quindi una decina di relatori, ognuno esperto della casistica di una regione o di una tipologia, ciascuno dei quali esporrà un particolare avvistamento che ha ritenuto meritevole di attenzione:

Salvo Foresta riporterà un recente avvistamento di “UFO discreto” in Sicilia, Pasquale Russo rievocherà il “Talk Show con il marziano”, Marco Orlandi ci riporterà agli inseguimenti di foo fighters sui cieli padani del 1945, Alessandro Cortellazzi presenterà l’incontro ravvicinato su “Base Tuono”, Angelo Ferlicca ha invece scelto “Lo strano anello” nel cielo viterbese, Paolo Toselli aggancerà “Percezioni, interpretazioni ed emozioni” circa due eventi nel Nordovest a distanza di 14 anni l’uno dall’altro, Stefano Innocenti festeggerà il “Capodanno con effetti elettromagnetici”, Paolo Fiorino ha scavato in un passato lontano per tornare su due classici incontri del terzo tipo nel torinese, Lello Cassano si chiede “…e se fosse tutto vero?”.

Come già  è stato nel 2020, anche quest’anno il nostro convegno annuale si svolgerà da remoto, attraverso la piattaforma Zoom Meeting, per evitare i rischi e le complicazioni legate all’organizzazione di un incontro in presenza.

L’incontro è riservato agli iscritti del Centro Italiano Studi Ufologici, ma chi altri fosse interessato a partecipare può farne richiesta al recapito della segreteria CISU:  cisu@ufo.it

Finalmente reso pubblico il rapporto sugli UAP dell’intelligence USA

Ieri, 25 giugno, come previsto, è stato reso noto il tanto atteso rapporto preliminare sugli UAP redatto della direzione della National Intelligence degli Stati Uniti su richiesta del Senato (https://www.dni.gov/files/ODNI/documents/assessments/Prelimary-Assessment-UAP-20210625.pdf). кредит через онлайн банки

Si tratta di un documento che costituisce una svolta rispetto alla politica degli ultimi anni decretando il ritorno di un interesse ufficiale delle autorità statunitensi per il fenomeno degli Oggetti Volanti Non Identificati.

Preceduto nei giorni scorsi dalle anticipazioni del New York Times e dal dibattito da queste innescato, il rapporto si presenta come un elaborato di poche pagine decisamente stringato anche nei contenuti.

Di seguito riportiamo la traduzione integrale del testo in modo che ciascuno possa valutarlo ed analizzarlo.

La prima impressione è di un elaborato davvero molto preliminare che dà conto dell’analisi di una serie di avvistamenti (144) raccolti dal 2004 ad oggi dei quali però non abbiamo ulteriori informazioni né sulla provenienza (in massima parte pare dalla Marina statunitense), né sulla tipologia dei casi, né sul tipo e la portata delle analisi effettuate in passato dagli enti preposti e oggi dalla commissione stessa.

E’ certamente importante rilevare come venga ripetuto che i casi analizzati hanno tutti una significativa consistenza fattuale, che sembrano riferirsi ad oggetti fisici e che sono spesso accompagnati da rilevamenti strumentali, anche multipli con apparecchiature ritenute adeguate ed attendibili, con buona pace dei “debunkers” che hanno cercato di metterlo in dubbio prima ancora di conoscere i fatti.

D’altra parte, a differenza di quanto era stato anticipato, il rapporto resta decisamente sul vago sulle possibili interpretazioni ed eventuali spiegazioni esotiche, come quelle legate all’ipotesi di velivoli di natura non terrestre, non vengono addirittura citate.

Allo stesso modo non viene escluso che a causare gli avvistamenti possano essere manufatti “segreti” prodotti da apparati della difesa o dell’industria privata statunitense.

Insomma, pur prendendo atto della presenza di casi non spiegati, il rapporto non si pronuncia sulle possibili interpretazioni e sulle stesse caratteristiche eventualmente “straordinarie” degli oggetti osservati.

Partendo da queste considerazioni, il rapporto auspica che vengano attuati procedure e studi mirati per raccogliere più avvistamenti dai vari uffici governativi e per costruire adeguati strumenti di analisi dei dati raccolti, addirittura con l’uso dell’intelligenza artificiale.

