Argentina: sette anni di commissione ufficiale sugli UFO

Il 6 maggio scorso ha compiuto sette anni la Comisión de Estudios de Fenómenos Aeroespaciales (CEFAe) istituita nel 2011 in seno alla Fuerza Aerea Argentina (FAA) per il preciso scopo di “organizzare, coordinare e svolgere in forma metodica l’indagine delle possibili cause degli avvistamenti di oggetti non identificati nello spazio aereo nazionale, che siano stati espressamente denunciati, pubblicando il risultato di quei casi sui quali si sia arrivati ad una conclusione certa e precisa”.

La nascita del CEFAe fu a suo tempo salutata con entusiasmo dagli stessi ufologi, in Argentina e all’estero, in quanto fra i collaboratori erano stati ammessi anche studiosi appartenenti al mondo dell’associazionismo, che si sentirono così “ufficializzati”.

 

 

In realtà, nei primi quattro anni della sua esistenza la commissione non svolse quasi nessuna attività. Il cambiamento di rotta ci fu nel gennaio 2015, quando a dirigere il CEFAe fu chiamato il colonnello Rubén Lianza, un ufficiale pilota in congedo, laureato in ingegneria aerospaziale, già responsabile dell’ufficio stampa dell’Aeronautica.

A partire da quel momento, la Comisión de Estudios de Fenómenos Aeroespaciales ha cominciato a pubblicare un rapporto annuale che presenta i casi ricevuti e il risultato delle indagini eseguite. Deve trattarsi di segnalazioni pervenute direttamente dai testimoni, a condizione che abbiano riempito un questionario dettagliato e il caso sia corroborato da qualche elemento di prova oggettiva analizzabile come foto, filmati o tracce. Nel 2015 il rapporto comprendeva 10 casi, nel successivo anno 2016 i casi ricevuti (e tutti spiegati “con cause di origine conosciuta”) erano diventati 40 [ne abbiamo già parlato qui]. Per l’anno 2017, il CEFAe ha dettagliato 19 indagini, tutte coronate da una spiegazione.

 

Il malumore degli appassionati argentini si è quindi fatto palpabile e – come è avvenuto tutte le volte che un governo ha accolto le annose richieste di rilasciare al pubblico i dati raccolti sugli UFO senza però che emergesse quel che in molti speravano di trovarci – il CEFAe è stato accusato di essere un semplice paravento che nasconde o che neppure riceve i casi “scottanti”. Accuse acutizzate dal fatto che il 29 novembre 2016 con una disposizione dello Stato Maggiore Generale dell’Aeronautica rivolta alla Commissione è stato ordinato di includerne fra i membri e consulenti solo “persone con profili professionali e con titoli universitari, tecnici o scientifici, con o senza legami con l’Aeronautica militare”, con conseguente estromissione degli ufologi argentini che si erano fatti vanto del loro ruolo “ufficiale”.

 

In realtà, l’attività e l’attivismo della commissione sono dovuti all’impegno personale di Rubén Lianza che, cosa nota a pochi, già da molti anni era interessato all’argomento, tanto da aver partecipato negli anni ’80 ad attività ufologiche e perfino a indagini “sul campo” (Nella foto qui accanto si riconosce Rubén Lianza insieme all’ex ufologo italo-argentino Alejandro Agostinelli nel corso dell’indagine sul famoso caso della traccia sul Monte Pajarillo, nel febbraio 1986).

E se si scorre la lista aggiornata dei consulenti esterni vi si trovano ancora  nomi di ufologi di provata reputazione e serietà (i francesi François Louange e Antoine Cousyn, lo spagnolo Vicente-Juan Ballester Olmos, l’uruguayano Milton Hourcade). Nessuno di loro però è argentino.

 

Non sembra quindi un caso che questo weekend (2-3 giugno) si tenga a Victoria (nello stato argentino di Entre Rios) un congresso internazionale centrato proprio su “La investigacion oficial en Latinoamerica”, organizzato dalla CEFORA (Comision de Estudio del Fenomeno Ovni de la Republica Argentina, un’associazione creata nel 2009 per richiedere al governo argentino di aprire i suoi archivi ufologici come altri paesi sudamericani hanno già fatto): al congresso è stata annunciata la partecipazione di esponenti delle varie commissioni militari sugli UFO di Cile, Perù e Uruguay, ma nessuno dal CEFAe, a conferma che tutto il mondo è paese e… nessuno è profeta in patria!

