Fulmine globulare nel cielo di Reggio Emilia? No



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Articolo di Paolo Toselli e Roberto Labanti

Nella prima mattinata di mercoledì 3 giugno 2020 Reggionline – Telereggio, testata locale di Reggio nell’Emilia, sotto il titolo di “Prima i fulmini, poi una sfera rossa nei cieli” ha pubblicato un video (di provenienza sconosciuta, ma presumibilmente realizzato martedì 2 giugno, ad un orario imprecisato; il video disponibile non è quello originale, ma il frutto di una conversione da altro formato realizzata alle 09h10m57s del 3) col seguente breve testo:

Curioso e raro fenomeno ieri sera. Diverse le segnalazioni arrivate, comprese le immagini che vi mostriamo. La sfera si è mossa lentamente verso il basso fino a “spegnersi”.

Su Facebook il link, postato alle 09h16m della stessa mattina sulla pagina dell’emittente (con circa 32.800 followers) è stato ampiamente condiviso, a Reggio e fuori Reggio. Secondo i dati raccolti da Crowdtangle, su quel social network all’11 giugno aveva ottenuto 3.863 interazioni (2.173 reazioni, cioè “Mi piace” e cose simili, 631 condivisioni, 879 commenti). Di queste solo 363 (rispettivamente 149, 43 e 171), poco meno del 10%, sono sul post originale.

Su Instagram, invece, dove il profilo di Telereggio conta circa 9.850 followers, il post con un fotogramma del filmato ha ottenuto (sempre all’11 giugno) 430 “Mi piace” e 15 commenti.

Il filmato (della durata complessiva di 30 secondi circa) mostra, su un panorama rurale con un’illuminazione crepuscolare, una sfera biancastra (un effetto, probabilmente, della saturazione del sensore, a causa dello stimolo troppo luminoso) circondata da un alone rossastro in lenta discesa. Dopo 20 secondi circa, mentre si notano alcune illuminazioni del cielo prodotte da lampi, la sfera dà l’impressione di rimpicciolirsi d’improvviso e scompare spegnendosi. Sulla destra dell’inquadratura si nota un traliccio dell’alta tensione.

Purtroppo la privacy di Facebook non ci permette di seguire i commenti di tutte le condivisioni. A scorrere quelli accessibili sembra chiaro che, come  affermato nella caption del video, il fenomeno sia stato osservato da diverse persone (ad esempio qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui o qui) senza però che la natura del mezzo faciliti il recupero di informazioni utili alla ricostruzione dell’evento (uno di noi è riuscito comunque a contattare direttamente una testimone che ha collocato il fenomeno, descritto come più rosso di quanto appaia in video, intorno alle 22 del 2 giugno). In un commento su Instagram, S. P. (di Reggio Emilia), invece, dopo aver ipotizzato che “qualcuno si è divertito con un razzo di segnalazione…” racconta che “[…] dopo il primo ce n’è stato un secondo…senza fulmine…” ma non è chiarissimo se abbia o meno osservato dal vivo il fenomeno.

Il comportamento del fenomeno che si osserva nel filmato, infatti, ha fatto pensare a molti ad un “razzo a paracadute” producente luce rossa, un segnale di pericolo solitamente utilizzato in mare.

Non così per tutti però.

Nelle ore seguenti, il video in una versione dipendente da quella di Reggionline è stato pubblicato dapprima, in mattinata, anche sulla pagina FB del Centro Meteo Emilia Romagna sotto il titolo di “Fulmine Globulare a Reggio Emilia | 02-06-2020 e con la seguente caption

Un’insolita sfera rossa è comparsa ieri nei cieli di Reggio Emilia dopo i temporali

Si tratterebbe di un FULMINE GLOBULARE, un fenomeno raro e non ancora del tutto compreso

poi, in serata, sulla pagina FB Tornado in Italia; in questo ultimo caso il titolo era più cauto, “Possibile fulmine globulare”, mentre meno cauta era la descrizione:

Habemus il primo video di un fulmine globulare girato in Italia? Forse sì!

Ci scusiamo per la qualità, probabilmente il video è stato scaricato e caricato diverse volte, e purtroppo non è stato possibile risalire all’autore. In ogni caso, il possibile fulmine globulare, è stato visto ieri sera a Reggio Emilia durante il temporale. A prima vista le ipotesi sembravano essere tante, successivamente però siamo riusciti a risalire a due altre persone che hanno visto il fenomeno, ed abbiamo escluso altre possibili cause, tra cui anche la presenza di un drone. Ovviamente, non abbiamo la certezza che si tratti del raro fenomeno menzionato, ma, forse per la prima volta, le probabilità sembrano essere buone.

