GLI UAP AL PARLAMENTO EUROPEO

Il 20 marzo si è svolto, dalle 16 alle 18, l’atteso incontro presso il Parlamento Europeo per presentare il fenomeno UFO/UAP e i motivi per un interesse e coinvolgimento delle istituzioni europee.

Presentati dall’europarlamentare portoghese Francisco Guerreiro, si sono succeduti cinque relatori che hanno illustrato i vari aspetti del fenomeno e del suo studio, con riferimenti alle commissioni ufficiali statunitensi e alla problematiche legate alla sicurezza del volo, come sottolineato dai due piloti  presenti.

Si è trattato di un evento “storico” per l’ufologia privata europea, che ha avuto modo di presentarsi al massimo livello istituzionale e uscire dall’alone di discredito che da sempre la circonda.

E’ evidente che si tratta di un primo, piccolo passo per arrivare a collaborazioni concrete, a coinvolgimenti costanti e coordinati, ma l’importanza dell’evento è evidente e, più che alla recente udienza presso la Camera dei Rappresentanti negli USA,  fa tornare alla mente la famosa sessione presso le Nazioni Unite nel 1978, con la presenza attiva degli ufologi  Allen Hynek e Jacques Vallée.

Avremo modo di riportare ampiamente le relazioni e il dibattito che ha concluso l’incontro, oltre che le reazioni e le prospettive di sviluppo.

Per ora presentiamo il testo di Edoardo Russo che, parlando a nome di tutti gli ufologi europei, ha sintetizzato la storia e la situazione degli UAP nel nostro continente ed  i motivi per i quali l’argomento ha una sua rilevanza, a vari livelli.

 

Fenomeni anomali non identificati – Il contesto storico dell’UE

di Edoardo Russo

Gli UAP non sono un fenomeno solo americano. È sempre stato un fenomeno globale, con avvistamenti e testimonianze da tutto il mondo, e l’Europa è sempre stata in una posizione centrale per quanto riguarda gli avvistamenti, anche prima che il pubblico americano scoprisse i “dischi volanti” nell’estate del 1947: la prima ondata di fenomeni aerei non identificati nel dopoguerra furono i “razzi fantasma” sulla Scandinavia (ma anche su Italia e Grecia) nel 1946.

E le testimonianze europee sono tante: parliamo di milioni di persone. I sondaggi d’opinione alla domanda “pensi di aver visto un UFO” hanno ottenuto nei vari in diversi paesi europei una media del 6,5% di “sì”, che ammontano a ben 29 milioni di testimoni solo per i paesi dell’Unione Europea.

Ma non tutti i testimoni riferiscono le loro segnalazioni: le nostre stime sono che meno di 1 testimone su 100 si fa avanti e segnala il proprio avvistamento, dal momento che i database dei casi raccolti dalle organizzazioni civili UAP comprendono attualmente circa 170.000 segnalazioni dal Portogallo all’Ucraina, dalla Norvegia a Malta: un numero più alto rispetto ad analoghe raccolte di dati negli USA.

I fenomeni aerei non identificati non sono regolari nelle loro apparizioni: le segnalazioni di avvistamenti arrivano a ondate, con anni ricchi e anni poveri. La prima grande ondata di avvistamenti avvenne nella primavera del 1950 e fu veramente europea, coinvolgendo diversi paesi (Belgio, Italia, Spagna, Regno Unito). Un “panico da UAP” ancora più grande si verificò nell’autunno del 1954, con migliaia di casi concentrati principalmente sulla Francia e un clamore mediatico senza precedenti. Nel 1967 fu il Regno Unito, nel 1968 la Spagna, nel 1973 l’Italia, nel 1974 la Francia e così via: importanti ondate di avvistamenti di UAP si sono verificate nella maggior parte dei paesi europei negli ultimi 75 anni. Il mio paese, l’Italia, ha subito una “ondata UAP” così forte alla fine del 1978 che i pescatori si rifiutarono di uscire a pescare, furono inviate pattuglie di polizia a fotografare strane luci, furono presentate interrogazioni parlamentari e il governo incaricò l’Aeronautica Militare italiana di avviare una raccolta formale di testimonianze del pubblico. Anche se il 90-95% di tutti questi UAP viene successivamente identificato e spiegato con fenomeni naturali conosciuti o con oggetti artificiali noti (e questa è proprio l’attività di base di noi “investigatori UAP”), ci rimane un piccola (ma non trascurabile) residuo di casi anomali, per un totale di migliaia di “fenomeni aerei non identificati” in senso stretto su scala europea.

