Dischi volanti ed extraterrestri invadono il mondo dei giochi

“UFO LUDICO”: mostra ad Alessandria
dal 24 settembre al 30 ottobre

Lo sapevate che il frisbee, ben prima di chiamarsi così, fu inventato negli Stati Uniti da due veterani della seconda guerra mondiale? Era il 1948 e lo battezzarono Flyin’-Saucer (disco volante), ispirandosi al nome che i giornali utilizzavano per identificare quegli strani oggetti che la gente aveva iniziato a vedere nei cieli di tutto il mondo.

Da oltre settant’anni UFO, astronavi fantasmagoriche, E.T. in cerca di casa e invasori spaziali hanno popolato il nostro immaginario e il mondo dei giocattoli, ma anche tutto ciò che attiene al divertimento.

A ridosso del Natale 1952, un articolo di Stampa Sera si soffermava sulle novità di quell’anno, in particolare “un piccolo cannone con il quale si può proiettare a trenta metri di altezza un disco volante perfettamente imitato, o per lo meno che ha inteso perfettamente imitare quelli che migliaia di persone dicono aver visto ma che nessuno ha mai toccato con mano”. E già, perché proprio come sottolineava il semiologo Roland Barthes, il giocattolo è sempre “costituito dai miti e dalle tecniche della vita moderna adulta”. In tal modo, le immagini dei dischi volanti prendono possesso anche di classici passatempi come la tombola, il gioco dell’oca e la battaglia navale.

L’avvento della corsa allo spazio ha contribuito ad alimentare anche i desideri dei più piccoli incrementando la produzione di giocattoli di tipo “spaziale”. E la forma del disco volante assolveva pienamente allo scopo, abbinandosi a quella dei più classici razzi. Così, a partire dai primi anni ’60, dal Giappone, giungono i classici dischi volanti in latta alimentati a batteria, che curiosamente vedono ai comandi non abitanti di altri mondi ma quasi sempre astronauti terrestri.

Alcuni anni dopo, anche il videogame è stato fascinato dagli invasori spaziali e tra i primissimi titoli emerge nel 1978 Space Invaders, una sfida a sopprimere un continuo assalto di alieni che ha conquistato sale giochi e soggiorni di tutto il pianeta. E la contaminazione è proseguita sino ai nostri giorni.

Dieci anni dopo, per Natale, dilagò la polemica sul gioco commercializzato dalla Mattel col titolo Dissezione di un alieno, della serie Lo scienziato pazzo. La pubblicità in Tv e sui giornali era accompagnata dal claim “Strappa gli organi all’alieno che sgocciolerà sangue fosforescente”. Circolò anche la leggenda metropolitana che un bimbo, per imitazione, avrebbe voluto sezionare la sorellina con un coltello per vedere “cosa aveva dentro” e pare che da noi il gioco fu sequestrato. Sul genere, nella seconda metà anni ’90, a seguito del battage pubblicitario attorno al filmato dell’autopsia di un presunto extraterrestre catturato a Roswell (New Mexico) nel 1947, sono state commercializzate, specie nel mercato americano, versioni “aliene” del classico gioco L’allegro chirurgo.

Anche le edicole, divenute rivendite di qualunque cosa, da una decina d’anni sono state assalite da prodotti per l’infanzia a base di slime e creature di altri mondi. Ma l’invasione era già iniziata nel 1988 con gli Exogini, i misteriori alieni.

Per percorrere i sette decenni di “contaminazioni” aliene, su iniziativa di Paolo Toselli, il Centro Italiano Studi Ufologici (CISU) ha proposto presso il Museo Etnografico “C’era una volta”, Piazza della Gambarina, Alessandria, la mostra tematica “UFO LUDICO”. L’esposizione, unica nel suo genere, è stata inaugurata il 24 settembre e sarà visitabile sino al 30 ottobre.

Guardandosi intorno, il visitatore non potrà che ammettere che l’invasione, tanto cara alla letteratura di fantascienza, c’è e c’è già stata: dischi volanti ed extraterrestri, qualunque sia l’opinione che abbiamo su di essi, ci sono e ci accompagnano nel nostro quotidiano, da molto tempo.

“UFO LUDICO” E’ ANCHE UN NUOVO LIBRO

Per l’occasione, Paolo Toselli ha scritto anche un libro con lo stesso titolo della mostra, pubblicato da UPIAR, che rappresenta un excursus dei settant’anni e oltre di contaminazioni “aliene” nel mondo dei giochi e dei giocattoli, con la prefazione di Fulvio Gatti. Il volume è arricchito con oltre 150 illustrazioni a colori. Non resta che leggerlo, anche per diventare un po’ nuovamente bambini!  (Il volume è in distribuzione presso il Museo Etnografico stesso, oppure presso il Museo del Fantastico di Torino, oppure è acquistabile direttamente sul sito dell’editore: Upiar Store).

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