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Nella fotografia di apertura, in alto: il direttore del CEFAe, Rubén Lianza (foto Alejandro Agostinelli).

La scomparsa di Francine Fouéré, decana dell’ufologia francese

Il 26 maggio è morta a Parigi la decana dell’ufologia francese, Francine Fouéré. Aveva da poco compiuto 91 anni.

Insegnante di liceo, interessata all’ufologia fin dal 1954, insieme al marito Réné Fouéré nel 1962 aveva fondato il Groupement d’Etude de Phénomènes Aériens (in sigla GEPA) associazione di tecnici, scienziati, militari che per 15 anni rappresentò in Francia il principale tentativo di fare dell’ufologia uno studio scientifico, nettamente separato dal sensazionalismo sui “dischi volanti”. Per il loro totale coinvolgimento  di coppia nell’associazionismo ufologico, erano considerati “i coniugi Lorenzen francesi“.

 

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Anche dopo la morte del marito, nel 1990, Francine era rimasta attivamente impegnata negli studi sull’argomento, partecipando a riunioni e conferenze,  curando nel 2008 la ripubblicazione in cinque volumi della collezione completa (e integrata da vari articoli inediti) della rivista del GEPA, “Phénomènes spatiaux”.

 

 

Nel 1982 avevamo avuto occasione di incontrarla nella sede del GEPA a Parigi, e nel 2005 abbiamo avuto la sorpresa di ritrovarla al congresso di Chalons-en-Champagne, dove gestiva uno stand con le vecchie pubblicazioni della sua associazione [foto SPICA].

Una sua intervista autobiografica è stata raccolta da Gilles Thomas e può essere ascoltata qui.

 

[Comunicazione di Pierre Lagrange]

Foto in alto (in evidenza): © Yves Bosson / Agence Martienne

Gran Bretagna: la scusa per chiudere l’ufficio UFO della Difesa

David Clarke è uno di quei rari ufologi che, invece di lamentarsi  della “congiura del silenzio”, hanno svolto un ruolo importante nella de-secretazione dei documenti ufologici dagli archivi militari.

Ufologo e giornalista, poi docente di giornalismo alla Sheffield University, proprio in virtù delle sue competenze è stato consulente del Ministero della difesa britannico (Ministry of Defence, MoD) nel processo di declassificazione che tra il 2008 e il 2013 ha portato al deposito di 210 dossier UFO (oltre 52.000 pagine) presso i National Archives, accessibili al pubblico.

Proprio Clarke – che fu ospite del CISU al congresso internazionale di Saint Vincent nel 2007  e raccontò la vicenda nel suo intervento – l’anno precedente aveva scoperto ed aveva ottenuto il rilascio  di un rapporto segreto frutto di uno studio commissionato nel 1996 dal MoD  sul database della casistica raccolta. Lo studio, denominato “Project Condign” e durato quattro anni,  si era concluso con la redazione di un rapporto in tre volumi (intitolato “Fenomeni Aerei Non-identificati nella regione della difesa aerea del Regno Unito”) a cura di un ex-ufficiale dell’intelligence, lui stesso testimone di un avvistamento negli anni ’50, quando era un pilota della RAF.

E proprio quel rapporto aveva fornito ai servizi segreti militari inglesi la scusa per chiudere alla fine del 2000 il loro “ufficio UFO” (all’interno del Defence Intelligence 55, in sigla DI55) che dal 1967 aveva raccolto ed analizzato le segnalazioni di avvistamento nel Regno Unito. Peraltro questa cessazione era avvenuta all’insaputa del pubblico, che neppure conosceva l’esistenza dell’ufficio, visto che le pubbliche relazioni  sugli UFO da parte del MoD erano gestite  da un altro ente (il Secretariat Air Staff 2, in sigla AS2), che le ha poi proseguite fino al 2009.