Fino all’11 giugno, nel primo caso (una pagina con 61.446 followers), il video ha ottenuto 1.133 reazioni e 180 commenti; nel secondo caso (una pagina con 59.738 followers), le reazioni sono state 510, 89 i commenti, per 169 condivisioni.

Concentriamoci su quest’ultima, una pagina a livello nazionale. Tra i commenti: molti collegano il fenomeno al vicino elettrodotto, qualcun altro ricorda simili esperienze personali o riferite da amici e parenti, Il gestore della pagina precisa “come segnalano anche le altre persone, è stato fermo più o meno 15 secondi e poi è sceso verso il basso, spegnendosi”, per contrastare l’ipotesi di un razzo di segnalazione. Un altro azzarda l’ipotesi di “un flare lanciato da un jet”. Altri chiedono lumi sui Ball Lightings (in sigla BL), di cui sapevano poco. Un altro suggerisce di informare gli astrofili per verificare eventuale rientro in atmosfera. Anche qualche battuta scherzosa collegata al 5G. Un altro ancora avanza l’ipotesi della “lanterna cinese, usata per i funerali” e qualcun altro ha dubbi sull’ipotesi BL. Uno solo ipotizza un bengala. Curiosamente nessuno ha tirato in ballo gli UFO (come invece è accaduto in commenti apparsi altrove).

Tra l’altro un utente, senza l’accompagnamento di un testo, posta il video di provenienza russa di un presunto BL che attraversa scoppiettando i binari di una ferrovia. Peccato che si tratti di un fake creato in computer grafica. Di fatto, le foto di BL sono veramente rare e ancor più i video. Forse se ne contano una decina o poco più in tutto il mondo.

Da decenni il Centro Italiano Studi Ufologici, riconoscendo l’importanza di questo particolare e ancora poco chiaro fenomeno naturale nell’ambito di uno studio scientifico degli UFO, ha costituito un progetto di catalogazione degli avvistamenti italiani di presunti fulmini globulari (in sigla BLITA), coordinato da  Paolo Toselli, che nel 2001 si è concretizzato nella pubblicazione di una monografia della serie “Documenti UFO” in cui sono esposti 184 casi accaduti a partire dal 1672. In collaborazione col fisico Renato Fedele, Toselli ha presentato in ambito accademico il progetto BLITA in un paper all’International Symposium on Ball Lightning tenutosi in Belgio nel 1999. Per l’Italia è da citare anche il lavoro svolto dal fisico Albino Carbognani che nel 2006 ha pubblicato presso Macro Edizioni il libro Fulmini globulari. Alla scoperta di uno straordinario fenomeno naturale, contenente fra l’altro l’elaborazione di 74 segnalazioni che si estendono in un arco temporale che va dal 1925 al 2004.

Esistono alcune affinità fenomenologiche tra fulmini globulari e alcuni casi UFO, ma al contempo molte sono le differenze, e un collegamento diretto, anche se ipotizzato da alcuni sin dagli albori dell’ufologia, non è ancora stato provato. L’unica certezza, sia per gli UFO sia per i fulmini globulari, è che la maggioranza dei casi può essere spiegata con errate interpretazioni di eventi che hanno ben poco di misterioso, come il caso di Reggio Emilia insegna.

La mattina del 4 giugno, infatti, fra i commenti del post FB di Reggionline ne è apparso uno di una residente a Coviolo, una frazione di Reggio Emilia a 4 km a sud-ovest dal centro cittadino:

[…] Semplicemente, un branco di i*** che hanno pensato bene di sparare un razzo segnaletico sul tetto di casa mia […].

Quella stessa sera. in un altro commento, un’altra persona (presumibilmente non indipendente dalla prima) ha confermato quanto descritto:

[…] ci siamo anche spaventati perché lo hanno sparato proprio a fianco di casa nostra e abbiamo sentito un rumore fortissimo…poi siamo usciti e abbiamo capito che erano solo un branco di *** […]

– – –

Nell’immagine in evidenza: frame estratto dal video pubblicato da Telereggio.

