Un secolo di Kolosimo al Museo del Fantastico di Torino

Quest’anno cade il centenario dalla nascita di Peter Kolosimo. Giornalista e scrittore in diversi ambiti, dalla divulgazione tecnico-scientifica alla letteratura di anticipazione, dalla sessuologia ai misteri delle antiche civiltà, è noto al grande pubblico per aver introdotto in Italia l’”archeologia spaziale”, ovvero l’ipotesi che interventi extraterrestri abbiano influenzato la storia dell’umanità nel corso di millenni.

Libri come Terra senza tempo, Non è terrestre e Astronavi sulla preistoria hanno plasmato l’immaginario di una generazione, a cavallo tra gli anni ‘60 e ’70, facendogli vincere il Premio Bancarella.

Negli anni d’oro della sua produzione, Kolosimo visse e lavorò a Torino. Per questa ragione, nell’ambito delle varie iniziative e pubblicazioni in occasione della ricorrenza, il Museo del Fantastico e della Fantascienza dedica allo scrittore un convegno, che si terrà sabato 22 ottobre dalle ore 16 alle 19.

Fra i relatori che interverranno:

Piero Bianucci (già direttore di TuttoScienze)
“Il mio Peter Kolosimo”

Stefano Bigliardi (Università Al Akhawayn)
“Kolosimo, i ‘paleoastronautici’ e la teoria dell’evoluzione”

Fabio Camilletti (Università di Warwick):
“Kolosimo e l’Italia lunare”

Paolo Fiorino (Centro Italiano Studi Ufologici)
“Peter Kolosimo e il Monte Musiné”

Edoardo Russo (Centro Italiano Studi Ufologici)
“Kolosimo a Torino”

Con la partecipazione di Caterina Kolosimo, e la presentazione dell’antologia UFO: destinazione Terra (che raccoglie gli articoli di P.K. su dischi volanti e UFO), disponibile sulla nostra libreria on-line www.upiar.coom

Peter Kolosimo a Torino, nel 1968, con Gianni Settimo

Chi era Peter Kolosimo

Pier Domenica Colosimo nacque a Modena il 15 dicembre 1922, ma crebbe a Torino fino ai 17 anni di età e dopo gli anni della guerra (dove era stato prima nell’esercito tedesco, poi partigiano anti-nazista) ci tornò per lavorare come giornalista politico per i giornali socialisti, prima di espatriare in Jugoslavia come responsabile dei programmi in lingua italiana per quella che poi divenne Radio Capodistria.

Rientrato in Italia nel 1953, visse per quasi tredici anni a Bolzano, scrivendo articoli di vario genere su numerose riviste: argomenti tecnico-scientifici su quindicinali salesiani per ragazzi, articoli di costume e sessuologici su settimanali popolari, testi umoristici e racconti di fantascienza su pubblicazioni specializzate, fino a trovare il filone che lo rese famoso: i misteri della Terra, poi quelli delle antiche civiltà e infine l’ipotesi che visitatori extraterrestri siano giunti sul nostro pianeta.

A partire dal 1959 fu una serie ininterrotta di libri dai titoli immaginifici, con un crescente successo di pubblico: Il pianeta sconosciuto, Terra senza tempo, Ombre sulle

 stelle, Non è terrestre (che vinse il Premio Bancarella nel 1969), Cittadini delle tenebre, Astronavi sulla preistoria, Odissea stellare, Polvere d’inferno, Fratelli dell’infinito, Italia mistero cosmico, Civiltà del silenzio, Viaggiatori del tempo, I misteri dell’universo.

A Torino, Kolosimo era tornato a vivere negli anni della sua svolta, tra il 1966 e il 1973, mentre ai volumi sull’archeologia spaziale ancora affiancava quelli su Psicologia delleros e sul Comportamento erotico degli europei. A Torino aveva creato una rete di relazioni che andava dal pittore surrealista Lorenzo Alessandri (che gli illustrò la  Guida al mondo dei sogni) all’ufologo Gianni Settimo, dal giovane giornalista Piero Bianucci (che grazie a lui passò dalla pagina letteraria alla divulgazione scientifica) ai circoli politici coagulatisi nel movimento Lotta continua.

Cosa poco nota, in questa città vinse nel 1968 il “Premio per la letteratura di anticipazione”, con una medaglia d’oro messa a disposizione dalla Città di Torino.

C’è chi ha sostenuto che quella di Kolosimo fosse in sostanza una forma di letteratura, anche se prevalentemente rivestita come reportage giornalistico e basata (almeno in parte) su fatti e persone esistenti: una via di mezzo innovativa tra informazione e intrattenimento, per la quale fu un precursore di quella che solo di recente è stata battezzata “infotainment”.

In ogni caso i suoi libri crearono un genere letterario, caratterizzando un segmento della cultura popolare italiana che è stata definita “occultura”, e fino alla sua prematura scomparsa nel 1984 hanno influenzato un’intera generazione, stimolandone l’immaginazione e legittimando l’irruzione del fantastico e del mistero nel quotidiano.

Dischi volanti ed extraterrestri invadono il mondo dei giochi

“UFO LUDICO”: mostra ad Alessandria
dal 24 settembre al 30 ottobre

Lo sapevate che il frisbee, ben prima di chiamarsi così, fu inventato negli Stati Uniti da due veterani della seconda guerra mondiale? Era il 1948 e lo battezzarono Flyin’-Saucer (disco volante), ispirandosi al nome che i giornali utilizzavano per identificare quegli strani oggetti che la gente aveva iniziato a vedere nei cieli di tutto il mondo.

Da oltre settant’anni UFO, astronavi fantasmagoriche, E.T. in cerca di casa e invasori spaziali hanno popolato il nostro immaginario e il mondo dei giocattoli, ma anche tutto ciò che attiene al divertimento.

A ridosso del Natale 1952, un articolo di Stampa Sera si soffermava sulle novità di quell’anno, in particolare “un piccolo cannone con il quale si può proiettare a trenta metri di altezza un disco volante perfettamente imitato, o per lo meno che ha inteso perfettamente imitare quelli che migliaia di persone dicono aver visto ma che nessuno ha mai toccato con mano”. E già, perché proprio come sottolineava il semiologo Roland Barthes, il giocattolo è sempre “costituito dai miti e dalle tecniche della vita moderna adulta”. In tal modo, le immagini dei dischi volanti prendono possesso anche di classici passatempi come la tombola, il gioco dell’oca e la battaglia navale.