Sempre Clarke aveva avuto nel 2013 la promessa scritta dal ministero che i pochi files non ancora resi pubblici sarebbero stati rilasciati a breve. Le sue reiterate richieste però avevano prodotto solo scuse e rinvii, tanto che lo studioso aveva cominciato a pensare che fra quei documenti ci fosse qualcosa che il MoD tentava di non far conoscere.

Dopo quasi cinque anni, nel gennaio scorso Clarke ha infine ricevuto gli ultimi cinque faldoni per un totale di oltre 2.500 pagine, declassificate da “segreto” e in parte censurate per eliminare ogni riferimento a dati personali. L’analisi dettagliata dei documenti non è ancora terminata, ma sono già saltate fuori cose interessanti per la miglior comprensione della storia dell’ufologia ufficiale in Gran Bretagna.

Fra le carte, un memorandum del 16 aprile 1998, quando il “Progetto Condign” era ancora in corso. Ecco cosa scriveva lo stesso ufficiale incaricato:

La frase potrebbe causare un certo imbarazzo se in futuro fosse scoperto che il DI55 ha condotto una qualche ricerca. Mi riferisco in particolare a quella che sarà la raccomandazione che mi aspetto, cioè che il DI55 non dovrebbe più essere coinvolto nel monitoraggio degli UAP. Ipotizzando che la mia raccomandazione venga accolta, quando gli ufologi lo verranno a sapere qualcuno dovrà spiegare il perché […]

 

Da altri documenti ora declassificati si deduce che già da qualche tempo i responsabili dell’AS2 cercavano di liberarsi dal fastidio  degli UFO, ma che le loro controparti del DI55 facevano orecchie da mercante sul punto  perché temevano che l’opinione pubblica e gli ufologi reagissero alla chiusura dell’”UFO Desk” accusando il MoD di non aver studiato i dati in modo adeguato prima di giungere a una simile conclusione.

Il “Rapporto Condign” era quindi servito proprio a questo scopo: motivare una decisione già presa, ossia arrivare dapprima alla chiusura del back office e poi, dopo la declassificazione del rapporto stesso, alla chiusura anche del front office che il Ministero della difesa inglese aveva tenuto aperto per tanto anni.

La storia completa dell’ultimo rilascio di documenti militari britannici con i commenti di Clarke sarà pubblicata in un suo articolo esclusivo per il prossimo numero della rivista “UFO” del Centro Italiano Studi Ufologici.

[c] David Clarke  e per l’Italia Centro Italiano Studi Ufologici

 

 

1978: la grande ondata 40 anni dopo

In questo 2018 cade il quarantennale della grande ondata di avvistamenti UFO in Italia del 1978, l’anno con più segnalazioni e casi raccolti in tutto il XX secolo.

Già vent’anni fa il Centro Italiano Studi Ufologici dedicò il proprio 13° convegno nazionale al riesame di quell’annata straordinaria, con analisi e confronti della scena internazionale.

A 40 anni dai fatti, il CISU ha lanciato pochi mesi fa un nuovo “Progetto ’78”, basato sull’imponente archivio del centro ed articolato in due diverse sezioni, i cui primi risultati sono in arrivo in questi giorni.

Una prima parte del progetto consiste nella digitalizzazione e indicizzazione integrale delle fonti di stampa dell’epoca. L’ondata del 1978 infatti fu anche e soprattutto un’ondata mediatica, che travolse i giornali e gli altri mass media a livello nazionale e in modo assai pervasivo, con un’intensità inedita in passato (e in futuro), come risulta anche solo dai riepiloghi annuali delle notizie raccolte nell’Archivio Stampa del CISU: mai prima di quel momento (*) erano stati raccolti più di duemila ritagli stampa in un solo anno, come avvenne invece nel ’78, e mai più è capitato negli anni successivi. L’ufomania sui giornali italiani venne rilevata già all’epoca, quando si parlò di “psicosi da UFO”.