In conclusione viene quindi avanzata la richiesta diretta di finanziamenti specifici per promuovere e sostenere la ricerca sugli UAP.

Come possiamo vedere, siamo quindi molto distanti dalle aspettative, forse un po’ ingenue, di alcuni che si attendevano (o speravano) una parola definitiva sull’esistenza di un fenomeno reale e in qualche modo “alieno”. Piuttosto il rapporto esprime una linea che il Centro Italiano Studi Ufologici ha sostenuto da sempre: ci sono avvistamenti che non trovano facili spiegazioni ed è importante studiarli, senza preconcetti o convinzioni che non nascano dall’impegnativo e complesso lavoro di analisi dei dati.

Resterà ora da capire se questi suggerimenti saranno recepiti e come verranno mesi in pratica in quello che potrebbe diventare, dopo cinquant’anni, un nuovo “Project Blue Book”.

 

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FENOMENI AEREI NON IDENTIFICATI – VALUTAZIONI PRELIMINARI

 

AMBITO E PRESUPPOSTI

Portata

Questo rapporto preliminare è redatto dall’Office of the Director of National Intelligence (ODNI) in risposta alla disposizione del Senate Report 116-233, che accompagna l’Intelligence Authorization Act (IAA) per l’anno fiscale 2021, secondo cui il DNI, in coordinamento con il Segretario della Difesa (SECDEF), deve presentare una valutazione dal punto di vista dell’intelligence della minaccia posta in atto dai fenomeni aerei non identificati (UAP) e i progressi compiuti dalla Task Force per i fenomeni aerei non identificati (UAPTF) del Dipartimento della difesa nella comprensione di questa minaccia.

Questo rapporto fornisce ai responsabili politici una panoramica dei problemi associate alla caratterizzazione della potenziale minaccia rappresentatat dagli UAP, fornendo anche un mezzo per sviluppare processi, politiche, tecnologie e formazione pertinenti per l’esercito degli Stati Uniti e altro personale del governo degli Stati Uniti (USG) se e quando incontrano UAP, in modo da migliorare la capacità della comunità di intelligence (IC) di valutarne la minaccia. Il direttore dell’UAPTF è il funzionario responsabile per garantire la raccolta tempestiva e il consolidamento dei dati sugli UAP. Il set di dati descritto in questo rapporto è attualmente limitato principalmente alle segnalazioni da parte degli uffici governativi degli Stati Uniti di eventi avvenuti da novembre 2004 a marzo 2021. I dati continuano ad essere raccolti e analizzati.

L’ODNI ha preparato questo rapporto per i comitati del Congresso sull’intelligence e sulle forze armate. L’UAPTF e l’ODNI National Intelligence Manager for Aviation hanno redatto questa relazione, con l’input di USD(I&S), DIA, FBI, NRO, NGA, NSA, Air Force, Army, Navy, Navy/ONI, DARPA, FAA, NOAA, NGA, ODNI/NIM-Emerging and Disruptive Technology, ODNI/National Counterintelligence and Security Center e ODNI/National Intelligence Council.

 

Ipotesi

Le varie forme di sensori che registrano UAP generalmente funzionano correttamente e catturano sufficienti dati reali per consentire le valutazioni iniziali, ma alcuni UAP possono essere attribuibili ad anomalie dei sensori.

 

RIASSUNTO OPERATIVO

La quantità limitata di rapporti di alta qualità sui fenomeni aerei non identificati (UAP) ostacola la nostra capacità di trarre conclusioni definitive sulla natura o l’intento degli UAP. La Unidentified Aerial Phenomena Task Force (UAPTF) ha preso in considerazione una serie di informazioni sugli UAP descritte nei rapporti dell’esercito americano e della IC (Intelligence Community) ma, poiché il rapporto mancava di sufficiente specificità, alla fine ha riconosciuto che era necessario una procedura di rapporto unico e su misura per fornire dati sufficienti per l’analisi degli eventi UAP.

