Nuova Zelanda: grandi quantità di documenti sugli UFO ancora da declassificare

Il 14 luglio l’ufologo australiano Paul Dean ha reso noto sul suo blog, UFOs – Documenting The Evidence, di aver scoperto nel mese di marzo, presso gli Archivi di stato della Nuova Zelanda, una gran quantità di documenti di organismi pubblici di quel Paese, in specie militari, relativi al fenomeno UFO e che finora risultano non accessibili al pubblico perché non declassificati.

E’ necessario precisare che una sostanziosa declassificazione di materiale ufologico da parte delle Forze armate neozelandesi era già avvenuto nel dicembre 2010 e che esso ha riguardato documenti relativi al periodo fra il 1952 e il 2009. Questo materiale, spiega Dean, colpiva anche per un motivo: perché mostrava un ampio coinvolgimento nel problema da parte di varie branche dell’amministrazione pubblica della Nuova Zelanda, e dunque dava per certo che molte parti delle fonti così create dovevano rimanere sconosciute, ancora inaccessibili.

Per ora, ha appurato Dean attraverso la consultazione per parole chiave, è possibile conoscerne solo gli estremi e intuirne da essi in maniera sommaria il contenuto, ma non di più. Lo studioso cerca di dedurne l’area interessata dai titoli e da altri riferimenti: si pensi che alcuni dei documenti ancora non disponibili risalgono agli anni della Seconda Guerra Mondiale, ma altri giungono sino agli anni ’80 del XX secolo.

Il problema – dunque – sottolinea lo stesso Dean è quello del persistere dell’impossibilità di fruire liberamente dei documenti, persino di quelli lontani nel tempo. Per capire meglio le cause di questo perdurante intoppo, invece che gridare al complotto e a chissà quali inconfessabili verità, il 6 aprile lo studioso ha scritto alla direzione degli Archivi di stato elencando i files cui desiderava accedere. La risposta è giunta quindici giorni dopo. L’archivista addetto ai servizi di ricerca, Nik MacDonald-Washburn ha spiegato che il processo di recupero dei files, di cancellazione delle parti relative alla privacy delle persone menzionate e di digitalizzazione è lento e costoso e che – inoltre – parte dei documenti sono tuttora di proprietà degli enti che li hanno prodotti o di quelli cui sono stati versati in prima istanza, NON degli Archivi di stato, che dunque ne sono semplici custodi.

Se si tratta di documenti classificati con restrizioni, essi debbono essere esaminati dagli addetti pagina per pagina, e l’archivista deve appurare presso gli enti che li hanno originati quali parti ritengono di dover rendere pubbliche, ecc.

Il processo, dunque, è lento e costoso in termini di ore lavoro/uomo, e non rientra certo fra le priorità più impellenti di questi organismi.

In altri termini: la pubblicazione ci sarà, ma richiederà pazienza da parte degli studiosi.