Tutto il pubblicato raccolto è da tempo ordinato ed allestito in formato cartaceo presso la sede del CISU, dove occupa sette scatole d’archivio per i ritagli (in massima parte originali) tratti da quotidiani e periodici locali d’informazione, più un ottavo dossier contenente gli estratti dalle riviste illustrate (che sull’argomento UFO pubblicarono ampi servizi). Nell’ultimo mese, alcuni soci del centro hanno lavorato alla scansione integrale di questo materiale, completandone la scorsa settimana la parte principale: 2.400 articoli da quotidiani, cui si aggiungeranno nei prossimi giorni quelli dei periodici illustrati. In parallelo a questo lavoro, altri volontari stanno procedendo a “rinominare” i singoli file così che indichino direttamente la testata giornalistica e la data di pubblicazione, per consentirne un’indicizzazione automatica e un più facile recupero.

 

Entro la fine di maggio prenderà il via la seconda parte del progetto, relativa invece alla casistica. Il catalogo nazionale degli avvistamenti UFO italiani comprende attualmente 1.800 segnalazioni per il 1978, ad ognuna delle quali corrisponde un fascicolo d’archivio contenente le fonti documentarie ad essa relative. Negli anni scorsi presso gli archivi del CISU è stato fatto un lavoro certosino di controllo incrociato tra i dossier già esistenti e le fonti successivamente raccolte o a suo tempo non repertoriate, con la conseguente riproduzione e dossierazione di alcune centinaia di “nuovi” casi. Al termine di questo lavoro si passerà ora all’indicizzazione di questi nuovi casi, inserendone le coordinate (data, ora, località, tipologia) nel database generale. Questa seconda fase del progetto dovrebbe terminare prima dell’estate.

Un modo non teorico ma concreto di commemorare il 40° anniversario della più grande ondata di tutti i tempi nel nostro paese.

 

(*) con l’incredibile eccezione del 1954:  più di 4.000 articoli, recuperati però solo in anni recenti attraverso la ricerca sistematica e mirata dell’Operazione Origini.

Brad Steiger (1936-2018)

Lo scorso 6 maggio è morto a Mason City (Iowa) lo scrittore americano Brad Steiger.

 

Era nato nel 1936, il suo vero nome era Eugene Olson e, dapprima insegnante di letteratura, aveva cominciato nel 1965 quella che è poi stata una lunga carriera come scrittore a tempo pieno.

In 53 anni di attività ha pubblicato circa 170 libri sugli argomenti più vari (dalle storie di animali alla musica country, dai crimini alle biografie di attori), molti dei quali dedicati ad argomenti misteriosi di ogni genere (paranormale, animali misteriosi, Atlantide, terra cava, Esperimento Filadelfia, Età dell’Acquario, spiritualità, archeologia, UFO  e alieni), anche se il suo più grande successo fu la biografia di Rodolfo Valentino, dalla quale fu tratto nel 1977 il film di Ken Russell con  Rudolf Nureyev.

 

Nell’ambito ufologico, i suoi libri più noti furono “Flying Saucers Are Hostile” (1967), “The Allende Letters” (1968), “UFO Missionaries Extraordinary” (1976, dedicato alla coppia di contattisti che vent’anni dopo si suicidarono con i loro seguaci), “The UFO Abductors” (1988, sui rapimenti alieni).

In Italia, nel 1977 uscì la traduzione di “Dei dell’acquario” (SIAD editore), prototipo dell’interpretazione degli UFO in chiave new age. Nel 2012 presso le edizioni Armenia venne anche pubblicato un suo libro sulla reincarnazione, “Tu vivrai ancora”.

Steiger non era certo un ufologo, ma i suoi libri pop (scritti a volte con altri coautori, a volte sotto altri pseudonimi, comunque letti da milioni di persone) ebbero un ruolo nel contribuire a costruire parte dell’immaginario UFO-sensazionalistico degli anni ’60 e ‘70 negli Stati Uniti.

 

Ci piace però ricordarlo qui per il suo libro migliore, di cui non scrisse neppure un capitolo ma fu il curatore: l’instant book nel quale fu il primo a riportare, già l’anno stesso (1976) in cui erano stati finalmente resi accessibili al pubblico, alcuni  dei più celebri dossier sui casi che costituivano l’archivio UFO dell’Aeronautica Militare degli Stati Uniti: il  mitico “Project Blue Book”.

