Dall’Archivio Centrale dello Stato: strani oggetti volanti durante la Prima Guerra Mondiale…

La Prima Guerra Mondiale portò con se il concretarsi delle paure che l’invenzione del dirigibile e poi dell’aeroplano avevano portato: quelle della morte piovuta dal cielo.

Per questo, non sorprende che per gli storici dell’ufologia quegli anni nascondano tuttora tesori documentari di ogni tipo.

Questo blog dello storico australiano Brett Holman  è interamente dedicato alle paure inglesi per la guerra aerea nei primi decenni del XX secolo. Copre sovente questioni di nostro interesse e, anzi, parecchi post come questo riguardano  anni intorno a quelli che sfioriamo oggi.

Di recente un politico e studioso di storia, Roberto Gremmo, ha reso noto l’esito di alcune ricerche da lui effettuato presso l’Archivio Centrale dello Stato, a Roma, dove ha reperito un fascicolo contenente alcune notizie di nostro interesse relative appunto al primo conflitto mondiale.

La prima riguarda la segnalazione di un oggetto volante con luce rossa visto per diverse notti da un cittadino romano che il 12 giugno 1915 si rivolse con una lettera preoccupata al quotidiano “Il Messaggero”, che la girò alla Polizia. Le carte comprendono accertamenti fatti dalla Prefettura, che conclusero trattarsi di palloni lanciati ogni notte per rilievi meteo.

Un’altra vicenda analoga che emerge da quelle carte conservate presso gli Archivi Centrali dello Stato ebbe luogo poco meno di sei mesi dopo quella romana. Quella volta riguardò Napoli, dove la popolazione era stata allarmata da un oggetto volante non identificato anche stavolta rivelatosi un pallone militare, poi ritrovato al suolo il 3 dicembre presso la Real Tenuta di Carditello, nel casertano.

Dietro richiesta del CISU, Roberto Gremmo ci ha indicato con gentilezza la precisa collocazione d’archivio della busta da lui scoperta a Roma.

Ciò detto, non si deve  pensare che notizie del genere non comparissero sulla stampa di casa nostra. Si direbbe che non fossero soggette a censura sistematica (i periodici di quegli anni di guerra sono punteggiati da parti bianche dovute all’applicazione delle leggi straordinatrie). Facciamo due esempi.

Il 20 febbraio 1915, mentre l’Italia non era ancora entrata nel conflitto, “un aeroplano sconosciuto” sorvolò Taranto e l’Arsenale navale e il Comando marittimo non riuscì a identificarlo. Stando a un dispaccio d’agenzia si pensava si trattasse di un velivolo di “qualche nazione belligerante”.

“La Stampa” del 14 febbraio 1916, invece, riferì che la sera prima i torinesi erano rimasti allarmati dalla visione di due luci in cielo vicine una all’altra, da qualcuno ritenute un presagio di pace, ma dai più un dirigibile misterioso di cui qualcuno, fra i capannelli di persone, intravedeva la sagoma affusolata. Si trattava invece di Giove e Venere in congiunzione – in apparenza vicinissimi (appena mezzo grado l’uno dall’altro). E così via…

Uno studio quasi interamente da fare e di sicuro di grande utilità per la storia militare, per la storia sociale italiana di un periodo cruciale – e per chi si occupa in maniera scientifica di “cose strane nel cielo”.

 

[Nell’immagine in evidenza: una cartolina postale tedesca degli anni della Prima Guerra Mondiale immagina Londra devastata da raid di dirigibili.]

24 giugno 1947: nasce il fenomeno UFO contemporaneo

Gli anniversari valgono la pena soltanto se sono occasione per capire meglio le cose successe. Il Centro Italiano Studi Ufologici terrà il suo convegno nazionale (aperto al pubblico) che prenderà le mosse proprio dalle riflessioni su un lasso di tempo ormai così lungo, a Torino, sabato 7 ottobre prossimo

Intanto, però, sarà trascorso il settantesimo anniversario della nascita del fenomeno UFO contemporaneo, quello che, come abbiamo spiegato ieri , segna l’avvistamento dell’uomo d’affari americano Kenneth Arnold: una formazione di nove corpi volanti osservati mentre era ai comandi del suo piccolo aereo sui monti dello stato di Washington.

In attesa di ben altre analisi da offrire agli studiosi e al pubblico che vuol capire e spiegare, non emozionarsi o rabbrividire, è forse il caso di dire qualcosa sulla natura stessa di questo “anniversario”.

Il 24 giugno 1947 nascono i dischi volanti, che dal 1953-54 cominceranno ad esser chiamati anche in pubblico UFO (la sigla era nata in ambiente militare americano), ma fenomeni aerei insoliti in larga parte sovrapponibili a quelli che presero ad esser descritti dal 1947 erano presenti nelle fonti del tempo almeno (ad esser prudenti)  dagli inizi del XVIII secolo.

Grazie alle ricerche degli studiosi di ufologia, oggi conosciamo molte decine di migliaia di episodi di questo genere, provenienti da mezzo mondo.

Un anniversario importantissimo per l’ufologia, dunque, quello odierno. Ma forse persino più importante può essere notare che fenomeni aerei insoliti hanno interrogato persone colte, scienziati, giornalisti e autorità di vario genere ormai davvero da diverse centinaia di anni.

La comprensione adeguata dei fenomeni descritti e di ciò che si muove intorno ad essi è ciò che è giusto, bello e logico celebrare e promuovere, oggi che è il 24 giugno e per tutti i giorni dell’anno.

Questo è il vero, fermo impegno del Centro Italiano Studi Ufologici. 

Volete essere dei nostri?

[Nella foto, la relazione inviata da Kenneth Arnold ai servizi d’informazione dell’Aviazione dell’Esercito il 12 luglio 1947, ossia diciotto giorni dopo la sua esperienza.]