Di conseguenza, l’UAPTF ha concentrato la sua analisi sui rapporti avvenuti tra il 2004 e il 2021, la maggior parte dei quali sono il risultato di questa nuova procedura su misura per rilevare meglio gli eventi UAP attraverso un rapporto standardizzato.

La maggior parte degli UAP segnalati probabilmente rappresentano oggetti fisici, dato che la maggior parte degli UAP sono stati registrati attraverso più sensori, tra cui radar, infrarossi, elettro-ottici, puntatori di armi e osservazione visiva.

In un numero limitato di eventi, gli UAP sembravano mostrare caratteristiche di volo insolite. Queste osservazioni potrebbero essere il risultato di errori dei sensori, inganni informatici (spoofing) o percezione errata dell’osservatore e richiedono ulteriori analisi rigorose.

Ci sono probabilmente più tipi di UAP che richiedono spiegazioni diverse basate sulla varietà di apparizioni e comportamenti descritti nei rapporti disponibili. La nostra analisi dei dati supporta il concetto che se e quando i singoli eventi UAP saranno risolti, essi rientreranno in una delle cinque potenziali categorie esplicative: anomalie aeree, fenomeni atmosferici naturali, programmi di sviluppo del governo degli Stati Uniti o dell’industria statunitense, sistemi avversari stranieri e un contenitore residuale dell’”altro”.

Gli UAP pongono chiaramente un problema di sicurezza del volo e possono rappresentare una sfida alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Le preoccupazioni per la sicurezza si concentrano principalmente sui piloti che si confrontano con uno spazio aereo sempre più affollato. Gli UAP rappresenterebbero anche un problema per la sicurezza nazionale se fossero un insieme di strumenti di potenze straniere oppure potrebbero fornire la prova che un potenziale avversario ha sviluppato una tecnologia rivoluzionaria o distruttiva.

Il consolidamento coerente dei rapporti provenienti dal governo federale, la standardizzazione dei rapporti, l’aumento della raccolta e dell’analisi e una procedura semplificata per il vaglio di tutti questi rapporti rispetto a una vasta gamma di dati importanti in possesso del governo degli Stati Uniti, consentiranno un’analisi più sofisticata degli UAP che probabilmente approfondirà la nostra comprensione. Alcuni di questi passi richiedono l’utilizzo di notevoli risorse e necessiterebbero di ulteriori investimenti.

 

RAPPORTI DISPONIBILI IN GRAN PARTE NON CONCLUSIVI

 

I dati limitati lasciano la maggior parte degli UAP inspiegati

I dati limitati e l’incoerenza nella segnalazione sono problemi chiave per valutare gli UAP. Non esisteva alcun meccanismo di segnalazione standardizzato finché la Marina non ne ha stabilito uno nel marzo 2019. L’Aeronautica ha successivamente adottato quel meccanismo nel novembre 2020, ma rimane limitato alla segnalazione che competono al governo degli Stati Uniti. Durante la sua ricerca L’UAPTF ha regolarmente recepito a livello aneddotico notizie su altre osservazioni che si sono verificate, ma che non sono mai state state riportate in modo formale o informale da quegli osservatori.

Dopo aver considerato attentamente queste informazioni, l’UAPTF si è concentrato soprattutto sui rapporti che hanno coinvolto gli UAP osservati in prima persona da piloti militari e che sono stati registrati da sistemi che abbiamo considerato affidabili. Questi rapporti descrivono eventi avvenuti tra il 2004 e il 2021, la maggior parte dei quali negli ultimi due anni, quando il nuovo meccanismo di segnalazione è diventato più noto alla comunità dell’aviazione militare. Siamo stati in grado di identificare con alta attendibilità uno degli UAP segnalati. In quel caso abbiamo identificato l’oggetto come un grande pallone che si stava sgonfiando. Gli altri rimangono inspiegati.

– 144 rapporti provenivano da fonti USG. Di questi, 80 rapporti hanno coinvolto l’osservazione con sensori multipli.

  • La maggior parte dei rapporti ha riguardato UAP che hanno interrotto sessioni di addestramento o altre attività militari.