Le immagini UFO menzionate in un documento militare Usa

Sebbene il 17 dicembre del 1969 il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, dopo ventidue anni d’interesse, avesse dichiarato conclusa la sua attività d’indagine sui fenomeni UFO in seguito ai risultati negativi della cosiddetta Commissione Condon dell’Università del Colorado, oggi sappiamo con sufficiente chiarezza che quell’interesse dei militari americani è proseguito in varie forme.

Oggi si dispone di una fonte documentaria attendibile che sostiene  ulteriormente quest’affermazione.

Ai primi di maggio l’ufologo australiano Paul Dean ha pubblicato sul suo blog UFOs – Documenting the Evidence la riproduzione di un breve paragrafo di un manualetto prodotto dallo staff del vice-segretario alla Difesa per gli affari pubblici del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti in una prima versione nell’aprile del 2001 e poi modificato nell’ottobre del 2002. In esso figurano cose rilevanti per il nostro problema.

Si tratta del DoD Instruction 5040.6, Life-Cycle Management of DoD Visual Information (VI), ossia dell'”Istruzione del Dipartimento della Difesa n. 5040.6 – Gestione del ciclo vitale dell’Informazione visiva del Dipartimento”. In altri termini, spiega in modo sommario come i militari americani devono gestire le immagini audio-video di loro competenza. E’ in documento annesso a questo, però, che si trova quello che ci riguarda, cioè nel DoD Manual 5040.6-M-1, Decision Logic Table Instructions For Recording And Handling Visual Information Material” (DoD Manual 5040.6-M-1), cioè il “Manuale del Dipartimento della Difesa 5040.6-M-1 – Tavole d’istruzione per la logica decisionale nella registrazione e il trattamento del materiale contenente informazione visiva”.

In sostanza,  insieme questi due documenti forniscono indicazioni su come si devono trattare le fotografie, i video e ogni altra forma di immagine digitale o tradizionale ripresa da militari di tutte le forza armate degli Stati Uniti, sia per quanto riguarda il salvataggio e l’archiviazione, la circolazione e la trasmissione a terzi.

Alla pagina 53 (capitolo 5, paragrafo 21) del secondo di queste due istruzioni si trova una tabella intitolata

“IMMAGINI RELATIVE AD OGGETTI VOLANTI NON IDENTIFICATI (UFO) E AD ALTRI FENOMENI AEREI.”

Ecco cosa spiega il testo. La tabella che segue riguarda immagini in cui siano stati registrati UFO e altri fenomeni aerei non immediatamente identificabili come velivoli convenzionali o missili. La tabella elenca pure la priorità assegnata ad ogni categoria di immagini e fornisce le relative istruzioni per il loro trattamento.”

Segue la tabella vera e propria, che ha il titoletto “Immagini di UFO e di altri fenomeni aerei”. E’ molto breve e formata da due piccole colonne. Quella di sinistra ha il titoletto “Descrizione dell’oggetto”, quella di destra “Istruzioni”.
A sinistra ci sono due tipi di eventi che potrebbero essere ripresi, ossia: Oggetti aerei non immediatamente identificabili come aerei e convenzionali e, di seguito, Fenomeni aerei (comprese luci in movimento e fenomeni simili).

La colonna di destra, che invece, come spiegato, deve riportare le priorità d’importanza per simili immagini e le istruzioni per il trattamento non pare assegnare speciale enfasi alla questione. La priorità infatti è “normale”, e le istruzioni consistono nel “fornire copie o duplicati a seconda delle necessità ai comandi locali e a quelli superiori. Trattare le immagini registrate con videocamera secondo quanto previsto dall’Appendice 2”.

Pur senza assegnare particolare rilievo alla faccenda, da questo documento emerge che il Dipartimento alla Difesa chiede che le immagini di presunti UFO e altri fenomeni aerei insoliti siano trasmesse dai membri delle Forze Armate ai loro comandi. Non è chiaro che cosa comporti questa catena di trasmissioni. Non vi è infatti alcuna indicazione circa ulteriori analisi e processi valutativi.

Anche se questo documento comporta per definizione la quasi certezza che negli ultimi decenni i militari americani hanno prodotto e archiviato documentazioni su eventi ufologici da loro osservati, documentazioni che restano per ora non di accesso generale agli studiosi e al pubblico, il fatto che queste brevi istruzioni siano state pensate dal Sottosegretariato agli affari pubblici  fa sospettare che le preoccupazioni relative ad un utilizzo cattivo o distorto di eventuali immagini insolite abbia giocato una parte nella loro genesi. Purtroppo, si tratta di un documento troppo laconico e isolato per poter asserire di più.