L’avvento della corsa allo spazio ha contribuito ad alimentare anche i desideri dei più piccoli incrementando la produzione di giocattoli di tipo “spaziale”. E la forma del disco volante assolveva pienamente allo scopo, abbinandosi a quella dei più classici razzi. Così, a partire dai primi anni ’60, dal Giappone, giungono i classici dischi volanti in latta alimentati a batteria, che curiosamente vedono ai comandi non abitanti di altri mondi ma quasi sempre astronauti terrestri.

Alcuni anni dopo, anche il videogame è stato fascinato dagli invasori spaziali e tra i primissimi titoli emerge nel 1978 Space Invaders, una sfida a sopprimere un continuo assalto di alieni che ha conquistato sale giochi e soggiorni di tutto il pianeta. E la contaminazione è proseguita sino ai nostri giorni.

Dieci anni dopo, per Natale, dilagò la polemica sul gioco commercializzato dalla Mattel col titolo Dissezione di un alieno, della serie Lo scienziato pazzo. La pubblicità in Tv e sui giornali era accompagnata dal claim “Strappa gli organi all’alieno che sgocciolerà sangue fosforescente”. Circolò anche la leggenda metropolitana che un bimbo, per imitazione, avrebbe voluto sezionare la sorellina con un coltello per vedere “cosa aveva dentro” e pare che da noi il gioco fu sequestrato. Sul genere, nella seconda metà anni ’90, a seguito del battage pubblicitario attorno al filmato dell’autopsia di un presunto extraterrestre catturato a Roswell (New Mexico) nel 1947, sono state commercializzate, specie nel mercato americano, versioni “aliene” del classico gioco L’allegro chirurgo.

Anche le edicole, divenute rivendite di qualunque cosa, da una decina d’anni sono state assalite da prodotti per l’infanzia a base di slime e creature di altri mondi. Ma l’invasione era già iniziata nel 1988 con gli Exogini, i misteriori alieni.

Per percorrere i sette decenni di “contaminazioni” aliene, su iniziativa di Paolo Toselli, il Centro Italiano Studi Ufologici (CISU) ha proposto presso il Museo Etnografico “C’era una volta”, Piazza della Gambarina, Alessandria, la mostra tematica “UFO LUDICO”. L’esposizione, unica nel suo genere, è stata inaugurata il 24 settembre e sarà visitabile sino al 30 ottobre.

Guardandosi intorno, il visitatore non potrà che ammettere che l’invasione, tanto cara alla letteratura di fantascienza, c’è e c’è già stata: dischi volanti ed extraterrestri, qualunque sia l’opinione che abbiamo su di essi, ci sono e ci accompagnano nel nostro quotidiano, da molto tempo.

“UFO LUDICO” E’ ANCHE UN NUOVO LIBRO

Per l’occasione, Paolo Toselli ha scritto anche un libro con lo stesso titolo della mostra, pubblicato da UPIAR, che rappresenta un excursus dei settant’anni e oltre di contaminazioni “aliene” nel mondo dei giochi e dei giocattoli, con la prefazione di Fulvio Gatti. Il volume è arricchito con oltre 150 illustrazioni a colori. Non resta che leggerlo, anche per diventare un po’ nuovamente bambini!  (Il volume è in distribuzione presso il Museo Etnografico stesso, oppure presso il Museo del Fantastico di Torino, oppure è acquistabile direttamente sul sito dell’editore: Upiar Store).

36° Convegno Nazionale di Ufologia – CASI UFO: GLI ARCHIVI RACCONTANO

Centro Italiano Studi Ufologici – 36° Convegno Nazionale di Ufologia

CASI UFO: GLI ARCHIVI RACCONTANO

Gli avvistamenti selezionati dai catalogatori del CISU

Sabato 27 novembre 2021, ore 15,00

Il periodo del lockdown, come abbiamo avuto già modo di rimarcare, è servito alla nostra piccola comunità per iniziare, proseguire o portare a termine lavori di aggiornamento e catalogazione della casistica, sia per zone geografiche sia per aree tematiche.

Nell’ambito del Progetto Cataloghi Regionali diversi curatori stanno realizzando il catalogo della propria regione o aggiornando edizioni precedenti e sono in preparazione alcuni volumi legati alla casistica locale in 1000 dollar loan today.

Parallelamente si è incrementato il lavoro di aggiornamento dei vari archivi e cataloghi tematici dedicati ad aspetti particolari della casistica, come ad esempio quello curato da Stefano Innocenti sui casi con effetti fisici sull’ambiente (gli incontri ravvicinati del secondo tipo) oppure quello degli avvistamenti italiani di USO (oggetti subacquei o a contatto con l’acqua) di cui si occupa Marco Bianchini.

Mettere mano agli archivi significa rileggere, ristudiare ed analizzare avvistamenti – vicino o lontani nel tempo – che possono risultare più interessanti o intriganti di quanto ci si ricordava.

Quest’anno per il nostro convegno nazionale di ufologia (giunto alla 36° edizione) abbiamo chiesto a ciascuno di coloro che stanno  lavorando su questi progetti di presentare un caso che possa essere interessante scoprire o riscoprire per le sue caratteristiche, per il livello di approfondimento delle indagini, per l’originalità dei fatti o per le riflessioni che porta a fare.

L’idea è quella di evitare i “classici”, i casi più conosciuti (dei quali probabilmente abbiamo già letto o sentito di tutto) e recuperare invece avvistamenti meno noti che magari fino ad oggi sono rimasti chiusi all’interno di un qualche dossier. Sul podio virtuale si alterneranno quindi una decina di relatori, ognuno esperto della casistica di una regione o di una tipologia, ciascuno dei quali esporrà un particolare avvistamento che ha ritenuto meritevole di attenzione:

Salvo Foresta riporterà un recente avvistamento di “UFO discreto” in Sicilia, Pasquale Russo rievocherà il “Talk Show con il marziano”, Marco Orlandi ci riporterà agli inseguimenti di foo fighters sui cieli padani del 1945, Alessandro Cortellazzi presenterà l’incontro ravvicinato su “Base Tuono”, Angelo Ferlicca ha invece scelto “Lo strano anello” nel cielo viterbese, Paolo Toselli aggancerà “Percezioni, interpretazioni ed emozioni” circa due eventi nel Nordovest a distanza di 14 anni l’uno dall’altro, Stefano Innocenti festeggerà il “Capodanno con effetti elettromagnetici”, Paolo Fiorino ha scavato in un passato lontano per tornare su due classici incontri del terzo tipo nel torinese, Lello Cassano si chiede “…e se fosse tutto vero?”.