Cosa vedono le persone? La maggior parte degli avvistamenti riguarda luci distanti nel cielo notturno (75%) o oggetti volanti diurni distanti (15%), e questi sono quelli più facili da identificare con cause note. Ma abbiamo anche rapporti con maggiore stranezza e maggiore credibilità come incontri ravvicinati (10%); avvistamenti in volo di piloti militari, civili o privati (1%); effetti fisici temporanei o tracce al suolo (2%); rilevamenti radarici (per non parlare degli oggetti subacquei non identificati).

E ci sono effetti sociali collaterali, che sono stati oggetto di studi accademici da parte di psicologi, sociologi, antropologi. Anche se non possiamo parlare in questa sede  delle vere e proprie situazioni di panico che ci sono state, ci ritroviamo con un gran numero di persone che si chiedono cosa hanno visto, che hanno diritto a una risposta (se ce n’è una) ma non riescono a trovare nessuno ufficialmente incaricato di fornirne, e sono schiacciati tra chi dice loro “eravate ubriachi” e chi crede si tratti di visitatori extraterrestri. Sono solo le organizzazioni private che si prendono carico di quelle persone e delle loro testimonianze, cercando di trovare e offrire quelle risposte ai testimoni: sono (siamo) volontari non retribuiti che lo fanno per passione.

All’interno dell’Unione Europea ci sono alcune centinaia di studiosi privati seri dell’argomento, che cercano di applicare un approccio scientifico. E ci sono decine di associazioni razionali, una in quasi ogni paese europeo, alcune di loro attive da decenni, la maggior parte delle quali coopera all’interno di una rete ufologica europea (EuroUfo.net).  Per non dire che il più grande  archivio ufologico esistente al mondo si trova  in un paese europeo: la Svezia.

I militari: tradizionalmente raccolgono rapporti UFO/UAP nell’ambito della loro missione di controllo e difesa dello spazio aereo di ogni nazione. La maggior parte, se non tutti i paesi europei, hanno avuto i propri archivi militari di segnalazioni  (per lo più militari), proprio come negli Stati Uniti. E una decina di loro hanno declassificato o aperto i loro file UAP in tutto o in parte, per un totale di diverse migliaia di rapporti ora disponibili.

Per quanto riguarda le organizzazioni non militari ma comunque pubbliche che raccolgono e analizzano le segnalazioni di UAP, l’unica (non solo in Europa ma nel mondo) si trova in Francia: nel 1977 il Centro Nazionale di Studi Spaziali (CNES) ha creato un Gruppo di Studio sui Fenomeni Aerospaziali  Non Identificati (GEPAN, ora GEIPAN), che  non solo è ancora attivo ma offre proprio questo servizio al pubblico francese: raccogliere le testimonianze e cercare di identificare le cause, offrendo risposte al pubblico.

E la politica? Naturalmente è stata coinvolta fin dall’inizio: nella maggior parte dei paesi europei sono state presentate interrogazioni parlamentari almeno a partire dal 1950. E anche il Parlamento Europeo ne ha ricevute. Il coinvolgimento più massiccio si ebbe dopo che in Belgio alla fine del 1989 si verificò un’imponente ondata di avvistamenti di “triangoli volanti” e un deputato belga (Elio Di Rupo) ottenne che fosse aperta un’indagine in seno alla Commissione Energia, Ricerca e Tecnologia, la quale  incaricò un famoso scienziato ed eurodeputato, Tullio Regge, a svolgere quel lavoro e preparare una proposta, tra il 1991 e il 1993. La sua proposta di risoluzione era quella di dare al GEPAN francese uno status europeo, ma per alcune obiezioni politiche e un interesse politico troppo basso non ebbe successo. Da allora non è seguito alcun coinvolgimento concreto del Parlamento europeo. Fino ad oggi.