 

 

 

Un “libro bianco” sugli UFO in Italia

E’ fresco in libreria Il libro bianco degli UFO in Italia, a firma di Moreno Tambellini e Franco Marcucci (Armenia editore, 350 pagine).

Non si tratta del solito libro che raffazzona un po’ di aneddotica su avvistamenti scopiazzati qua e là, come è purtroppo il caso di troppa pubblicistica sull’argomento, non solo nel nostro paese. Il volume è invece il risultato di un progetto che rappresenta l’evoluzione e l’approfondimento del lavoro di raccolta e catalogazione iniziato pioneristicamente in Italia dalla Sezione Ufologica Fiorentina (e in particolare da Solas Boncompagni) negli anni ’60.

Quel lavoro aveva portato alla pubblicazione di sei volumi della collana “UFO in Italia” (editi dal 1974 al 2012), per coprire la casistica nazionale nell’arco dell’intero XX secolo, ma negli anni era andata sempre più perdendosi l’intenzione originale di fornire non solo una raccolta ma anche una selezione e valutazione dei singoli casi, sulla base di un apposito coefficiente di veridicità.

Quello che hanno inteso fare Tambellini e Marcucci (entrambi esponenti della terza generazione della SUF) è stato precisamente un ritorno alle origini del progetto, mediante la rielaborazione di criteri oggettivi per selezionare i 43 casi migliori (quanto a credibilità delle testimonianze) fra i circa 12.000 schedati nell’archivio SUF (oggi confluito in quello del Centro Ufologico Nazionale).

Il libro li presenta in dettaglio, sulla base della documentazione (non sempre completa, purtroppo) a disposizione degli autori.

Al di là del risultato, si tratta di un’impostazione che – a differenza di quasi tutto quello che è possibile trovare in libreria e in edicola nel nostro paese – parte dalla casistica e cerca di applicare criteri razionali, oggettivi ed omogenei alla sua analisi: un approccio che si muove lungo la linea che da sempre caratterizza la nostra linea operativa.

Notte degli UFO in mezza Italia

Dalle prime ore di oggi hanno cominciato ad arrivare decine di segnalazioni del passaggio di un oggetto luminoso in cielo, visto in mezza Italia (e sopra l’Europa meridionale).

Nel nostro paese il fenomeno è stato osservato come minimo dalla Liguria, dalla Toscana, dal Lazio e dalla Campania, con diversi filmati e fotografie realizzate da testimoni ancora svegli poco dopo le due della notte tra sabato e domenica, quando le lancette degli orologi avrebbero dovuto essere spostate avanti di un’ora.

La raccolta delle testimonianze impegnerà gli studiosi nei prossimi giorni, ma le prime segnalazioni disponibili in rete e corredate da foto e video sono state quelle da Anzio (RM), Nettuno (RM), Fondi (LT), Pozzuoli (NA), Benevento (BN), fra Salerno e Maiori (SA), a Vallo di Diano (SA) e Padula, a Battipaglia (SA) e altre località campane.

Osservazioni di massa di fenomeni aerei luminosi di questo tipo sono un fenomeno ricorrente, ben noto agli studiosi fin dai primi anni ’50, che le hanno battezzate “flap”: a differenza dei tipici avvistamenti UFO (in particolare quelli ad alta stranezza) che coinvolgono poche persone in una singola località, nei flap si hanno decine o centinaia di testimonianze contemporanee da località anche molto distanti, che descrivono uno stesso fenomeno.

I flap relativi al passaggio veloce di uno o più oggetti luminosi, con o senza scia, lungo una rotta generalmente rettilinea, sono in massima parte sono riconducibili a due tipi di cause (che presentano caratteristiche fenomeniche molto simili): bolidi e rientri atmosferici di satelliti artificiali (o soprattutto di parti dei razzi vettori che li mettono in orbita). Uno di quelli più clamorosi e meglio studiati avvenne la notte del 6 giugno 1983, ma questo tipo di eventi si verificano sull’Italia ogni due-tre anni in media.