Come già  è stato nel 2020, anche quest’anno il nostro convegno annuale si svolgerà da remoto, attraverso la piattaforma Zoom Meeting, per evitare i rischi e le complicazioni legate all’organizzazione di un incontro in presenza.

L’incontro è riservato agli iscritti del Centro Italiano Studi Ufologici, ma chi altri fosse interessato a partecipare può farne richiesta al recapito della segreteria CISU:  cisu@ufo.it

Finalmente reso pubblico il rapporto sugli UAP dell’intelligence USA

Ieri, 25 giugno, come previsto, è stato reso noto il tanto atteso rapporto preliminare sugli UAP redatto della direzione della National Intelligence degli Stati Uniti su richiesta del Senato (https://www.dni.gov/files/ODNI/documents/assessments/Prelimary-Assessment-UAP-20210625.pdf). кредит через онлайн банки

Si tratta di un documento che costituisce una svolta rispetto alla politica degli ultimi anni decretando il ritorno di un interesse ufficiale delle autorità statunitensi per il fenomeno degli Oggetti Volanti Non Identificati.

Preceduto nei giorni scorsi dalle anticipazioni del New York Times e dal dibattito da queste innescato, il rapporto si presenta come un elaborato di poche pagine decisamente stringato anche nei contenuti.

Di seguito riportiamo la traduzione integrale del testo in modo che ciascuno possa valutarlo ed analizzarlo.

La prima impressione è di un elaborato davvero molto preliminare che dà conto dell’analisi di una serie di avvistamenti (144) raccolti dal 2004 ad oggi dei quali però non abbiamo ulteriori informazioni né sulla provenienza (in massima parte pare dalla Marina statunitense), né sulla tipologia dei casi, né sul tipo e la portata delle analisi effettuate in passato dagli enti preposti e oggi dalla commissione stessa.

E’ certamente importante rilevare come venga ripetuto che i casi analizzati hanno tutti una significativa consistenza fattuale, che sembrano riferirsi ad oggetti fisici e che sono spesso accompagnati da rilevamenti strumentali, anche multipli con apparecchiature ritenute adeguate ed attendibili, con buona pace dei “debunkers” che hanno cercato di metterlo in dubbio prima ancora di conoscere i fatti.

D’altra parte, a differenza di quanto era stato anticipato, il rapporto resta decisamente sul vago sulle possibili interpretazioni ed eventuali spiegazioni esotiche, come quelle legate all’ipotesi di velivoli di natura non terrestre, non vengono addirittura citate.

Allo stesso modo non viene escluso che a causare gli avvistamenti possano essere manufatti “segreti” prodotti da apparati della difesa o dell’industria privata statunitense.

Insomma, pur prendendo atto della presenza di casi non spiegati, il rapporto non si pronuncia sulle possibili interpretazioni e sulle stesse caratteristiche eventualmente “straordinarie” degli oggetti osservati.

Partendo da queste considerazioni, il rapporto auspica che vengano attuati procedure e studi mirati per raccogliere più avvistamenti dai vari uffici governativi e per costruire adeguati strumenti di analisi dei dati raccolti, addirittura con l’uso dell’intelligenza artificiale.

In conclusione viene quindi avanzata la richiesta diretta di finanziamenti specifici per promuovere e sostenere la ricerca sugli UAP.

Come possiamo vedere, siamo quindi molto distanti dalle aspettative, forse un po’ ingenue, di alcuni che si attendevano (o speravano) una parola definitiva sull’esistenza di un fenomeno reale e in qualche modo “alieno”. Piuttosto il rapporto esprime una linea che il Centro Italiano Studi Ufologici ha sostenuto da sempre: ci sono avvistamenti che non trovano facili spiegazioni ed è importante studiarli, senza preconcetti o convinzioni che non nascano dall’impegnativo e complesso lavoro di analisi dei dati.

Resterà ora da capire se questi suggerimenti saranno recepiti e come verranno mesi in pratica in quello che potrebbe diventare, dopo cinquant’anni, un nuovo “Project Blue Book”.

 

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FENOMENI AEREI NON IDENTIFICATI – VALUTAZIONI PRELIMINARI

 

AMBITO E PRESUPPOSTI

Portata

Questo rapporto preliminare è redatto dall’Office of the Director of National Intelligence (ODNI) in risposta alla disposizione del Senate Report 116-233, che accompagna l’Intelligence Authorization Act (IAA) per l’anno fiscale 2021, secondo cui il DNI, in coordinamento con il Segretario della Difesa (SECDEF), deve presentare una valutazione dal punto di vista dell’intelligence della minaccia posta in atto dai fenomeni aerei non identificati (UAP) e i progressi compiuti dalla Task Force per i fenomeni aerei non identificati (UAPTF) del Dipartimento della difesa nella comprensione di questa minaccia.

Questo rapporto fornisce ai responsabili politici una panoramica dei problemi associate alla caratterizzazione della potenziale minaccia rappresentatat dagli UAP, fornendo anche un mezzo per sviluppare processi, politiche, tecnologie e formazione pertinenti per l’esercito degli Stati Uniti e altro personale del governo degli Stati Uniti (USG) se e quando incontrano UAP, in modo da migliorare la capacità della comunità di intelligence (IC) di valutarne la minaccia. Il direttore dell’UAPTF è il funzionario responsabile per garantire la raccolta tempestiva e il consolidamento dei dati sugli UAP. Il set di dati descritto in questo rapporto è attualmente limitato principalmente alle segnalazioni da parte degli uffici governativi degli Stati Uniti di eventi avvenuti da novembre 2004 a marzo 2021. I dati continuano ad essere raccolti e analizzati.

L’ODNI ha preparato questo rapporto per i comitati del Congresso sull’intelligence e sulle forze armate. L’UAPTF e l’ODNI National Intelligence Manager for Aviation hanno redatto questa relazione, con l’input di USD(I&S), DIA, FBI, NRO, NGA, NSA, Air Force, Army, Navy, Navy/ONI, DARPA, FAA, NOAA, NGA, ODNI/NIM-Emerging and Disruptive Technology, ODNI/National Counterintelligence and Security Center e ODNI/National Intelligence Council.

 

Ipotesi

Le varie forme di sensori che registrano UAP generalmente funzionano correttamente e catturano sufficienti dati reali per consentire le valutazioni iniziali, ma alcuni UAP possono essere attribuibili ad anomalie dei sensori.