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Una registrazione della presentazione, illustrata e sottotitolata in lingua italiana, è visionabile a questo link sul nostro canale YouTube.
La versione integrale del testo, completa di note e bibliografia, è scaricabile da qui.

GLI UAP AL PARLAMENTO EUROPEO – PARTE 2

L’argomento UFO è tornato di recente al Parlamento europeo, ma non è un fatto nuovo. Questa interazione ha i suoi alti e bassi da più di 30 anni. Ecco la storia completa

(segue dalla Prima parte)

LE INTERROGAZIONI PARLAMENTARI

Interrogazione del 31 gennaio 2024

L’interrogazione più recente è quella del 31 gennaio 2024, in cui l’eurodeputato Francisco Guerreiro (Verdi/ALE, Portogallo) fa riferimento alla previsto nuovo programma spaziale dell’UE, che prevede “norme comuni dell’UE sulla sicurezza, la resilienza e la sostenibilità delle attività e delle operazioni spaziali“. Guerreiro sottolinea la mancanza di un processo di notifica per i PAE che considera un problema di sicurezza. Egli ha formulato quindi la seguente domanda al Parlamento europeo:

1 – Perché i lavori preparatori per la legge spaziale dell’UE (EUSL) non includono un sistema di monitoraggio e notifica degli UAP, dato che questi ultimi possono rappresentare una potenziale minaccia per la sicurezza e che tali fenomeni sono stati osservati nello spazio da personale addestrato che utilizza strumenti di precisione?

2 – Si ritiene che gli UAP debbano essere esplicitamente trattati nel servizio di sorveglianza e tracciamento spaziale (SST), nel piano di ricerca e sviluppo SST e nel servizio per gli oggetti vicini alla terra (NEO)?

3 – L’EUSL intende prevedere (in modo simile alla NASA) un programma di ricerca spaziale UAP dell’UE guidato da un direttore di ricerca?

La Commissione europea non ha ancora risposto a questa richiesta.

Interrogazione del 28 luglio 2023

Un’altra interrogazione recente risale all’anno scorso. Il 28 luglio è stata presentata un’interrogazione al Parlamento europeo in cui si chiedevano rapporti e registri degli avvistamenti UAP segnalati. L’interrogazione si riferisce alla passata audizione dell’informatore UFO David Grusch nel luglio 2023 e contiene tre domande specifiche:

1 – La Commissione è a conoscenza di informazioni o documentazione sugli UAP raccolti dagli Stati membri o dalle agenzie dell’UE, come l’Agenzia dell’Unione europea per il programma spaziale?

2 – L’Agenzia europea per la difesa (EDA) dispone di rapporti sugli UAP e ha protocolli interni per ricevere rapporti sugli UAP dagli Stati membri in modo trasparente e responsabile?

3 – Per quanto riguarda l’aviazione civile, l’Agenzia dell’Unione Europea per la Sicurezza Aerea (EASA) ha rapporti sugli UAP e dispone di protocolli interni per ricevere rapporti sugli UAP da piloti e operatori radar in modo trasparente e responsabile?

L’emiciclo del Parlamento europeo

Il 9 novembre è stata inviata una risposta a questa richiesta. La risposta fa riferimento al Programma spaziale europeo, che comprende attività di osservazione della Terra, navigazione satellitare e conoscenza della situazione spaziale. Il documento sottolinea la stretta cooperazione nel programma spaziale tra gli Stati membri dell’UE e cita il relativo regolamento che contiene componenti e obiettivi. Secondo tale regolamento:

La raccolta di conoscenze o documentazione su fenomeni anomali non identificati non è tuttavia uno di questi obiettivi.

L’Agenzia europea per la difesa (EDA) non possiede alcun documento che corrisponda al tema dei fenomeni anomali non identificati (UAP).