 

Problemi per la raccolta di dati sugli UAP

Preconcetti socioculturali e limitazioni dei sensori rimangono ostacoli alla raccolta di dati sugli UAP. Anche se alcuni problemi tecnici – come ad esempio come filtrare adeguatamente i segnali spuri dei radar per garantire la sicurezza del volo per gli aerei militari e civili – sono note da lunga data nell’ambito dell’aviazione, altre sono uniche per l’insieme degli UAP.

I racconti dei piloti operativi e degli analisti dell’esercito e dell’IC descrivono il poco interesse associato all’osservazione degli UAP, alla loro segnalazione o al tentativo di discuterne con i colleghi. Anche se gli effetti di questi preconcetti sono diminuiti man mano che i membri più anziani delle comunità scientifiche, politiche, militari e di intelligence si sono espressi seriamente sull’argomento in pubblico, il rischio di compromettere la propria reputazione può mantenere molti osservatori in silenzio, complicando la ricerca scientifica dell’argomento.

I sensori montati sulle piattaforme militari statunitensi sono tipicamente progettati per compiere missioni specifiche. Di conseguenza, questi sensori non sono generalmente adatti per identificare gli UAP.

I punti di osservazione dei sensori e il numero di sensori che osservano simultaneamente un oggetto giocano un ruolo sostanziale nel distinguere gli UAP dagli oggetti conosciuti e nel determinare se un UAP dimostra capacità aerospaziali straordinarie. I sensori ottici hanno il vantaggio di fornire alcune informazioni su dimensioni, forma e struttura. I sensori a radiofrequenza forniscono informazioni più accurate su velocità e portata.

 

Ma emergono alcuni modelli potenziali

Anche se c’era un’ampia variabilità nei rapporti e il set di dati è attualmente troppo limitato per consentire un’analisi dettagliata delle tendenze o dei modelli, c’è stato un certo raggruppamento delle osservazioni UAP per quanto riguarda la forma, la dimensione e, in particolare, la propulsione. Gli avvistamenti di UAP tendevano anche a raggrupparsi intorno ai campi di addestramento e collaudo degli Stati Uniti, ma valutiamo che questo può derivare da un pregiudizio di raccolta come risultato di un’attenzione focalizzata, un maggior numero di sensori di ultima generazione che operano in quelle aree, le aspettative delle unità coinvolte e le disposizioni di segnalare le anomalie.

 

E un pugno di UAP sembrano dimostrare una tecnologia avanzata

In 18 casi, descritti in 21 rapporti, gli osservatori hanno riferito modelli di movimento o caratteristiche di volo insolite degli UAP.

Alcuni UAP sembravano rimanere fermi nei venti in quota, muoversi controvento, manovrare bruscamente, o muoversi a velocità considerevole, senza mezzi di propulsione distinguibili. In un piccolo numero di casi, i sistemi degli aerei militari hanno calcolato l’energia di radiofrequenza (RF) associata agli avvistamenti di UAP.

L’UAPTF ha una piccola quantità di casi che sembrano mostrare UAP che mostrano accelerazioni o un certo grado di controllo della rotta. Sono necessarie ulteriori analisi rigorose da parte di più squadre o gruppi di esperti tecnici per determinare la natura e la validità di questi dati. Stiamo conducendo ulteriori analisi per determinare se si può provare la presenza di tecnologie fuori dall’ordinario.

 

GLI UAP PROBABILMENTE NON HANNO UNA SPIEGAZIONE UNICA

Gli UAP documentati in questo limitato gruppo di dati mostrano una varietà di comportamenti aerei, rafforzando la possibilità che ci siano più tipi di UAP che richiedono spiegazioni diverse. La nostra analisi dei dati supporta il concetto che, se e quando i singoli eventi UAP saranno risolti, essi cadranno in una delle cinque potenziali categorie esplicative: anomalie aeree, fenomeni atmosferici naturali, programmi di sviluppo del governo o dell’industria degli Stati Uniti, sistemi avversari stranieri, e una categoria residuale. Con l’eccezione di un caso in cui abbiamo determinato con alta sicurezza che l’UAP segnalato era un’anomalia aerea, in particolare un pallone che si sgonfiava, attualmente non abbiamo informazioni sufficienti nel nostro insieme di dati per attribuire agli altri casi delle spiegazioni specifiche.