Strumenti per gli ufologi di oggi: l’analisi dei video

Una ventina di giorni fa, sul forum francese “UFO-Scepticisme” è apparso un post interessante.  S’intitola “Investigation des Vidéos, méthodologie et exemple d’utilisation”.

La sua utilità sta nel fatto che presenta una serie di strumenti e di risorse telematiche utili per indagare sulla natura delle riprese video di presunti fenomeni UFO.

Gli ufologi di ogni parte del mondo, Italia compresa, sono quotidianamente subissati da falsi di ogni genere. In essi la manipolazione dei video svolge un ruolo fondamentale.  Di solito chi crea o modifica queste immagini cede alla tentazione di spettacolarizzarli sino al punto da rendere del tutto superflua qualsiasi discussione sulla loro attendibilità.

Ma non è sempre così. In parecchi casi  i video si presentano credibili –  e questo senza dimenticare che molte riprese sono fatte in perfetta buona fede e che dunque NON si tratta di falsi.

Sia nell’una sia nell’altra evenienza all’ufologo di orientamento scientifico oggi è richiesto di saper impiegare gli strumenti disponibili per emettere valutazioni razionali e argomentate.

Ecco dunque alcune delle risorse menzionate da “UFO-Scepticisme” che vi proponiamo di imparare ad usare  per riuscire a far fronte alle riprese video di avvistamenti di qualcosa d’insolito nel cielo.

Cominciamo da un tool che serve per risalire alla data di prima comparsa online di un videoSovente i rilanci da una fonte inattendibile all’altra di immagini per noi interessanti rendono più complicato risalire alla versione originale di esse. Con questo strumento  non solo è possibili farlo, ma pure  ottenere preview di vario genere.

Si può impiegare anche un’estensione di Chrome che permette di selezionare le immagini di un video per le quali desideriamo ottenere screenshot e catture in modo da consentirne analisi più precise.

Qui invece si posso comparare due immagini per le quali avete fatto uno screenshot o una cattura. Lo stesso vale per quest’altro strumento.

Altra estensione di Chrome è quella che consente la ricerca di immagini secondo modalità simili a quelle di strumenti come Tineye o Google Image. Così, è possibile capire se un video già esistente è stato in seguito spacciato per qualcos’altro.

Questo strumento, invece, permette di eleborare le immagini  e di capire quali sono i metodi più comuni di ritocco.

Questo invece è un tracking tool, ossia un sistema per capire quali video hanno colpito l’interesse di un utente che in secondo momento, magari, ha postato un suo video di nostra competenza. Potrebbe aver svolto attività che ci consentono di comprendere meglio la dinamica delle attività che hanno preceduto la messa in circolazione da parte di qualcuno della ripresa video di un presunto UFO.

Ancora, ecco un tool di condivisione che permette di lavorare in gruppo alla valutazione di un video.

A questa pagina un altro strumento di Chrome per suddividere per fotogrammi un video postato su YouTube.

Infine, qui potete capire come si fa a reperire i video che sono stati geolocalizzati.

Ad ogni modo, già nel 2016 su FirstDraftNews, un sito di grande importanza per l’offerta di strumenti e tecniche di valutazione di notizie, foto e video che compaiono sul web erano già stati pubblicati almeno tre articoli che presentavano utensili in parte sovrapponibili a quelli menzionati da “UFO-Scepticisme”. Li potete trovare qui, qui e qui, con l’avvertenza specifica che l’ultimo riguarda più da vicino il newsgathering, ossia la raccolta delle notizie che appaiono in rete e le tecniche per una loro prima valutazione quanto ad attendibilità della fonte. Su questo punto torneremo meglio in un prossimo futuro.

Insomma: le possibilità di analisi crescono. Gli strumenti ci sono e sono sempre più disponibili gratis o comunque a costi modestissimi.

Quel che conta è che chi vuole interessarsi di UFO ne sia al corrente e sia convinto che saperli maneggiare è decisivo per dare risposte attendibili alle sfide che ci sono poste.