 

RIASSUNTO OPERATIVO

La quantità limitata di rapporti di alta qualità sui fenomeni aerei non identificati (UAP) ostacola la nostra capacità di trarre conclusioni definitive sulla natura o l’intento degli UAP. La Unidentified Aerial Phenomena Task Force (UAPTF) ha preso in considerazione una serie di informazioni sugli UAP descritte nei rapporti dell’esercito americano e della IC (Intelligence Community) ma, poiché il rapporto mancava di sufficiente specificità, alla fine ha riconosciuto che era necessario una procedura di rapporto unico e su misura per fornire dati sufficienti per l’analisi degli eventi UAP.

Di conseguenza, l’UAPTF ha concentrato la sua analisi sui rapporti avvenuti tra il 2004 e il 2021, la maggior parte dei quali sono il risultato di questa nuova procedura su misura per rilevare meglio gli eventi UAP attraverso un rapporto standardizzato.

La maggior parte degli UAP segnalati probabilmente rappresentano oggetti fisici, dato che la maggior parte degli UAP sono stati registrati attraverso più sensori, tra cui radar, infrarossi, elettro-ottici, puntatori di armi e osservazione visiva.

In un numero limitato di eventi, gli UAP sembravano mostrare caratteristiche di volo insolite. Queste osservazioni potrebbero essere il risultato di errori dei sensori, inganni informatici (spoofing) o percezione errata dell’osservatore e richiedono ulteriori analisi rigorose.

Ci sono probabilmente più tipi di UAP che richiedono spiegazioni diverse basate sulla varietà di apparizioni e comportamenti descritti nei rapporti disponibili. La nostra analisi dei dati supporta il concetto che se e quando i singoli eventi UAP saranno risolti, essi rientreranno in una delle cinque potenziali categorie esplicative: anomalie aeree, fenomeni atmosferici naturali, programmi di sviluppo del governo degli Stati Uniti o dell’industria statunitense, sistemi avversari stranieri e un contenitore residuale dell’”altro”.

Gli UAP pongono chiaramente un problema di sicurezza del volo e possono rappresentare una sfida alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Le preoccupazioni per la sicurezza si concentrano principalmente sui piloti che si confrontano con uno spazio aereo sempre più affollato. Gli UAP rappresenterebbero anche un problema per la sicurezza nazionale se fossero un insieme di strumenti di potenze straniere oppure potrebbero fornire la prova che un potenziale avversario ha sviluppato una tecnologia rivoluzionaria o distruttiva.

Il consolidamento coerente dei rapporti provenienti dal governo federale, la standardizzazione dei rapporti, l’aumento della raccolta e dell’analisi e una procedura semplificata per il vaglio di tutti questi rapporti rispetto a una vasta gamma di dati importanti in possesso del governo degli Stati Uniti, consentiranno un’analisi più sofisticata degli UAP che probabilmente approfondirà la nostra comprensione. Alcuni di questi passi richiedono l’utilizzo di notevoli risorse e necessiterebbero di ulteriori investimenti.

 

RAPPORTI DISPONIBILI IN GRAN PARTE NON CONCLUSIVI

 

I dati limitati lasciano la maggior parte degli UAP inspiegati

I dati limitati e l’incoerenza nella segnalazione sono problemi chiave per valutare gli UAP. Non esisteva alcun meccanismo di segnalazione standardizzato finché la Marina non ne ha stabilito uno nel marzo 2019. L’Aeronautica ha successivamente adottato quel meccanismo nel novembre 2020, ma rimane limitato alla segnalazione che competono al governo degli Stati Uniti. Durante la sua ricerca L’UAPTF ha regolarmente recepito a livello aneddotico notizie su altre osservazioni che si sono verificate, ma che non sono mai state state riportate in modo formale o informale da quegli osservatori.

Dopo aver considerato attentamente queste informazioni, l’UAPTF si è concentrato soprattutto sui rapporti che hanno coinvolto gli UAP osservati in prima persona da piloti militari e che sono stati registrati da sistemi che abbiamo considerato affidabili. Questi rapporti descrivono eventi avvenuti tra il 2004 e il 2021, la maggior parte dei quali negli ultimi due anni, quando il nuovo meccanismo di segnalazione è diventato più noto alla comunità dell’aviazione militare. Siamo stati in grado di identificare con alta attendibilità uno degli UAP segnalati. In quel caso abbiamo identificato l’oggetto come un grande pallone che si stava sgonfiando. Gli altri rimangono inspiegati.

– 144 rapporti provenivano da fonti USG. Di questi, 80 rapporti hanno coinvolto l’osservazione con sensori multipli.

  • La maggior parte dei rapporti ha riguardato UAP che hanno interrotto sessioni di addestramento o altre attività militari.

 

Problemi per la raccolta di dati sugli UAP

Preconcetti socioculturali e limitazioni dei sensori rimangono ostacoli alla raccolta di dati sugli UAP. Anche se alcuni problemi tecnici – come ad esempio come filtrare adeguatamente i segnali spuri dei radar per garantire la sicurezza del volo per gli aerei militari e civili – sono note da lunga data nell’ambito dell’aviazione, altre sono uniche per l’insieme degli UAP.

I racconti dei piloti operativi e degli analisti dell’esercito e dell’IC descrivono il poco interesse associato all’osservazione degli UAP, alla loro segnalazione o al tentativo di discuterne con i colleghi. Anche se gli effetti di questi preconcetti sono diminuiti man mano che i membri più anziani delle comunità scientifiche, politiche, militari e di intelligence si sono espressi seriamente sull’argomento in pubblico, il rischio di compromettere la propria reputazione può mantenere molti osservatori in silenzio, complicando la ricerca scientifica dell’argomento.

I sensori montati sulle piattaforme militari statunitensi sono tipicamente progettati per compiere missioni specifiche. Di conseguenza, questi sensori non sono generalmente adatti per identificare gli UAP.

I punti di osservazione dei sensori e il numero di sensori che osservano simultaneamente un oggetto giocano un ruolo sostanziale nel distinguere gli UAP dagli oggetti conosciuti e nel determinare se un UAP dimostra capacità aerospaziali straordinarie. I sensori ottici hanno il vantaggio di fornire alcune informazioni su dimensioni, forma e struttura. I sensori a radiofrequenza forniscono informazioni più accurate su velocità e portata.