Poiché l’EDA non ha mai lavorato su questioni relative agli UAP, non detiene né riceve documenti corrispondenti alla descrizione fornita in questa domanda. Inoltre, l’EDA non dispone di protocolli specifici su questo tema, in quanto non rientra nelle competenze dell’EDA in materia di impegno con gli Stati membri.

L’Agenzia dell’Unione europea per la sicurezza aerea (EASA) e le autorità dell’aviazione civile dell’UE possono ricevere rapporti di sicurezza su oggetti aerei non identificati che possono mettere in pericolo la sicurezza dell’aviazione civile.

In base a ciò, l’UE non dispone di documenti o risultati sugli UAP. È interessante – tuttavia – il riferimento all’Agenzia europea per la sicurezza aerea e alle autorità aeronautiche dei Paesi, secondo cui possono esistere rapporti su incidenti rilevanti per la sicurezza che coinvolgono oggetti non identificati e che tali rapporti sono archiviati e analizzati a livello centrale. Non viene specificato se – e in che misura – tali rapporti possano esistere. Potrebbe essere utile fare ricerche o chiedere informazioni in merito. Per quanto riguarda la raccolta e l’elaborazione di tali rapporti da parte dell’aviazione civile, si fa riferimento al corrispondente regolamento dell’UE, nel quale, tuttavia, non si parla esplicitamente di oggetti non identificati nello spazio aereo.

Interrogazione del 16 maggio 2008

In un’interrogazione del 16 maggio 2008, l’eurodeputato Marios Matsakis (ALDE, Cipro) ha fatto riferimento alla pubblicazione di file UFO da parte del Ministero della Difesa britannico. Poiché non è stata condotta un’indagine adeguata sulle segnalazioni raccolte, ma si è registrato anche un elevato numero di avvistamenti sopra l’Europa, si chiede se la questione meriti un’indagine da parte di un servizio dell’UE:

A rischio di sembrare poco serio, posso osare chiedere se la Commissione ritiene che questo argomento meriti un esame approfondito da parte di un’autorità dell’UE, magari in collaborazione con altre agenzie di Paesi terzi (ad esempio USA e Russia)? Mi chiedo se la Commissione sia d’accordo con me sul fatto che sia giunto il momento di dedicare al tema dell’esistenza o meno degli UFO una seria attenzione.

La risposta del 25 luglio 2008 è molto breve. La Commissione ringrazia l’interrogante per aver richiamato l’attenzione sulla questione, ma osserva che:

La questione degli oggetti volanti non identificati non rientra nelle competenze della Commissione, che non ha intenzione di occuparsene.

Interrogazione del 22 gennaio 2004

Il 22 gennaio 2004 è stata presentata un’interrogazione dell’eurodeputato Sebastiano Musumeci (UEN, Italia) sulla creazione di un organismo comunitario che indaghi sui fenomeni atmosferici sconosciuti. In essa l’eurodeputato sostiene che una seria indagine sui fenomeni atmosferici sconosciuti da parte dei vari centri spaziali e di ricerca dell’UE merita un’attenzione particolare da parte della Commissione, poiché si tratta di fenomeni che non possono essere relegati alla competenza nazionale dei singoli Stati membri dell’Unione. L’eurodeputato ha chiesto:

Alla luce di quanto sopra, non ritiene la Commissione opportuno promuovere e coordinare la ricerca e l’informazione sui fenomeni atmosferici inspiegabili a livello europeo, eventualmente affidando questa responsabilità a un organismo specializzato ed esperto come il SEPRA (Service d’Expertise des Phénomènes Rares Aérospatiaux) di Tolosa o l’Agenzia Spaziale Europea?

