E’ ormai il ventottesimo anno consecutivo che l’associazione ufologica canadese UFOlogy Research of Manitoba, diretta dallo studioso Chris Rutkowski, rende noto il quadro complessivo dei casi ufologici raccolti e studiati per l’anno precedente per l’intero territorio del Canada.
Lo segnaliamo ai lettori soprattutto per un motivo: si tratta di un’iniziativa che cerca di rispondere alla domanda di base del problema ufologico, che è questa:
le osservazioni ufologiche fatte in tutto il mondo da persone in buona fede e di ogni estrazione culturale, sono indicative di uno o più fenomeni sconosciuti alle attuali conoscenze scientifiche? Oppure sono tutte attribuibili ad errori, equivoci, cattive interpretazioni, ecc.?
Per affrontare in modo adeguato il problema bisogna occuparsi in modo sistematico, razionale e costante della casistica corrente. Questa è una delle cose principali che, come questi colleghi canadesi, fa il Centro Italiano Studi Ufologici.
Nel 2016 per il Canada sono state raccolte 1.131 segnalazioni (si consideri che è un Paese di 35,8 milioni di abitanti, dunque un numero in proporzione assai elevato di casi). Per il quinto anno consecutivo il numero di eventi è stato superiore a mille, ma al contempo i casi non identificati – esattamente come da noi – sono diminuiti e per il 2016 essi hanno toccato la percentuale del 4%, il che vuol dire non più di quarantacinque episodi (anche se, lo si noti, quelli con dettagli insufficienti per una qualsiasi valutazione restano numerosissimi).
Proprio come per il CISU, la convinzione degli studiosi canadesi è che il numero di casi per i quali non è stato possibile raggiungere una spiegazione sia progressivamente calato per la nostra maggior disponibilità di strumenti, di capacità analitiche e di esperienza operativa da parte degli ufologi di orientamento scientifico.
Ecco comunque uno fra quelli che sono stati ritenuti i più interessanti “non identificati” canadesi del 2016.
Il 14 novembre 2016, alle 06.22, nei pressi di Toronto un aereo commerciale che stava effettuando un volo di linea ha avuto un near miss (mancata collisione) con un oggetto volante non identificato.
Mente volava a 8.300 piedi di quota (2530 m circa) a poco più di quarantacinque chilometri ad est del punto di approccio iniziale all’aeroporto di Toronto, l’equipaggio di questo aereo notava un oggetto direttamente davanti alla propria rotta. Si trattava di un corpo dall’aspetto solido dal diametro compreso fra 1, 5 e 2,30 metri circa, a forma di “ciambella con buco al centro” o di “camera d’aria”.
Si noti che i membri dell’equipaggio presenti in cabina hanno subito lievi escoriazioni, perché il pilota ha ritenuto di dover compiere un’azione evasiva intravedendo i rischi di una collisione fra l’aereo e l’oggetto volante.
Tutti i testimoni hanno dichiarato di escludere potesse trattarsi di un pallone e, quanto a un drone, la quota elevata al quale si trovavano e l’area vietata a quel tipo di velivoli renderebbero la cosa improbabile.
Il Comitato per la Sicurezza dei Trasporti canadese, studiato l’evento, ha concluso la sua relazione sull’episodio asserendo che “l’incidente deve esser classificato come mancata collisione con un oggetto volante non identificato.”
Del caso avevamo già parlato su questo sito nel novembre scorso.
Una questione centrale, tuttavia, rimane aperta alle controversie scientifiche più serie. Che cosa significa la presenza del residuo di non identificati come l’episodio appena accennato? Costituiscono davvero l’evidenza di qualche fenomeno che non conosciamo (cioè, sono dei “veri UFO”)? Oppure non siamo stati bravi a sufficienza nell’analizzarli e anche questi potrebbero essere fatti dovuti a cause “normali”?
La sfida è tuttora senza vincitori.