 

Ma emergono alcuni modelli potenziali

Anche se c’era un’ampia variabilità nei rapporti e il set di dati è attualmente troppo limitato per consentire un’analisi dettagliata delle tendenze o dei modelli, c’è stato un certo raggruppamento delle osservazioni UAP per quanto riguarda la forma, la dimensione e, in particolare, la propulsione. Gli avvistamenti di UAP tendevano anche a raggrupparsi intorno ai campi di addestramento e collaudo degli Stati Uniti, ma valutiamo che questo può derivare da un pregiudizio di raccolta come risultato di un’attenzione focalizzata, un maggior numero di sensori di ultima generazione che operano in quelle aree, le aspettative delle unità coinvolte e le disposizioni di segnalare le anomalie.

 

E un pugno di UAP sembrano dimostrare una tecnologia avanzata

In 18 casi, descritti in 21 rapporti, gli osservatori hanno riferito modelli di movimento o caratteristiche di volo insolite degli UAP.

Alcuni UAP sembravano rimanere fermi nei venti in quota, muoversi controvento, manovrare bruscamente, o muoversi a velocità considerevole, senza mezzi di propulsione distinguibili. In un piccolo numero di casi, i sistemi degli aerei militari hanno calcolato l’energia di radiofrequenza (RF) associata agli avvistamenti di UAP.

L’UAPTF ha una piccola quantità di casi che sembrano mostrare UAP che mostrano accelerazioni o un certo grado di controllo della rotta. Sono necessarie ulteriori analisi rigorose da parte di più squadre o gruppi di esperti tecnici per determinare la natura e la validità di questi dati. Stiamo conducendo ulteriori analisi per determinare se si può provare la presenza di tecnologie fuori dall’ordinario.

 

GLI UAP PROBABILMENTE NON HANNO UNA SPIEGAZIONE UNICA

Gli UAP documentati in questo limitato gruppo di dati mostrano una varietà di comportamenti aerei, rafforzando la possibilità che ci siano più tipi di UAP che richiedono spiegazioni diverse. La nostra analisi dei dati supporta il concetto che, se e quando i singoli eventi UAP saranno risolti, essi cadranno in una delle cinque potenziali categorie esplicative: anomalie aeree, fenomeni atmosferici naturali, programmi di sviluppo del governo o dell’industria degli Stati Uniti, sistemi avversari stranieri, e una categoria residuale. Con l’eccezione di un caso in cui abbiamo determinato con alta sicurezza che l’UAP segnalato era un’anomalia aerea, in particolare un pallone che si sgonfiava, attualmente non abbiamo informazioni sufficienti nel nostro insieme di dati per attribuire agli altri casi delle spiegazioni specifiche.

Anomalie aeree: Questi oggetti includono uccelli, palloncini, veicoli aerei senza equipaggio (UAV), o detriti aerei come sacchetti di plastica che confondono la scena e influenzano la capacità di un operatore di identificare i veri obiettivi, cioè aerei nemici.

Fenomeni atmosferici naturali: I fenomeni atmosferici naturali includono cristalli di ghiaccio, umidità e fluttuazioni termiche che possono registrarsi su alcuni sistemi infrarossi e radar.

Programmi di sviluppo del governo o dell’industria degli Stati Uniti: Alcune osservazioni UAP potrebbero essere attribuibili a sviluppi e programmi segreti di enti statunitensi. Non siamo stati in grado di confermare, tuttavia, che questi sistemi rappresentassero uno qualsiasi dei rapporti UAP che abbiamo raccolto.

Sistemi avversari stranieri: Alcuni UAP potrebbero essere tecnologie impiegate da Cina, Russia, un’altra nazione o un’entità non governativa.

Altro: Anche se la maggior parte degli UAP descritti nel nostro insieme di dati probabilmente rimangono non identificati a causa di dati limitati o di difficoltà nel loro trattamento o analisi, potremmo aver bisogno di ulteriori conoscenze scientifiche per raccogliere, analizzare e caratterizzare con successo alcuni di essi. Raggrupperemmo tali oggetti in questa categoria in attesa di progressi scientifici che ci permettano di comprenderli meglio. L’UAPTF intende concentrare l’analisi supplementare sul piccolo numero di casi in cui un UAP sembrava mostrare caratteristiche di volo insolite o la gestione dei propri movimenti.

 

GLI UAP MINACCIANO LA SICUREZZA DEL VOLO E, FORSE, LA SICUREZZA NAZIONALE

Gli UAP rappresentano un pericolo per la sicurezza del volo e potrebbero rappresentare un pericolo più ampio se alcuni casi fossero interpretabili come un insieme di azioni sofisticate contro le attività militari degli Stati Uniti da parte di un governo straniero o se dimostrassero una tecnologia aerospaziale innovativa di un potenziale avversario.

 

Possibili pericoli nello spazio aereo

Quando i piloti si trovano in situazioni pericolose per la sicurezza, sono tenuti a segnalare questi problemi. A seconda della posizione, dell’intensità e del comportamento delle cause di pericolo durante i voli, in genere i piloti possono decidere di interrompere i loro test e/o l’addestramento e far atterrare i loro aerei, il che ha un effetto deterrente sulla segnalazione.

L’UAPTF ha 11 rapporti di casi documentati in cui i piloti hanno segnalato quasi incidenti con un UAP.

 

Potenziali problemi per la sicurezza nazionale

Attualmente non abbiamo dati che indichino che gli UAP facciano parte di un programma straniero o che siano indicativi di un importante progresso tecnologico da parte di un potenziale avversario. Continuiamo a cercare le prove di tali programmi, data la sfida di controspionaggio che rappresenterebbero, in particolare perché alcuni UAP sono stati rilevati vicino a strutture militari o ad aerei che trasportano i sistemi di sensori più avanzati dell’USG.

 

SPIEGARE GLI UAP RICHIEDERÀ UN INVESTIMENTO ANALITICO, DI RACCOLTA E DI RISORSE

Standardizzare le procedure di segnalazione, consolidare i dati e approfondire l’analisi

In linea con le disposizioni del Senate Report 116-233, che accompagna lo IAA per l’anno fiscale 2021, l’obiettivo a lungo termine dell’UAPTF è di ampliare la portata del suo lavoro per includere nella sua analisi ulteriori eventi UAP documentati da una fascia più ampia di personale e sistemi tecnici dell’USG. Con l’aumento del set di dati, migliorerà anche la capacità dell’UAPTF di impiegare l’analisi dei dati per individuarne le costanti. L’obiettivo iniziale sarà quello di impiegare intelligenza artificiale e algoritmi di apprendimento automatico per raggruppare e riconoscere somiglianze e modelli nelle caratteristiche dei dati. Man mano che il database accumulerà informazioni di oggetti aerei noti, come palloni meteorologici, palloni ad alta quota o ad alta perssione, e la fauna selvatica, l’apprendimento automatico potrà aggiungere efficienza pre-valutando i rapporti UAP per vedere se le caratteristiche corrispondono a eventi simili già presenti nel database.