 

François Louange, gli UFO e Ipaco, programma di analisi foto-video

Il 27 febbraio il sito francese Franceinfo ha dedicato largo spazio ed un’intervista video alle attività di uno studioso francese, l’ingegner François Louange.

L’articolo di Franceinfo che vi segnaliamo descrive con sufficiente dettaglio alcune delle procedure d’analisi che Louange utilizza per il suo ambito specialistico: le foto e le riprese video di presunti fenomeni UFO.

Settantun anni, l’ing. Louange ha lavorato per l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) a Darmstadt (Germania), dove si è occupato di elaborazione dati trasmessi da satelliti e poi a Madrid, dove si è occupato per l’IUE (International Ultraviolet Explorer), satellite condiviso fra NASA ed ESA, al processamento d’immagini nello spettro ultravioletto.

Lasciata l’ESA nel 1980 è stato consulente del Ministero della Difesa francese per un programma di ricognizione satellitare. Da lì ha fondato la FLEXIMAGE, società dedicata all’analisi delle immagini riprese dallo spazio a fini d’intelligence.

 Dal 2007 è tornato consulente indipendente ed è in questo periodo che ha preso a collaborare in maniera più ampia col GEIPAN del Centre National d’Etudes Spatiales (CNES) francese all’analisi di foto e video ufologici.

In realtà Louange si occupa di UFO dal 1975. Tentò invano di creare un gruppo di lavoro sul fenomeno nell’ambito dell’ESA, poi nel 1997 prese parte al cosiddetto seminario di Pocantico, un workshop di ufologi e scienziati  di complessivo orientamento extraterrestrialista, cosa per la quale ricevette anche diverse critiche pure da parte degli studiosi di ufologia.

Oggi Loaunge critica in modo aperto le posizioni apertamente filo-ET della maggior associazione ufologica statunitense, il MUFON, ma al contempo non concorda con i debunkers il cui obiettivo unico, a suo avviso, sarebbe quello di contrastare ad ogni costo i “credenti” negli alieni.

Secondo lui – ha dichiarato a Franceinfo – “ci sono migliaia di testimonianze e di registrazioni di fenomeni in atmosfera che non si riesce a spiegare. Trovare delle spiegazioni a questi casi è quello che mi motiva”.

Nel 2001 le sue raccomandazioni avrebbero avuto un ruolo nella trasformazione dell’originario GEPAN, allora in fase di agonia, nell’attuale GEIPAN, organismo per il quale ha prodotto in tempi più recenti una dozzina di rapporti d’analisi.

Negli ultimi anni si è però fatto conoscere soprattutto per IPACO, un programma specificamente dedicato all’analisi delle foto e delle riprese di supposti UFO derivato dal software OCAPI per l’analisi delle immagini a fini di intelligence strategica che aveva sviluppato per i militari francesi.

Il software IPACO viene continuamente sviluppato ed aggiornato da Louange, che di recente si è fatto di nuovo conoscere dall’opinione pubblica per l’analisi critica della ripresa video del supposto UFO dell’elicottero cileno risalente all’11 novembre 2014.

 

Polemiche sul video dell’ “UFO” ripreso da un elicottero militare cileno

Da giovedì 5 gennaio sui social network, sulle liste di posta elettronica specializzate e su alcuni media presenti in rete è cresciuta la controversia su un avvistamento cileno accompagnato da una ripresa video con telecamera infrarossa verificatosi l’11 novembre 2014.

Testimoni, i due uomini dell’equipaggio di un elicottero della Marina militare cilena  tipo AS532SC “Cougar” che volava sulla costa pacifica a sud-ovest di Santiago.

Mentre la natura del fenomeno rimane controversa, in queste prime fasi l’episodio si presenta come un esempio di cattiva gestione della comunicazione e di scarsità di chiarezza dei propri intenti da parte delle figure coinvolte.

Il Centro Italiano Studi Ufologici analizzerà in dettaglio per il proprio pubblico sia l’evento sia le circostanze che hanno accompagnato la circolazione delle notizie. Qui forniamo un quadro generale per facilitarne l’inquadramento e la corretta lettura.

Nel pomeriggio del 5, l’ufologa statunitense Leslie Kean ha pubblicato sul sito del quotidiano Huffington Post un articolo lungo e circostanziato sul caso. Al contempo, su Youtube sempre Kean faceva circolare la versione integrale della ripresa video agli infrarossi.