Il fenomeno di questa notte è stato infatti causato dal rientro in atmosfera del terzo stadio (2018-026B) della Soyuz MS-08, lanciata lo scorso 21 marzo dal cosmodromo di Baikonour (in Kazakistan) per portare sulla Stazione Spaziale Internazionale due astronauti statunitensi e un cosmonauta russo.

Secondo quanto risulterebbe dai satelliti infrarossi statunitensi, come riportato dall’astrofilo Marco Langbroek, il rientro sarebbe avvenuto alle 03:25 (ora estiva) intorno alle coordinate 41.9°N, 8.1°E, quindi sopra il tratto di mare di fronte ad Ajaccio, in Corsica, lungo una traiettoria che sarebbe altrimenti proseguita parallelamente alla costa italiana.

[Hanno collaborato Roberto Labanti, Sofia Lincos, Pasquale Russo, Gianni Ascione, Antonio Rampulla]

E’ morto l’ufologo inglese Peter Rogerson

Il 6 marzo è morto a Manchester Peter Rogerson, uno dei più colti studiosi inglesi dell’argomento ufologico.

Nato nel 1951, lavorava come bibliotecario e fin dal 1969 si aggregò al comitato redazionale del MUFOB, una rivistina indipendente che in quegli anni si trovò a dar voce nel Regno Unito alla “new ufology” lanciata oltre-oceano da John Keel e Jacques Vallée, in contrapposizione all’ufologia extraterrestrialista “dadi e bulloni”.

Appassionato lettore e studioso anche di psicologia sociale, folklore, stregoneria, in quarant’anni di pubblicazioni di quello che in origine si chiamava “Merseyside UFO Bulletin”, poi “Metempirical UFO Bulletin” e infine “Magonia” (e poi per i successivi otto anni in versione webzine), Rogerson scrisse numerosi articoli, sempre poco convenzionali, centrati sulle componenti culturali e – come diceva lui stesso – “umanistiche” dell’argomento UFO, oltre a centinaia di recensioni librarie, che si possono ora leggere liberamente on line dal sito web della rivista, dove ha continuato a scrivere fino all’ultimo.

Ma un suo contributo tutt’altro che secondario all’ufologia fu l’iniziativa di proseguire ed ampliare il mitico catalogo dei casi di atterraggio UFO che Jacques Vallée aveva pubblicato in appendice al suo libro “Passport to Magonia”, nel 1969. Avviato nel 1971 e pubblicato a puntate per oltre dieci anni, l’INTCAT (International Catalogue of Type-1 Events) portò rapidamente da 923 a oltre 5.000 i casi raccolti, catalogati e minuziosamente riportati con riassunto e fonti, coinvolgendo vari studiosi di mezzo mondo, generando filiali locali e cataloghi nazionali in almeno quattro continenti.

In Italia la traduzione dell’INTCAT venne iniziata nel 1978 da Edoardo Russo sulle pagine del supplemento ufologico di “Clypeus”, e fu all’origine del catalogo nazionale ITACAT, curato da Maurizio Verga.

Pochi sanno che Rogerson, in base a sue considerazioni sociologiche, aveva “previsto” la grande ondata italiana di avvistamenti dell’autunno 1978.

L’enorme collezione libraria di Peter Rogerson (oltre 5.000 volumi) era stata da lui donata all’AFU (Archives for the Unexplained) ed è stata trasferita in Svezia nell’arco degli ultimi anni.

[in alto: Peter Rogerson nella sua biblioteca di casa, foto di Clas Svahn]

MUFON: cambia il direttore scientifico

Cambio della guardia al vertice del comitato scientifico per la principale organizzazione ufologica americana, il Mutual UFO Network.

Dopo averne annunciato la nomina a gennaio, il consiglio direttivo del MUFON ha infatti presentato ufficialmente Chris Cogswell (nella foto in alto) come Director of Research e coordinatore del suo Science Review Board, in sostituzione di Robert Powell.