L’UAPTF ha iniziato a sviluppare flussi di lavoro analitici e di elaborazione interagenti per garantire che, sia la raccolta sia l’analisi siano ben supportate da informazioni e coordinate.

La maggior parte dei dati UAP proviene dai rapporti della Marina statunitense, ma sono in corso sforzi tra i servizi militari degli Stati Uniti e le altre agenzie governative per standardizzare i rapporti sugli eventi e garantire che tutti i dati pertinenti siano raccolti rispetto a particolari eventi e qualsiasi attività degli Stati Uniti che potrebbe essere rilevante.

L’UAPTF sta attualmente lavorando per acquisire ulteriori rapporti, anche dall’U.S. Air Force (USAF), e ha iniziato a ricevere dati dalla Federal Aviation Administration (FAA).

Sebbene la raccolta di dati dell’USAF sia stata storicamente limitata, l’USAF ha iniziato un programma pilota di sei mesi nel novembre 2020 per raccoglierne nelle aree in cui è più probabile incontrare UAP e sta valutando come normalizzare la raccolta futura, la segnalazione e l’analisi in tutta l’aeronautica militare.

La FAA acquisisce i dati relativi agli UAP durante il normale corso della gestione delle operazioni di traffico aereo. La FAA generalmente raccoglie questi dati quando i piloti e altri utenti dello spazio aereo segnalano eventi insoliti o inaspettati all’organizzazione del traffico aereo della FAA.

Inoltre, la FAA monitora continuamente i suoi sistemi alla ricerca di anomalie, generando ulteriori informazioni che possono essere utili all’UAPTF. La FAA è in grado di isolare i dati di interesse per l’UAPTF e renderli disponibili. La FAA ha un programma di sensibilizzazione robusto ed efficace che può aiutare l’UAPTF a raggiungere i membri della comunità aeronautica per evidenziare l’importanza di segnalare gli UAP.

 

Espandere la raccolta

L’UAPTF è alla ricerca di nuovi modi per aumentare la raccolta in aree di concentrazione di UAP dove le forze statunitensi non sono presenti così come un modo per creare un modello “standard” di attività UAP e limitare la distorsione di raccolta dei dati. Una proposta è quella di utilizzare algoritmi avanzati per cercare i dati storici catturati e memorizzati dai radar. L’UAPTF prevede anche di aggiornare la sua attuale strategia di raccolta UAP tra le agenzie governative al fine di portare le piattaforme e i metodi di raccolta rilevanti dal DoD e dall’IC.

 

Aumentare gli investimenti in ricerca e sviluppo

L’UAPTF ha indicato che ulteriori finanziamenti per la ricerca e lo sviluppo potrebbero favorire lo studio futuro degli argomenti esposti in questo rapporto. Tali investimenti dovrebbero essere guidati da una strategia di raccolta UAP, una tabella di marcia tecnica R&S UAP e un piano di programma UAP.

Nuovo numero della rivista “UFO”

È uscito il n. 45 di UFO – Rivista di informazione ufologica del CISU, che vede innanzitutto il cambio di direttore responsabile (come già segnalato) ed alcuni avvicendamenti nel gruppo redazionale. заявка потребительский кредит банк

Il fascicolo si apre con un articolo/editoriale di Paolo Fiorino ricco di riflessioni e ragionamenti sul come approcciare il fenomeno UFO o, meglio, su quanto ci si può spingere a inquadrare in schemi qualcosa che per sua natura risulta sfuggevole.

“Un ’laboratorio del vuoto’ per gli UFO. Lo stupor oltre e al di là della capacità negativa” non è però (o non solo) un articolo teorico e filosofico sull’ufologia: Fiorino fa emergere i suoi pensieri dallo studio degli avvistamenti, dalla sua ultraquarantennale esperienza sul campo, a contatto con i testimoni, e il discorso rimane sempre legato alla concretezza, alla fattualità degli avvenimenti.

Un altro articolo importante, questa volta legato all’attualità, è l’analisi della vicenda dei filmati della Marina militare statunitense che sono diventati, nel bene e nel male, uno degli argomenti più dibattuti degli ultimi anni. Marco Orlandi, da esperto appassionato di aeronautica, non si limita a ricostruire in modo minuzioso i termini della vicenda, ma la inquadra nel contesto prettamente militare nel quale si è sviluppata.

Ancora Fiorino completa la sua serie di articoli sulla ricerca ufologica “ufficiale” in Italia concentrandosi sul periodo 1971-1977, ossia gli anni che hanno preceduto la commissione creata in seno ai servizi di intelligence dell’Aeronautica militare, attiva ancora oggi. Si tratta di un testo  che dettaglia in modo preciso gli avvenimenti di quegli anni contestualizzandoli grazie ai ricordi in prima persona e ai documenti e alle testimonianze di quelli che, tra ufologi e militari, sono stati i protagonisti di quel periodo. L’articolo è accompagnato da una poderosa parte bibliografica, frutto del lavoro di costruzione di un imponente archivio sull’argomento: leggendo le note si rivive il clima estremamente vivace che ha accompagnato per tutti gli Anni 70 il crescendo di segnalazioni ufologiche, di appassionati che si avvicinavano alla ricerca e di interesse degli organi governativi. E soprattutto, nel ricostruire la storia dei fatti, l’autore fa piazza pulita una volta per tutte dei miti e delle dietrologie che sul coinvolgimento ufficiale in Italia sono state propagandate per troppo tempo.

Completano il numero (oltre ad aggiornamenti vari) un articolo di Bruno Mancusi sul folklore dei “dischi infuocati” e un intervento dell’ufologo spagnolo Josè Antonio Caravaca sulla “teoria della distorsione”, una riproposizione di un’ottica parafisica dopo cinquant’anni da Passport to Magonia. Come dimostrano le ultime uscite di Jacques Vallée, forse la teoria parafisica non è mai del tutto tramontata, ma lo scopo di riparlarne oggi, negli Anni Duemila, è quello di coglierne gli aspetti intriganti  e speculativi senza però dimenticarne i limiti, soprattutto dal punto di vista scientifico.