Anomalie aeree: Questi oggetti includono uccelli, palloncini, veicoli aerei senza equipaggio (UAV), o detriti aerei come sacchetti di plastica che confondono la scena e influenzano la capacità di un operatore di identificare i veri obiettivi, cioè aerei nemici.

Fenomeni atmosferici naturali: I fenomeni atmosferici naturali includono cristalli di ghiaccio, umidità e fluttuazioni termiche che possono registrarsi su alcuni sistemi infrarossi e radar.

Programmi di sviluppo del governo o dell’industria degli Stati Uniti: Alcune osservazioni UAP potrebbero essere attribuibili a sviluppi e programmi segreti di enti statunitensi. Non siamo stati in grado di confermare, tuttavia, che questi sistemi rappresentassero uno qualsiasi dei rapporti UAP che abbiamo raccolto.

Sistemi avversari stranieri: Alcuni UAP potrebbero essere tecnologie impiegate da Cina, Russia, un’altra nazione o un’entità non governativa.

Altro: Anche se la maggior parte degli UAP descritti nel nostro insieme di dati probabilmente rimangono non identificati a causa di dati limitati o di difficoltà nel loro trattamento o analisi, potremmo aver bisogno di ulteriori conoscenze scientifiche per raccogliere, analizzare e caratterizzare con successo alcuni di essi. Raggrupperemmo tali oggetti in questa categoria in attesa di progressi scientifici che ci permettano di comprenderli meglio. L’UAPTF intende concentrare l’analisi supplementare sul piccolo numero di casi in cui un UAP sembrava mostrare caratteristiche di volo insolite o la gestione dei propri movimenti.

 

GLI UAP MINACCIANO LA SICUREZZA DEL VOLO E, FORSE, LA SICUREZZA NAZIONALE

Gli UAP rappresentano un pericolo per la sicurezza del volo e potrebbero rappresentare un pericolo più ampio se alcuni casi fossero interpretabili come un insieme di azioni sofisticate contro le attività militari degli Stati Uniti da parte di un governo straniero o se dimostrassero una tecnologia aerospaziale innovativa di un potenziale avversario.

 

Possibili pericoli nello spazio aereo

Quando i piloti si trovano in situazioni pericolose per la sicurezza, sono tenuti a segnalare questi problemi. A seconda della posizione, dell’intensità e del comportamento delle cause di pericolo durante i voli, in genere i piloti possono decidere di interrompere i loro test e/o l’addestramento e far atterrare i loro aerei, il che ha un effetto deterrente sulla segnalazione.

L’UAPTF ha 11 rapporti di casi documentati in cui i piloti hanno segnalato quasi incidenti con un UAP.

 

Potenziali problemi per la sicurezza nazionale

Attualmente non abbiamo dati che indichino che gli UAP facciano parte di un programma straniero o che siano indicativi di un importante progresso tecnologico da parte di un potenziale avversario. Continuiamo a cercare le prove di tali programmi, data la sfida di controspionaggio che rappresenterebbero, in particolare perché alcuni UAP sono stati rilevati vicino a strutture militari o ad aerei che trasportano i sistemi di sensori più avanzati dell’USG.

 

SPIEGARE GLI UAP RICHIEDERÀ UN INVESTIMENTO ANALITICO, DI RACCOLTA E DI RISORSE

Standardizzare le procedure di segnalazione, consolidare i dati e approfondire l’analisi

In linea con le disposizioni del Senate Report 116-233, che accompagna lo IAA per l’anno fiscale 2021, l’obiettivo a lungo termine dell’UAPTF è di ampliare la portata del suo lavoro per includere nella sua analisi ulteriori eventi UAP documentati da una fascia più ampia di personale e sistemi tecnici dell’USG. Con l’aumento del set di dati, migliorerà anche la capacità dell’UAPTF di impiegare l’analisi dei dati per individuarne le costanti. L’obiettivo iniziale sarà quello di impiegare intelligenza artificiale e algoritmi di apprendimento automatico per raggruppare e riconoscere somiglianze e modelli nelle caratteristiche dei dati. Man mano che il database accumulerà informazioni di oggetti aerei noti, come palloni meteorologici, palloni ad alta quota o ad alta perssione, e la fauna selvatica, l’apprendimento automatico potrà aggiungere efficienza pre-valutando i rapporti UAP per vedere se le caratteristiche corrispondono a eventi simili già presenti nel database.