Era evidente che l’ufologa aveva ottenuto notizie dettagliate grazie ai contatti con il  CEFAA (Comité de Estudios de Fenómenos Aéreos Anómalos),  il piccolo organismo della Direzione Generale dell’Aeronautica Civile del Cile che ha studiato il caso e ha raccolto le testimonianze.

Ecco il primo punto: Leslie Kean (un’ufologa e scrittrice statunitense), in specie per i buoni rapporti con colui che è stato il dirigente del CEFAA sino alla fine del 2016, il generale in pensione Ricardo Bermúdez, da diversi anni è divenuta una voce semi-ufficiale del Comitato, che così non si è assunto in modo diretto l’onere di una comunicazione moderna ed efficiente dei propri elaborati.

Veniamo al secondo problema sul quale invitiamo a riflettere. Kean, che è una sostenitrice della realtà oggettiva del fenomeno UFO, nel lungo articolo menziona diversi collaboratori e consulenti del CEFAA che nelle sedute dedicate al caso avevano fornito elementi che avrebbero condotto ad optare per una natura “anomala” – da “vero UFO” – del corpo ripreso e della curiosa emissione da esso prodotto. Tutto questo, però, proclamato in mancanza di un rapporto  d’indagine messo a disposizione del pubblico o almeno di una presa di posizione sull’episodio.

Questa mancanza si è fatta sentire in specie a causa di un particolare contenuto nell’articolo di Kean. Alcuni dei consulenti cui il CEFAA si era rivolto, l’ingegnere francese François Louange e il suo collaboratore Antoine Cousyn, ufologi anche loro e coinvolti in varie attività di organismi francesi quali il GEIPAN, erano di opinione diversa rispetto al CEFAA. Malgrado i francesi non siano da annoverarsi fra gli scettici, per l’articolo di Kean la loro analisi aveva identificato la causa dell’avvistamento in un aereo di medie dimensioni seguito dalla sua scia di scarico.

Però, nemmeno della consulenza dei francesi,  che – in primis ad opera di Louange – hanno sviluppato un software per l’analisi delle riprese video chiamato IPACO, c’era traccia pubblica al momento dell’uscita clamorosa dell’articolo di Leslie Kean, che non sembrava aver contattato né l’uno né altro dei due studiosi europei.

Intanto, mentre la sola fonte disponibile restava l’articolo entusiasta di Kean, in rete gli studiosi di orientamento razionale avanzavano dei dubbi sulla realtà dell’episodio.

In particolare, sul gruppo Facebook UFO-Pragmatism anche altri argomentavano a favore dell’ipotesi aereo di linea, e lo stesso avveniva più tardi su una lista di posta elettronica sovranazionale cui appartengono pure diversi esponenti del CISU.

Nella serata del 6 gennaio Louange e Cousyn mettevano a disposizione di tutti il testo completo della loro relazione destinata al CEFAA. La potete leggere qui.

Nel frattempo quello che avrebbe dovuto essere il principale protagonista della comunicazione della vicenda e dei suoi complessi aspetti, il CEFAA, produceva solo un comunicato piuttosto breve  che non aggiungeva granché al pezzo di Leslie Kean, se non la precisazione (in evidente polemica con i francesi) secondo la quale sotto il profilo meteorologico le condizioni atmosferiche e la quota alla quale il corpo si sarebbe trovato non avrebbero permesso la produzione dell’emissione attribuita da più parti alla scia gassosa dell’aereo, e questo anche se in verità i due studiosi francesi nel loro lavoro avevano ipotizzato che causa dell’emissione visibilissima nel video non fosse la scia presa di mira dal CEFAA bensì uno scarico d’acqua dalla cabina del velivolo.

Addirittura, la sera dell’8 gennaio Mick West, uno scettico californiano, si è spinto a indicare la “probabile” identità dell’aereo in un aereo bimotore tipo A320 (volo LA330 delle LAN Airlines, oggi LATAM Airlines) partito da Santiago e diretto ad Antofagasta, ma il dibattito su questa identificazione è ancora apertissimo (ad esempio, su quote del volo, orari di transito nell’area interessata e sulla ormai famigerata “emissione”). A questa pagina trovate tutto il materiale relativo. Anche Cousyn, dopo una sua valutazione, si è detto favorevole all’idea di West.