Cogswell è un ingegnere chimico, lavora come ricercatore in nanotecnologie presso la Northeastern University, ha anche una laurea in filosofia e si occupa di rapporti tra scienza e anomalie. Appena nominato, ha annunciato di voler riorganizzare le attività di consulenza e ricerca da parte dei 300 iscritti MUFON che hanno un titolo accademico.

Anche lui laureato in chimica, ingegnere nell’industria dei semiconduttori, Robert Powell (nella foto a destra) aveva ricoperto la carica di Director of Research per dieci anni e si era dimesso alla fine dello scorso luglio, non condividendo l’impostazione del 48° congresso annuale del Mutual UFO Network, tenutosi a Las Vegas e centrato quest’anno sulla tesi dell’esistenza di un programma spaziale segreto.

Rispondendo alle preoccupazioni esposte da diversi studiosi circa i recenti orientamenti del MUFON, Chris Cogswell ha risposto (in un recente dibattito sul profilo Facebook di Isaac Koi) che è sua intenzione riportare la barra verso un approccio scientifico e non sensazionalistico al problema UFO.

Due lutti per l’ufologia francese

A distanza di pochi giorni sono morti due ufologi francesi.

Il 16 febbraio nella regione parigina è deceduto Jacques Costagliola. Nato in Algeria nel 1927,  medico e biologo, è stato a lungo animatore a Versailles di un “groupe de science ouvert” sulle scienze di frontiera.

Interessato in particolare ai potenziali rischi per la salute di quelli che chiamava “incontri ravvicinati tossici”, nell’ambiente era noto soprattutto per il suo libro “Epistémologie du phénomène ovnien”, pubblicato nel 1998.

Insieme all’ex ammiraglio Gilles Pinon, nel 2008 era stato fra i promotori e firmatari di una lettera aperta al presidente della repubblica   francese, Nicolas Sarkozy, per chiedere di applicare il principio di precauzione ed ordinare “uno studio esaustivo del fenomeno UFO in applicazione d’un metodo ipotetico-deduttivo che riunisca le competenze in ambito politico, militare, scientifico, sociologico, filosofico, che abbia per oggetto confermare o smentire l’interpretazione extraterrestre”.

Il 21 febbraio è mancato a soli 50 anni, dopo una lunga malattia, John Tomlinson. Americano di nascita, era però cresciuto e viveva in Francia. Nel 2008 venne nominato rappresentante del MUFON in quel paese, e proprio in seguito al suo attivismo nello stabilire contatti per un miglior coordinamento ufologico internazionale prese contatto col CISU e caldeggiò la nomina di Edoardo Russo a rappresentante in Italia.

Nel frattempo Tomlinson  lavorava alla costituzione di una filiale francese dell’organizzazione, trovando sponda in un veterano dell’ufologia francese, Gerard Lebat, all’epoca coordinatore della rete dei “Repas ufologiques”. Nacque così il MUFON-France e quando al vertice del Mutual UFO Network venne nominato Dave MacDonald il progetto di un coordinamento europeo riprese forma. John fu l’organizzatore del viaggio di MacDonald a Parigi, dove nel gennaio 2013 si incontrarono col MUFON i rappresentanti di alcune organizzazioni ufologiche europee, con la firma di un protocollo di cooperazione tra il Mutual UFO Network e il GEIPAN (il gruppo di studi ufologici in seno all’ente spaziale francese).

L’ambizione di creare un MUFON-France che superasse le annose rivalità ed invidie fra i vari ufologi ed associazioni di quel paese naufragò purtroppo in poco tempo, nonostante il passo indietro fatto dagli stessi Tomlinson e Lebat, che lasciarono ad altri la direzione del gruppo.

Deluso dall’ambiente, John abbandonò l’ufologia attiva poco prima di scoprire la malattia che, nel giro di pochi anni, lo ha ucciso.

[Nella foto in alto: John Tomlinson a Parigi nel 2013, col direttore del MUFON Dave MacDonald, il direttore del GEIPAN Xavier Passot e il direttore del MUFON-France Jacky Kozan.
Nella foto centrale: Jacques Costagliola (a destra) insieme a Claude Lavat e Gilles Pinon.
Nella foto in basso: John Tomlinson con Edoardo Russo presso la sede del CISU, nel 2009.]