L’UAPTF ha iniziato a sviluppare flussi di lavoro analitici e di elaborazione interagenti per garantire che, sia la raccolta sia l’analisi siano ben supportate da informazioni e coordinate.

La maggior parte dei dati UAP proviene dai rapporti della Marina statunitense, ma sono in corso sforzi tra i servizi militari degli Stati Uniti e le altre agenzie governative per standardizzare i rapporti sugli eventi e garantire che tutti i dati pertinenti siano raccolti rispetto a particolari eventi e qualsiasi attività degli Stati Uniti che potrebbe essere rilevante.

L’UAPTF sta attualmente lavorando per acquisire ulteriori rapporti, anche dall’U.S. Air Force (USAF), e ha iniziato a ricevere dati dalla Federal Aviation Administration (FAA).

Sebbene la raccolta di dati dell’USAF sia stata storicamente limitata, l’USAF ha iniziato un programma pilota di sei mesi nel novembre 2020 per raccoglierne nelle aree in cui è più probabile incontrare UAP e sta valutando come normalizzare la raccolta futura, la segnalazione e l’analisi in tutta l’aeronautica militare.

La FAA acquisisce i dati relativi agli UAP durante il normale corso della gestione delle operazioni di traffico aereo. La FAA generalmente raccoglie questi dati quando i piloti e altri utenti dello spazio aereo segnalano eventi insoliti o inaspettati all’organizzazione del traffico aereo della FAA.

Inoltre, la FAA monitora continuamente i suoi sistemi alla ricerca di anomalie, generando ulteriori informazioni che possono essere utili all’UAPTF. La FAA è in grado di isolare i dati di interesse per l’UAPTF e renderli disponibili. La FAA ha un programma di sensibilizzazione robusto ed efficace che può aiutare l’UAPTF a raggiungere i membri della comunità aeronautica per evidenziare l’importanza di segnalare gli UAP.

 

Espandere la raccolta

L’UAPTF è alla ricerca di nuovi modi per aumentare la raccolta in aree di concentrazione di UAP dove le forze statunitensi non sono presenti così come un modo per creare un modello “standard” di attività UAP e limitare la distorsione di raccolta dei dati. Una proposta è quella di utilizzare algoritmi avanzati per cercare i dati storici catturati e memorizzati dai radar. L’UAPTF prevede anche di aggiornare la sua attuale strategia di raccolta UAP tra le agenzie governative al fine di portare le piattaforme e i metodi di raccolta rilevanti dal DoD e dall’IC.

 

Aumentare gli investimenti in ricerca e sviluppo

L’UAPTF ha indicato che ulteriori finanziamenti per la ricerca e lo sviluppo potrebbero favorire lo studio futuro degli argomenti esposti in questo rapporto. Tali investimenti dovrebbero essere guidati da una strategia di raccolta UAP, una tabella di marcia tecnica R&S UAP e un piano di programma UAP.

Nuovo numero della rivista “UFO”

È uscito il n. 45 di UFO – Rivista di informazione ufologica del CISU, che vede innanzitutto il cambio di direttore responsabile (come già segnalato) ed alcuni avvicendamenti nel gruppo redazionale. заявка потребительский кредит банк

Il fascicolo si apre con un articolo/editoriale di Paolo Fiorino ricco di riflessioni e ragionamenti sul come approcciare il fenomeno UFO o, meglio, su quanto ci si può spingere a inquadrare in schemi qualcosa che per sua natura risulta sfuggevole.

“Un ’laboratorio del vuoto’ per gli UFO. Lo stupor oltre e al di là della capacità negativa” non è però (o non solo) un articolo teorico e filosofico sull’ufologia: Fiorino fa emergere i suoi pensieri dallo studio degli avvistamenti, dalla sua ultraquarantennale esperienza sul campo, a contatto con i testimoni, e il discorso rimane sempre legato alla concretezza, alla fattualità degli avvenimenti.

