Abbiamo già avuto modo di parlare dell’interesse per la storia dell’ufologia da parte del prof. Greg Eghigian, che insegna storia contemporanea alla Pennsylvania State University. Eghigian è anche titolare di una cattedra (intitolata a Charles A. Lindbergh) in Aerospace History presso lo Smithsonian National Air & Space Museum.
Non molti ricordano che proprio lo Smithsonian organizzò, nel settembre 1980, un’intera giornata di dibattito sugli UFO, mettendo a confronto tre sostenitori della realtà del fenomeno (l’astronomo J. Allen Hynek, il fisico Bruce Maccabee e il direttore delle indagini del CUFOS, Allan Hendry) e tre negatori (il giornalista Philip Klass, il tecnico NASA James Oberg e lo scrittore Robert Sheaffer).
Dopo di allora, per 38 anni, la prestigiosa istituzione aerospaziale americana aveva dato spazio solo raramente all’argomento ufologico, per lo più in maniera marginale e critica – almeno fino ad oggi – perché il 1° febbraio la versione on line della rivista “Smithsonian Magazine” ha pubblicato un articolo di Greg Eghigian intitolato “Come le segnalazioni UFO cambiano a seconda della tecnologia del loro tempo”.
Nel testo, lo storico ripercorre alcuni precursori ufologici (dalle aeronavi fantasma di fine ‘800 fino all’arrivo dei dischi volanti) contestualizzando le relative segnalazioni e i loro cambiamenti rispetto alle aspettative e alle paure tipiche di ciascuna epoca: la nascita del volo aereo, le armi segrete naziste, la Guerra Fredda e poi l’era spaziale.
Qualcuno ha fatto notare che in questa impostazione non c’è nulla di nuovo, che già ufologi come Jacques Vallée e John Keel avevano fatto la stessa constatazione, a partire dalla fine degli anni ’60 del secolo scorso, ma stavolta a parlarne è un accademico, su una pubblicazione edita da un’istituzione di istruzione e ricerca pubblica. Anche questo un segno dei tempi che cambiano…
[Nell’immagine in evidenza, l’ingresso del National Air and Space Museum]