Nella sua risposta del 1° marzo 2004, la Commissione ha innanzitutto ricordato di aver presentato nel novembre 2003 un Libro bianco intitolato “Lo spazio: una nuova frontiera europea per un’Unione in espansione”. La Commissione aveva preparato il Libro bianco in stretta collaborazione con la comunità scientifica e l’ESA. Nella sua risposta all’interrogazione parlamentare, ha fatto riferimento in particolare al piano d’azione per l’attuazione della politica spaziale europea. E infine:

Un’attività specifica che può essere di particolare interesse per l’Onorevole parlamentare riguarda un’azione lanciata di recente nel contesto del 6° Programma Quadro per la Ricerca. Questa azione mira a promuovere la cooperazione tra le agenzie nazionali di finanziamento della ricerca e le organizzazioni nazionali di ricerca europee. Essa comprende un compito specifico per la ricerca solare terrestre e atmosferica europea. Questo sforzo dovrebbe contribuire a migliorare il livello di comprensione dei fenomeni atmosferici e a fornire servizi meteorologici spaziali.

La risposta rimane molto generica rispetto all’interrogazione e non affronta specificamente l’argomento UFO o il centro di ricerca europeo per tali fenomeni.

Interrogazione del 17 marzo 1998

Una vecchia interrogazione risale al 17 marzo 1998, presentata dal deputato Eryl McNally (PSE, Gran Bretagna), sulla base di un’interrogazione scritta di un elettore. Nella lettera, il deputato fa riferimento ad avvistamenti nel Regno Unito e in Belgio e a quelle che considera risposte inadeguate da parte dei dipartimenti governativi nazionali. La lettera allude anche a un possibile insabbiamento. L’autore della lettera vorrebbe quindi informarsi sulla posizione dell’Europa in merito agli oggetti volanti non identificati. La domanda dell’eurodeputato:

Alla luce di quanto sopra, quali misure ritiene necessarie la Commissione per garantire che i cittadini europei siano rassicurati sulla loro sicurezza in relazione agli oggetti volanti non identificati? Esiste una politica europea sugli UFO o è possibile elaborare una politica esistente?

La risposta della Commissione a questa domanda è stata data il 15 aprile 1998 ed è stata molto breve, senza entrare in ulteriori dettagli:

La Commissione ritiene di non essere competente in materia.

Osservazioni conclusive

Le inchieste e le iniziative citate dimostrano che l’UE come istituzione è stata ripetutamente oggetto di inchieste sul tema dell’UAP, ma che finora non hanno prodotto risultati duraturi o sono state respinte. Solo la proposta di risoluzione del 1990 ha mostrato una discussione completa e competente sull’argomento, la cui raccomandazione di introdurre il GEIPAN come punto di contatto centrale europeo per le osservazioni sull’UAP non è stata purtroppo seguita. Resta da vedere cosa accadrà nel contesto dell’attuale politica spaziale dell’UE e se l’argomento UAP sarà ancora preso in considerazione.

[traduzione a cura di Matteo Marrocu]

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Jochen Ickinger è uno specialista di Tecnologia dell’Informazione (IT) che indaga sugli UFO dagli anni 80, ha scritto diversi articoli ed è stato membro del consiglio direttivo di varie organizzazioni tedesche, in particolare del GEP (Gesellschaft zur Erforschung des UFO-Phänomens)

37° Convegno nazionale di ufologia del CISU «CAIPAN-2. Il presente e il futuro dell’ufologia» Sabato 26 novembre 2022

Come abbiamo già riportato, il 13 e 14 ottobre a Tolosa si è tenuta la seconda edizione del seminario CAIPAN (Collecte et Analyse des Informations sur les Phénomènes Aérospatiaux Non-identifiés), organizzato dal GEIPAN, il gruppo di studi sugli UAP del Centre National d’Etudes Spatiales (CNES).

La prima edizione si era svolta, sempre a Tolosa, nel 2014 ed aveva rappresentato un’importante occasione di coinvolgimento tra l’ufologia pubblica francese e il mondo dei ricercatori privati. Visto l’interesse per le relazioni presentate avevamo dedicato al tema il nostro 29° convegno nazionale intitolato “Dopo il CAIPAN 2014. Resoconto,  discussione e prospettive per l’ufologia scientifica” e svoltosi a Bologna, il 22 novembre 2014.