Sempre sulla stessa linea lo studioso americano Tim Printy, che però pensa assai più probabile che il corpo ripreso fosse un aereo tipo Airbus A340 (volo Iberia IB6830 da Santiago a Madrid). Questa ipotesi è stata anch’essa valutata da West ma scartata da quello: Printy invece la fa sua sulla base di considerazioni relative a possibili difetti nel minutaggio dei dati relativi all’elicottero e di quelli della posizione dei due aerei, uno più a nord e dunque più distante (il volo Iberia) e l’altro più a sud  e quindi più vicino (il volo LAN).

Si noti comunque che l’Airbus A340 è un quadrimotore, cosa che a Printy non pare tale da fargli escludere il volo Iberia: a quella distanza la ripresa a infrarossi non sarebbe stata in grado di risolverli facendoli apparire le due coppie di reattori come due blocchi unici – quelli che appaiono nel video.

Lo studioso Chris Isbert, invece, al momento – pur muovendosi nello stesso ambito esplicativo – non ritiene del tutto soddisfacente né l’identificazione col volo Iberia né con quello LAN ed appare prudente circa la precisa identità dell’aereo.

L’ipotesi degli studiosi appena citati è comunque quella che quanto visto e ripreso sia un aereo che volava a distanza assai maggiore di quella stimata dal CEFAA. L’idea sta guadagnando consensi, ma residuano ancora parecchie domande alle quali proprio il CEFAA dovrebbe poter rispondere in modo adeguato.

La polemica pare destinata a continuare, anche perché – mentre scriviamo questa notizia – manca ancora (ed è questo il problema maggiore) il rapporto d’inchiesta del CEFAA.

Circa i dati ancora dubbi, uno studioso, ad esempio, ha obiettato che  mancano altri dettagli fondamentali, ad esempio le specifiche tecniche dei sistemi avionici dell’elicottero.

Insomma: se il CEFAA si fosse affidato in modo diretto alla pubblicazione del proprio lavoro molte polemiche sull’attendibilità di questo organismo ci sarebbero state risparmiate. E i contorni del caso dell’11 novembre 2014 sarebbero apparsi più definiti.

Anche così, tuttavia, il bilancio per la migliore comunità ufologica è positivo: in tre giorni sono state messe in campo ad opera di studiosi di ogni parte del mondo risorse, competenze e strumentazioni impensabili sino a pochi anni fa. Questa capacità reattiva degli studiosi di orientamento scientifico è un buon esempio di ciò che va fatto. Per contrasto, ciò ha messo in luce tutti i limiti che un gruppo “ufficiale” come il CEFAA possiede.

Vi terremo informati con puntualità fornendovi le fonti migliori.

 

[credit foto: De Evogol da Wikipedia in inglese]

 

Avvistamenti esteri: UFO ripreso nel Galles dalla camera a infrarossi di un elicottero della Polizia?

Sei giorni dopo l’episodio, la stazione del Servizio Aereo Nazionale di Polizia (NPAS) della cittadina di St Athan, nel sud del Galles, ha reso noto tramite il suo account Twitter che la sera di sabato 17 settembre 2016, intorno alle 21.25, mentre un suo elicottero stava sorvolando il canale che si trova presso la città di Bristol e volava a circa 330 metri di quota sull’acqua, con la camera ad infrarossi il cui obiettivo si trova sulla parte anteriore della carlinga ha inquadrato e ripreso per più di sette minuti un oggetto volante non identificato di notevoli dimensioni che emanava una quantità elevata di energia termica e che si muoveva controvento.

Con la camera per la visione diurna l’oggetto non risultava visibile.

A quanto è stato possibile asserire grazie ad un expertise di un esperto in sistemi di ripresa usati per motivi di sicurezza e ordine pubblico, il video sarebbe stato realizzato con una camera STAR Safire HD ad alte prestazioni prodotto dalla FLIR-System Inc., e ad avviso del consulente sembra potesse essere immobile, non in moto. Doveva avere notevoli dimensioni ed essere circolare: il colore decisamente scuro confermerebbe livelli di radiazione termica elevati.

Questa è una delle immagini che è possibile estrarre dalla parte di ripresa resa nota.

st-athan
L’ora (20.25) e la data indicata (16 settembre) dall’orologio della camera sarebbero errate.

Circa il sospetto che possa essersi trattato di una lanterna cinese, per il tecnico interpellato il corpo è apparso troppo grande e distante, come a suo avviso si constata dai ripetuti tentativi di inquadrarlo meglio tentati dagli operatori. Inoltre, al visore diurno risultava del tutto invisibile anche a riprese più ravvicinate.