Un altro articolo importante, questa volta legato all’attualità, è l’analisi della vicenda dei filmati della Marina militare statunitense che sono diventati, nel bene e nel male, uno degli argomenti più dibattuti degli ultimi anni. Marco Orlandi, da esperto appassionato di aeronautica, non si limita a ricostruire in modo minuzioso i termini della vicenda, ma la inquadra nel contesto prettamente militare nel quale si è sviluppata.

Ancora Fiorino completa la sua serie di articoli sulla ricerca ufologica “ufficiale” in Italia concentrandosi sul periodo 1971-1977, ossia gli anni che hanno preceduto la commissione creata in seno ai servizi di intelligence dell’Aeronautica militare, attiva ancora oggi. Si tratta di un testo  che dettaglia in modo preciso gli avvenimenti di quegli anni contestualizzandoli grazie ai ricordi in prima persona e ai documenti e alle testimonianze di quelli che, tra ufologi e militari, sono stati i protagonisti di quel periodo. L’articolo è accompagnato da una poderosa parte bibliografica, frutto del lavoro di costruzione di un imponente archivio sull’argomento: leggendo le note si rivive il clima estremamente vivace che ha accompagnato per tutti gli Anni 70 il crescendo di segnalazioni ufologiche, di appassionati che si avvicinavano alla ricerca e di interesse degli organi governativi. E soprattutto, nel ricostruire la storia dei fatti, l’autore fa piazza pulita una volta per tutte dei miti e delle dietrologie che sul coinvolgimento ufficiale in Italia sono state propagandate per troppo tempo.

Completano il numero (oltre ad aggiornamenti vari) un articolo di Bruno Mancusi sul folklore dei “dischi infuocati” e un intervento dell’ufologo spagnolo Josè Antonio Caravaca sulla “teoria della distorsione”, una riproposizione di un’ottica parafisica dopo cinquant’anni da Passport to Magonia. Come dimostrano le ultime uscite di Jacques Vallée, forse la teoria parafisica non è mai del tutto tramontata, ma lo scopo di riparlarne oggi, negli Anni Duemila, è quello di coglierne gli aspetti intriganti  e speculativi senza però dimenticarne i limiti, soprattutto dal punto di vista scientifico.

Aeronautica italiana e OVNI

Una sola nuova segnalazione di UFO è stata riportata nel mese di gennaio all’Aeronautica Militare Italiana. интернет заявки на дебетовую карту

Il Reparto Generale Sicurezza continua infatti la sua attività di raccolta e analisi delle segnalazioni di oggetti volanti non identificati (OVNI) che di solito vengono pubblicate annualmente sotto forma di breve elenco sul sito web www.aeronautica.difesa.it.

Come abbiamo già rilevato in passato, a differenza di altri Paesi i totali annuali dei casi UFO ricevuti dall’ente pubblico italiano sono sempre stati di gran lunga inferiori a quelli raccolti dalle associazioni ufologiche. In teoria l’ufficio dell’Aeronautica dovrebbe essere il referente per le osservazioni di provenienza militare,  aeronautica in particolare. Nella pratica, i pochi casi raccolti ogni anno giungono dalle fonti più diverse, e le analisi preliminari effettuate (controllo della presenza di velivoli in volo o di palloni meteorologici lanciati dalla stessa Aeronautica) sembrano il più delle volte inadeguate o addirittura inutili, in quanto svolte al di fuori di un processo di studio complessivo degli avvistamenti.

D’altra parte è questo una sorta di “peccato originale” che l’RGS si porta dietro fin da quando nel 1979 l’arma aeronautica venne  incaricata di raccogliere i casi, non di studiarli, non essendo neppure mai stata dotata delle necessarie risorse.

Negli ultimi anni, il 2017 ha registrato il record negativo in assoluto: zero casi nell’annata, cosa mai accaduto prima. Gli anni successivi si sono invece allineati a quelli precedenti: 5 segnalazioni nel 2018, 6 nel 2019 e solamente 2 nel 2020.

Perlopiù si tratta di osservazione di luci. Delle 13 segnalazioni sopra indicate solo due sono da parte di testimoni militari, e nessuna è pervenuta da personale operativo presso siti militari o da piloti in volo.