I testi di alcune relazioni e la presentazione dell’evento sono stati poi pubblicati sul n. 41 della nostra rivista UFO – Rivista di informazione ufologica

Dopo otto anni il GEIPAN ha deciso di replicare l’iniziativa con un incontro che ha visto la partecipazione di un centinaio di studiosi, esperti e inquirenti strettamente selezionati, per confrontare e discutere  su due aree tematiche specifiche:

– indagini su casi,  ritenute interessanti per le modalità di  spiegazione (conoscenze multidisciplinari,  utilizzo di conoscenze specifiche o di specifici strumenti di analisi);

– metodologie, approcci scientifici e competenze coinvolte nell’analisi dei fenomeni; metodologie e strumenti utilizzati e da sviluppare per l’analisi e la classificazione degli UAP.

Anche in questo caso il seminario ha rappresentato forse ciò che di meglio si può fare al giorno d’oggi in ufologia, con relazioni di ambito scientifico e di ottimo livello.

Ci è sembrato quindi giusto, ancora una volta, focalizzare sul seminario francese  il nostro convegno annuale, giunto quest’anno alla 37° edizione, per condividere i contenuti degli interventi più interessanti e coinvolgere i partecipanti nelle discussioni che questi hanno prodotto.

Presentare il CAIPAN-2 significa anche ribadire cosa è oggi l’ufologia e cosa potrà esserlo domani. Mai come ora è ben chiaro che non esistono due, tre o mille ufologie, ma che da una parte c’è l’ufologia come studio serio, scientifico, paziente e caparbio del fenomeno UFO, e dall’altra solamente varie forme di “ufomania” che alla razionalità preferiscono il complottismo, la credenza e l’illusione.

Nel corso del nostro convegno, intitolato “CAIPAN-2: il presente e il futuro dell’ufologia” le relazioni più interessanti verranno illustrate dalla delegazione italiana che ha partecipato all’incontro: Giorgio Abraini, Giuseppe Santamaria, Paolo Toselli e Edoardo Russo (alla quale va aggiunto l’ufologo svizzero Bruno Mancusi, anche lui socio del CISU).

Fra i temi trattati:

– Come ottenere e identificare i dati utili dai testimoni di avvistamento

– La metodologia  del GEIPAN per la classificazione ed analisi della casistica

– Le possibilità di incrocio di dati strumentali diversi per le indagini sugli UAP

– L’attendibilità delle testimonianze (intervista cognitiva, eventi di osservazione di massa, analisi dei casi di rientro atmosferico)

– Strumenti di intelligenza artificiale per l’analisi dei database casistici

Non mancherà una sintesi del provocatorio intervento di Vicente-Juan Ballester Olmos che ha dato vita ad un vivace dibattito sul senso stesso del fare ufologia oggi.

Il Convegno si svolgerà sabato 26 novembre dalle ore  15 alle 19, con accesso da remoto in modalità virtuale attraverso la piattaforma Zoom Metting.

L’inconto è riservato a soci e collaboratori del Centro Italiano Studi Ufologici.

Chi desiderasse partecipare come spettatore può farne richiesta alla segreteria del CISU (cisu@ufo.it), compatibilmente con le disponibilità di connessione.

Francia: nuovo direttore del GEIPAN

Il 3 novembre è stato annunciato il nome del nuovo direttore del GEIPAN, Vincent Costes.

Nato nel 1971,  ingegnere diplomato all’Ecole Supérieure d’Optique, lavora al Centre National D’Etudes Spatiales (CNES) da 27 anni, partecipando a numerosi programmi e progetti di osservazione della Terra da satellite.

Il Groupe d’Etude et d’Information sur les Phénomènes Aérospatiaux Non identifiés (GEIPAN) è l’ufficio di studio e informazione sui fenomeni ufologici istituito nel 1977 presso il CNES ed attualmente l’unico ente pubblico di ricerca scientifica che si occupa dell’argomento nel Vecchio Continente.

Il CISU ha partecipato nel 2014 al seminario internazionale CAIPAN organizzato dal GEIPAN a Parigi, e l’allora direttore del GEIPAN  è poi stato ospite al 32° Convegno nazionale di ufologia organizzato dal CISU a Torino nel 2017.