Aeronautica italiana e OVNI

Una sola nuova segnalazione di UFO è stata riportata nel mese di gennaio all’Aeronautica Militare Italiana. интернет заявки на дебетовую карту

Il Reparto Generale Sicurezza continua infatti la sua attività di raccolta e analisi delle segnalazioni di oggetti volanti non identificati (OVNI) che di solito vengono pubblicate annualmente sotto forma di breve elenco sul sito web www.aeronautica.difesa.it.

Come abbiamo già rilevato in passato, a differenza di altri Paesi i totali annuali dei casi UFO ricevuti dall’ente pubblico italiano sono sempre stati di gran lunga inferiori a quelli raccolti dalle associazioni ufologiche. In teoria l’ufficio dell’Aeronautica dovrebbe essere il referente per le osservazioni di provenienza militare,  aeronautica in particolare. Nella pratica, i pochi casi raccolti ogni anno giungono dalle fonti più diverse, e le analisi preliminari effettuate (controllo della presenza di velivoli in volo o di palloni meteorologici lanciati dalla stessa Aeronautica) sembrano il più delle volte inadeguate o addirittura inutili, in quanto svolte al di fuori di un processo di studio complessivo degli avvistamenti.

D’altra parte è questo una sorta di “peccato originale” che l’RGS si porta dietro fin da quando nel 1979 l’arma aeronautica venne  incaricata di raccogliere i casi, non di studiarli, non essendo neppure mai stata dotata delle necessarie risorse.

Negli ultimi anni, il 2017 ha registrato il record negativo in assoluto: zero casi nell’annata, cosa mai accaduto prima. Gli anni successivi si sono invece allineati a quelli precedenti: 5 segnalazioni nel 2018, 6 nel 2019 e solamente 2 nel 2020.

Perlopiù si tratta di osservazione di luci. Delle 13 segnalazioni sopra indicate solo due sono da parte di testimoni militari, e nessuna è pervenuta da personale operativo presso siti militari o da piloti in volo.

Tutti gli avvistamenti sono archiviati con la formula «Sulla base dei dati raccolti presso gli Enti preposti alla forza armata, l’evento non è associato ad attività di volo o di radiosondaggio ed è stato pertanto catalogato come O.V.N.I».

Non bisogna però (o comunque?) lasciarsi trarre in inganno da queste parole: il fatto che siano espletate queste due  verifiche di routine (sempre le stesse) ci dice ben poco sull’effettiva identificabilità o meno dei singoli avvistamenti.

Quando ad esempio la descrizione è palesemente riferibile ad un lancio di “lanterne cinesi”, sulla base della semplice descrizione testimoniale, il controllo delle rotte aeree o dei lanci delle radiosonde è completamente irrilevante, per non dire fuorviante.

 

Nuovo direttore per la rivista del CISU

Fabrizio Dividi è il nuovo direttore responsabile di UFO – Rivista di informazione ufologica.

Succede a Danilo Arona, critico, scrittore e saggista che per oltre dieci anni ci ha onorato della sua firma.

Nel ringraziarlo per questa importante collaborazione, vi invitiamo a seguire la sua produzione letteraria attraverso il  sito www.daniloarona.com.

Fabrizio Dividi, laureato in Lettere moderne con una tesi su Lolita di Stanley Kubrick, nel 2009 ha fondato l’associazione culturale Dinamovie Pictures. Nel 2010 ha vinto come sceneggiatore il premio come Miglior Cortometraggio alla rassegna Piemonte Movie con Linda, spot contro la violenza sulle donne scelto dalla TV Svizzera Italiana e da numerose associazioni no-profit. Nel 2012, con Vincenzo Greco e Marta Evangelisti, ha firmato regia e sceneggiatura di Sale per la capra, il documentario che dopo trent’anni rievocava la tragica vicenda dell’incendio del cinema torinese Statuto. Nel 2016, con gli stessi autori, ha realizzato Venanzio Revolt, documentario sul cinema torinese con Lorenzo Ventavoli, Steve Della Casa e la voce narrante di Nanni Moretti. Nel 2015 è entrato nello staff del festival cinematografico Seeyousound come selezionatore, organizzatore e infine presidente dell’associazione che lo organizza. Gestisce il sito www.massmedio.com dedicato a cinema, TV e comunicazione.

Dal 2017 è collaboratore fisso del  Corriere della Sera per le pagine cinematografiche dell’edizione di Torino.

Fabrizio ha alle sue spalle anche un’importante carriera ufologica: socio fondatore del CISU, da più di trent’anni è membro della sede di Torino e responsabile del catalogo UFO e cinema. Ha partecipato ad indagini sul campo, tenuto conferenze, collaborato alle attività di archivio ed è stato uno dei principali organizzatori del 31° Convegno nazionale del CISU, tenutosi nel 2007 a Saint Vincent, nel sessantennale della nascita dell’ufologia. Da sempre tra i redattori della nostra rivista, su queste stesse pagine ha pubblicato diversi articoli legati alle connessioni tra ufologia e cinema. займ на карту новые мфо

Una nota di Fabrizio Dividi

«Su questa rivista ho scritto il primo articolo della mia vita, e dello storico “numero 1” ricordo ancora il profumo della carta stampata; forse perché per quella copia, come per molte successive, avevo collaborato in fase redazionale, ma anche per allestimento, pinzatura e persino affrancatura e spedizione. Diventarne direttore significa fare i conti con il tempo che passa, oltre tre decenni, e in qualche modo anche con la propria vita; ed è per questo motivo che, oltre che all’orgoglio di succedere a Danilo Arona e al suo predecessore Gianni Settimo, mi piace pensare a un percorso stimolante che avrà ancora spazi di crescita e maturazione.