 

Questo non è un UFO 2/ – 20 settembre 2016: mongolfiere sull’Italia

Nel corso della giornata di martedì 20 settembre 2016 (ma forse già in un caso il 19), molte persone da diverse parti dell’Italia centro-settentrionale hanno segnalato, talvolta divertite, talora sorprese e confuse, la presenza nel cielo di “sfere bianche” che si muovevano ad alta quota e a velocità ridotta, in generale seguendo una direzione nord-sud o nord ovest-sud est.

Le notizie sono giunte particolarmente circostanziate dal Piemonte, in specie dalla province di Torino (dove almeno due soci CISU hanno osservato e fotografato uno degli oggetti)…

mongolfiera_20092016_trana_
20 settembre, ore 11.15 circa: una delle foto meno chiare ma che fanno intuire la natura generale dell’oggetto. E’ stata realizzata da Trana (Torino), dove l’aerostato è stato seguito pure con un telescopio.

 

mongolfiera_20092016_eremo_pecetto_torinese_fiorino
20 settembre, ore 11.25 circa: uno degli aerostati è ripreso con chiarezza da un socio CISU da Eremo di Pecetto Torinese.

…e di Alessandria, e in Toscana (province di Lucca, Pisa, Pistoia e Arezzo). Nella media valle Garfagnana pare che centinaia di persone si siano precipitate all’esterno di case e luoghi di lavoro per seguire e riprendere il transito di una delle “sfere”. Potete vedere qui un breve servizio  dell’emittente locale “Noi Tv” che mostra parte di uno dei video,  realizzato nel paesino di Fornaci di Barga. Altri avvistamenti sono stati fatti in provincia di Arezzo, e la mongolfiera coinvolta in questa parte di avvistamenti è è poi scesa in provincia di Perugia, a Torgiano.

Sebbene alcuni testimoni avessero capito immediatamente grazie a binocoli, telescopi e teleobiettivi la natura generale dei fenomeni (un certo numero di aerostati) c’è voluta qualche ora per risalire all’identità precisa dei corpi, anche se in alcuni osservatori (tra questi un nostro socio) e commentatori è rimasta la convinzione che potesse trattarsi di uno o più palloni sonda e non di oggetti dotati di equipaggio: un testimone della Lucchesia ha infatti sostenuto che  in cielo ci  fosse anche un pallone sonda di grandi dimensioni.

La questione è stata resa  certo un po’ più complicata dal fatto che non si è trattato di una sola mongolfiera, ma di parecchie, che sono transitate su varie regioni , con rotte diverse e in orari assai differenti.

Queste mongolfiere provenivano dal nord-ovest della Germania e partecipavano ad una delle più blasonate competizioni internazionali per questo genere di velivoli, la Gordon Bennett Cup, giunta nel 2016 alla sua sessantesima edizione.

La gara, che quest’anno ha visto suoi i decolli dalla città di  Gladbeck (Renania Settentrionale – Vestfalia)  a partire dalle 23.54 del giorno 18, ha comportato – fra le altre cose – almeno un inconveniente in territorio italiano: una mongolfiera con equipaggio polacco è stata costretta a scendere al tramonto del giorno 20 a Moretta di Borgonovo (Piacenza), come potete constatare in questo servizio dell’emittente Telelibertà Piacenza.

A questa pagina potrete  invece verificare le rotte dei palloni, che peraltro erano – per motivi di sicurezza – dotati di trasponditore per il traffico aereo e dunque tracciabili pur con dei limiti anche da siti quali Flightadar24

In modo specifico, la mongolfiera che ha determinato particolare emozione fra i testimoni della Garfagnana e che poi è scesa in provincia di Perugia dovrebbe essere stata quella denominata nel corso della gara “Usa 1” e il cui identificativo aeronautico è N505HY: questa è la pagina Facebook dell’equipaggio statunitense con la cronaca del volo.

Sebbene siano frequenti le segnalazioni di presunti UFO identificabili con palloni sonda di piccole o di grandi e grandissime dimensioni, assai rari in Italia sono invece i casi spiegabili con mongolfiere, in specie se, come il 20 settembre, danno luogo ad avvistamenti multipli e su larghissime porzioni del territorio nazionale.