Esce il libro di Passot, ex-direttore del GEIPAN

E’ finalmente uscito il libro in cui Xavier Passot racconta i cinque anni della sua direzione del GEIPAN (Groupe d’études et d’information sur les phénomènes aérospatiaux non identifiés), l’ufficio di raccolta ed analisi degli avvistamenti UFO istituito nel 1977 in Francia dal Centre National d’Etudes Spatiales, unico ente pubblico non militare al mondo ad occuparsene da oltre 40 anni.

Del GEIPAN abbiamo già avuto modo di scrivere più volte, e lo stesso Passot è stato ospite e relatore al nostro ultimo convegno nazionale, dove ci ha presentato proprio la sua esperienza in quella posizione di “ufologo ufficiale”.

Il libro si intitola “J’ai vu un OVNI: Perceptions et réalités” (“Ho visto un UFO: percezioni e realtà”, edizioni Cherche Midi, 142 pagine), con una prefazione firmata dal sociologo Pierre Lagrange.

Non è il primo libro scritto da un direttore del Gruppo di Studio dei Fenomeni Aerospaziali Non-identificati, in quanto già lo avevano preceduto Jean-Jacques Velasco (“Ovnis: La science avance”, 1993; “Ovnis: L’évidence”, 2004) e Jacques Patenet (nel libro collettivo “Phénomènes aérospatiaux non identifiés, un défi à la science”, 2007). In effetti ogni direttore del GEPAN (poi ribattezzato SEPRA, infine GEIPAN) ha dato la sua impronta a quell’ufficio, e di ciascuno è quindi interessante conoscere la percezione “dal di dentro”.

L’era-Passot (in questo proseguendo l’inziativa avviata nel 2006 dal suo predecessore Jacques Patenet) ha segnato la fase di massima apertura sia al pubblico (con la pubblicazione progressiva dell’intero archivio degli avvistamenti raccolti) sia agli ufologi privati (perlomeno a quelli di orientamento scientifico) culminata nel 2014 con il seminario CAIPAN (Collecte et l’Analyse des Informations sur les Phénomènes Aérospatiaux Non-identifiés)

Il libro si rivolge non agli specialisti ma ad un pubblico generico, è scritto in un linguaggio semplice, con intento più pedagogico che divulgativo, ed è diviso in tre parti.
La prima sezione (“I dossier del GEIPAN”) racconta una dozzina di casi significativi, fra quelli raccolti e indagati, riportando anche le conclusioni laddove è stato possibile raggiungerne una.
Nella seconda parte (“Complementi d’inchiesta”) l’autore entra nel merito della complessità dell’indagine ufologica, passando in rassegna (veloce ma completa) le componenti concettuali del problema: cosa si trova (e si vede) in cielo, il peso dei fattori culturali, il testimone al cuore dell’inchiesta, il concetto di prova e il peso dell’immagine fotografica, il ruolo dell’inquirente.
La terza sezione (“La sfida degli ufo”) passa in rapido esame le ipotesi interpretative più diffuse, l’interazione con gli strumenti della scienza, il rapporto con i mass media, gli aspetti legati alla difesa, il peso delle credenze.
Chiudono il libro un capitoletto di conclusioni, un’analisi critica del “rapporto COMETA” ed una bibliografia essenziale commentata.
Se lo scopo di Passot era quello di fare il punto sul suo quinquennio alla guida del GEIPAN e riportare la sua esperienza personale nel mondo dell’ufologia, pur nella brevità del testo il risultato è una sintesi efficace del problema UFO e del suo studio oggi.