A soci e lettori di oggi e di domani un saluto e una rassicurazione: la linea editoriale di UFO proseguirà fedele e rigorosa. Perché i direttori passano, il Cisu resta».
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(sotto: l’intervista di Fabrizio Dividi al regista Tinto Brass sul suo film “Il disco volante”)

Pre-Ufo: aggiornamento e un nuovo libro

I progetti di ricerca del CISU sono stati concepiti come un lavoro continuo di raccolta, catalogazione e analisi e anche il PreUfoCat, ossia il catalogo delle osservazioni di Oggetti Volanti non Identificati nel passato) è costantemente aggiornato dal suo curatore, Pietro Torre.
Nel 2018 era uscita la terza edizione di “Strane luci nella storia d’Italia“, il testo che raccoglie i casi di osservazioni di fenomeni aerei insoliti dall’antichità fino al 1900: un volume di oltre 1000 pagine con più di 3400 casi completi di descrizione, fonti bibliografiche e analisi. Ora Torre ha prodotto un aggiornamento che dà conto del lavoro svolto negli ultimi tre anni (2018, 2019 e 2020) per correggere o integrare casi già presenti in catalogo o aggiungerne di nuovi. Si tratta di un fascicolo di 40 pagine disponibile in formato sia digitale sia cartaceo, che verrà inviato ad integrazione dell’ultima edizione integrale (anch’essa disponibile in entrambi i formati sul sito www.upiar.com) лучший банк для рефинансирования

Restando in tema di fenomeni anomali osservati nei secoli scorsi, segnaliamo il volume dello scrittore e saggista ravennate Eraldo Baldini che alla fine del 2020 ha pubblicato il libro “Quel che vedevano in cielo. Comete, «prodigi», oggetti volanti nelle cronache e testimonianze dall’Antichità alla fine del XVII secolo (con particolare riguardo all’area romagnola ed emiliana”, con una raccolta di fenomeni celesti accompagnata da una bibliografia ricca ed accurata (174 pagine, Società Editrice «Il Ponte Vecchio», Cesena).
Molto interessante è l’approccio dell’autore che nell’introduzione spiega: “Sarebbe forse superficiale liquidare sempre e comunque i racconti di certi eventi come fantasie, invenzioni e operazioni «editoriali»: i resoconti di accadimenti ritenuti «prodigiosi» possono infatti contenere a volte, oltre a inevitabili iperboli, fraintendimenti, scopi politici e religiosi e intenti commerciali, anche elementi di «verità» e rappresentare, quantunque condite dalla meraviglia del pensiero pre-scientifico, cronache e testimonianze nate da qualcosa di concreto”.
Baldini sottolinea poi come sembri esistere una sorta di barriera tra atteggiamenti a volte iper-razionalisti e, dall’altra parte, le interpretazioni più esotiche e fantasiose alle quale purtroppo siamo abituati. La sua conclusione è quindi che “Una mediazione ragionata e critica è apparsa sempre difficile, anche se è impossibile pensare che i sostenitori delle più estreme teorie ufologiche non si pongano riserve e dubbi sull’interpretazione di molti passaggi dei vecchi testi, e al contempo che gli storici più preparati e «ortodossi» non provino a loro volta, in qualche caso, dubbi, e non si pongano interrogativi davanti a certe descrizioni” (…) “Sarebbe a nostro avviso necessario e costruttivo, oggi, che si rileggessero i resoconti degli antichi «prodigi», soprattutto quelli celesti, con mente critica ma aperta, senza avere sposato idee e maturato chiusure preconcette, con la sempre preziosa capacità di porsi domande”.
Considerazioni altamente condivisibili, che sembrano riflettersi nei presupposti che stanno alla basse del nostro modo di affrontare questo argomento e di tutto il lavoro di Torre.

SATELLITI STARLINK: IL PRINCIPALE IFO DEL 2020

Il progetto Starlink della società Space-X di Elon Musk prevede la messa in orbita di 12.000 satelliti di piccole dimensioni che forniranno una connessione Internet a banda larga a livello globale. Il dispiegamento dell’intera flotta sarà realizzato con lanci ad intervalli regolari di gruppi di alcune decine di satelliti. займ на карту маэстро мгновенно круглосуточно без отказа с плохой ки

I satelliti, portati all’altezza di circa 450 chilometri da un razzo Falcon, vengono progressivamente rilasciati dal vettore andando a formare un “treno” di 50/60 oggetti resi luminosi dal riflesso del sole sui pannelli solari, come accade per altri satelliti o per la ISS.

I satelliti si portano poi ad una quota superiore (550 chilometri) e si vanno a sistemare nella loro posizione prestabilita e quindi in poco tempo il “treno” di luci non è più visibile.

Il primo lancio di 60 satelliti è stato effettuato il 24 maggio 2019 e l’ultimo finora, il sedicesimo, il 25 novembre 2020 per un totale ad oggi di 901 satelliti in orbita.

La sequenza di luci ben allineate transita con una frequenza di 90/100 minuti e impiega alcuni minuti per attraversare il campo visivo di chi li osserva da terra.

In diverse occasioni il passaggio del treno di luci ha causato curiosità e generato delle segnalazioni ufologiche come nel caso delle numerose osservazioni avvenute nella primavera 2020.

E’ possibile controllare le date e le orbite dei satelliti Starlink in diversi siti di osservazione celeste quali ad esempio Find Starlink

IN AUMENTO NEL 2020 GLI AVVISTAMENTI UFO IN ITALIA

L’anno appena concluso ha registrato un leggero incremento delle segnalazioni di avvistamenti ufologici inviate direttamente dai testimoni al Centro Italiano Studi Ufologici. взять займ без процентов на месяц

A comunicarlo è Andrea Bovo che ha catalogato i questionari di raccolta delle testimonianze, compilabili direttamente sui siti web del CISU.

Nel 2020 sono state raccolte 158 segnalazioni, all’incirca il 13% in più rispetto ai due anni precedenti che avevano registrato 139 (2019) e 137 casi (2018).

Come da prassi consolidata, la maggior parte dei casi (75%) si riferisce a osservazioni di luci notturne. Sono solamente il 6% le osservazioni di “oggetti diurni” e poche unità i casi di incontri ravvicinati, anche questa una tendenza costante negli ultimi anni, in cui scarseggiano le osservazioni di fenomeni anomali da distanza ravvicinata o con effetti fisici sull’ambiente.

Altra costante ormai stabile è il gran numero di avvistamenti accompagnati da riprese fotografiche o filmate, soprattutto tramite l’uso di telefoni cellulari, che rappresentano oltre un quarto (28%) delle segnalazioni ricevute.

E’ bene ricordare che la stragrande maggioranza delle segnalazioni ufologiche trovano una spiegazione in termini convenzionali in seguito al lavoro di indagine e approfondimento dei casi. Si tratta di osservazioni di corpi astronomici, rientri meteorici, aeromobili o altri oggetti (lanterne cinesi, droni ecc.) che non vengono riconosciuti dai testimoni per le condizioni di osservazione o per la mancanza di riscontri, quali ad esempio la consultazione di mappe celesti o delle tabelle relative ai transiti della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) e di satelliti artificiali.

Nel 2020 sono diminuiti i casi riconducibili alle cosiddette “lanterne cinesi” (1%) ma sono stati ben il 25% gli avvistamenti causati dai treni di satelliti Starlink, in particolare nei mesi di marzo, aprile e maggio.