Tutti gli avvistamenti sono archiviati con la formula «Sulla base dei dati raccolti presso gli Enti preposti alla forza armata, l’evento non è associato ad attività di volo o di radiosondaggio ed è stato pertanto catalogato come O.V.N.I».

Non bisogna però (o comunque?) lasciarsi trarre in inganno da queste parole: il fatto che siano espletate queste due  verifiche di routine (sempre le stesse) ci dice ben poco sull’effettiva identificabilità o meno dei singoli avvistamenti.

Quando ad esempio la descrizione è palesemente riferibile ad un lancio di “lanterne cinesi”, sulla base della semplice descrizione testimoniale, il controllo delle rotte aeree o dei lanci delle radiosonde è completamente irrilevante, per non dire fuorviante.

 

Nuovo direttore per la rivista del CISU

Fabrizio Dividi è il nuovo direttore responsabile di UFO – Rivista di informazione ufologica.

Succede a Danilo Arona, critico, scrittore e saggista che per oltre dieci anni ci ha onorato della sua firma.

Nel ringraziarlo per questa importante collaborazione, vi invitiamo a seguire la sua produzione letteraria attraverso il  sito www.daniloarona.com.

Fabrizio Dividi, laureato in Lettere moderne con una tesi su Lolita di Stanley Kubrick, nel 2009 ha fondato l’associazione culturale Dinamovie Pictures. Nel 2010 ha vinto come sceneggiatore il premio come Miglior Cortometraggio alla rassegna Piemonte Movie con Linda, spot contro la violenza sulle donne scelto dalla TV Svizzera Italiana e da numerose associazioni no-profit. Nel 2012, con Vincenzo Greco e Marta Evangelisti, ha firmato regia e sceneggiatura di Sale per la capra, il documentario che dopo trent’anni rievocava la tragica vicenda dell’incendio del cinema torinese Statuto. Nel 2016, con gli stessi autori, ha realizzato Venanzio Revolt, documentario sul cinema torinese con Lorenzo Ventavoli, Steve Della Casa e la voce narrante di Nanni Moretti. Nel 2015 è entrato nello staff del festival cinematografico Seeyousound come selezionatore, organizzatore e infine presidente dell’associazione che lo organizza. Gestisce il sito www.massmedio.com dedicato a cinema, TV e comunicazione.

Dal 2017 è collaboratore fisso del  Corriere della Sera per le pagine cinematografiche dell’edizione di Torino.

Fabrizio ha alle sue spalle anche un’importante carriera ufologica: socio fondatore del CISU, da più di trent’anni è membro della sede di Torino e responsabile del catalogo UFO e cinema. Ha partecipato ad indagini sul campo, tenuto conferenze, collaborato alle attività di archivio ed è stato uno dei principali organizzatori del 31° Convegno nazionale del CISU, tenutosi nel 2007 a Saint Vincent, nel sessantennale della nascita dell’ufologia. Da sempre tra i redattori della nostra rivista, su queste stesse pagine ha pubblicato diversi articoli legati alle connessioni tra ufologia e cinema. займ на карту новые мфо

Una nota di Fabrizio Dividi

«Su questa rivista ho scritto il primo articolo della mia vita, e dello storico “numero 1” ricordo ancora il profumo della carta stampata; forse perché per quella copia, come per molte successive, avevo collaborato in fase redazionale, ma anche per allestimento, pinzatura e persino affrancatura e spedizione. Diventarne direttore significa fare i conti con il tempo che passa, oltre tre decenni, e in qualche modo anche con la propria vita; ed è per questo motivo che, oltre che all’orgoglio di succedere a Danilo Arona e al suo predecessore Gianni Settimo, mi piace pensare a un percorso stimolante che avrà ancora spazi di crescita e maturazione.

A soci e lettori di oggi e di domani un saluto e una rassicurazione: la linea editoriale di UFO proseguirà fedele e rigorosa. Perché i direttori passano, il Cisu resta».
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(sotto: l’intervista di Fabrizio Dividi al regista Tinto Brass sul suo film “Il disco volante”)