Scendono al 7% i “veri UFO” francesi

Come abbiamo già avuto modo di segnalare, il GEIPAN (Groupe d’Études et d’Information sur les Phénomènes Aérospatiaux Non identifiés) non si limita a raccogliere ed esaminare le segnalazioni recenti di avvistamenti UFO in Francia, ma sta procedendo alla pubblicazione di tutti i dossier sui casi raccolti in 40 anni dall’unico ente ufologico “ufficiale”, costituito ed operante in seno al Centro nazionale di studi spaziali (CNES).
Alla fine di dicembre il totale dei casi così resi pubblici sul sito Internet del GEIPAN ha così raggiunto quota 2.704.
Parallelamente a quest’opera di informazione, è in corso un laborioso riesame dei casi a suo tempo classificati in categoria “D”, ovvero quelli per i quali non è stato possibile trovare una spiegazione nonostante la qualità dei dati e delle testimonianze: i veri UFO insomma, che i francesi chiamano PAN (Fenomeni Aerospaziali Non-identificati).
Allo scopo di rendere maggiormente omogeneo e consistente questo residuo di casi inspiegati, che rappresentano il nocciolo duro e la ragion d’essere dell’ufologia, sono stati e sono riesaminati i casi classificati “D” nel periodo precedente la riorganizzazione e rivitalizzazione del GEIPAN nel 2005, quando l’attuale “gruppo di studio e informazione sui fenomeni aerospaziali non identificati” si chiamava invece “Servizio d’Analisi dei Fenomeni di Rientro Atmosferico” (SEPRA).
Le maggiori competenze acquisite, l’uso di strumenti informatici ed una più stringente definizione dei criteri per considerare un caso come “non identificato” hanno finora portato al declassamento di una cinquantina di casi da “D” ad altre categorie (A = casi identificati con certezza, B = casi probabilmente identificabili, C = casi non utilizzabili per insufficienza di dati).
Di conseguenza è scesa la percentuale di PAN di livello “D” sul totale dei casi pubblicati, che in questo momento è pari al 7% (183 casi), una percentuale consistente con analoghi campioni di casistica di altri paesi, che risulta bassa soprattutto perché calcolata su un gran numero di testimonianze “grezze” che risultano per la maggior parte spiegabili con cause note.
Proprio il lavoro di separazione “del grano dal loglio” rappresenta la fase iniziale e la parte principale dell’attività degli studiosi di ufologia, che proprio in questo si differenziano dai vari appassionati e dai non pochi fanatici che, oltre a non saper andare oltre una collezione aneddotica, hanno come scopo principale quello di apparire con affermazioni tanto clamorose quanto infondate, con l’effetto concreto di ridicolizzare (oltre a se stessi) l’intero argomento e chi se ne occupa in maniera seria e scientifica.

Per il GEIPAN in Francia diminuiscono i casi inspiegati

A metà dicembre il GEIPAN ha diffuso alcuni dati riepilogativi della casistica UFO francese raccolta in quaranta anni, secondo i quali sono in costante diminuzione sia l’incidenza percentuale dei casi che rimangono inspiegati, sia il loro numero.

Il GEIPAN è il “Gruppo  di studio e di informazione sui fenomeni aerospaziali” attivo dal 1977 in seno al CNES (Centre National d’études spatiales) per raccogliere ed esaminare le testimonianze ufologiche francesi, inizialmente pervenute tramite i verbali della Gendarmeria, poi anche direttamente dal pubblico. In quarant’anni ha analizzato circa 2300 avvistamenti, il 10% dei quli sono rimasti non identificati.

La ripartizione nel tempo di questi veri UFO non è però costante e la loro percentuale sembra essere diminuita nel corso dei decenni, passando dal 20% al 2%. Una probabile causa è il forte aumento delle segnalazioni diretta da parte del pubblico, triplicate a partire dal 2007, quando il GEIPAN attivò il proprio sito Internet, con la conseguente valanga di osservazioni di oggetti banalmente identificabili.

Anche tenendo conto di questo minor rapporto segnale/rumore, però, i casi UFO in senso stretto (i “non identificati”) risultano in diminuzione non solo in percentuale ma anche in valore assoluto, dagli 8-9 casi all’anno del periodo 1975-1984 agli attuali 2-3 casi all’anno.

Le ragioni possono essere diverse, collegate al funzionamento del GEIPAN oltre che all’andamento del fenomeno: una classificazione più precisa dei casi, che vengono suddivisi in quattro categorie, sulla base della quantità e qualità dei dati, una miglior capacità di analisi e identificazione delle possibili cause degli avvistamenti.