Raccogliere dati oggettivi nelle indagini UFO: le dimensioni angolari

Circa tre mesi fa il Centro Italiano Studi Ufologici ha revisionato il suo questionario generico di avvistamento,  rivolto ai testimoni di fenomeni aerei insoliti che intendono descriverci quanto loro accaduto.

Una delle domande del questionario da noi revisionate è anche una fra quelle meno facili da portare all’attenzione del pubblico. Purtroppo si tratta pure di uno dei parametri più interessanti per un’adeguata valutazione della natura dei fenomeni.

Questo parametro è costituito dalle dimensioni angolari del corpo osservato.

L’esperienza ventennale del CISU mostra che una parte considerevole degli individui non possiede la nozione di misure apparenti e di angoli sottesi da un oggetto osservato a distanza.

Anche per questo, nella configurazione precedente del questionario gli errori di compilazione erano frequentissimi: quasi tutti riguardavano la tendenza a indicare dimensioni oggettive – cioè in termini di metri, centimetri, ecc. – cosa in sostanza impossibile a farsi, dato che per definizione stiamo parlando di fenomeni la cui natura è sconosciuta all’osservatore.

I primi risultati della nuova formulazione della domanda indicano un netto miglioramento delle performance da parte dei testimoni.

La misurazione delle dimensioni angolari resta comunque un criterio critico per noi. Sul punto segnaliamo un paio di esempi didattici  reperibili in rete.

Il primo è in realtà un tutorial di topografia elementare che contiene indicazioni per misurare non solo le dimensioni angolari di oggetti lontani, ma pure le distanze – senza trascurare un cenno alle condizioni che possono far pensare che quanto osservato sia più lontano o più vicino di quanto non lo sia nella realtà.

Il secondo, nell’ambito di una più ampia presentazione di nozioni sull’ottica dei telescopi, include un paragrafo sulle dimensioni angolari e apparenti forse ancora più utile del primo per chi compie inchieste su presunte osservazioni UFO.

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