GLI UAP AL PARLAMENTO EUROPEO – PARTE 1

L’argomento UFO è tornato di recente al Parlamento europeo, ma non è un fatto nuovo. Questa interazione ha i suoi alti e bassi da più di 30 anni. Ecco la storia completa

La questione se l’argomento UAP sia stato trattato o se siano disponibili conoscenze e documenti (ufficiali) non si ferma alle istituzioni internazionali. La più nota è probabilmente l’iniziativa dello Stato caraibico di Grenada presso le Nazioni Unite, avvenuta tra il 1975 e il 1977, con lo scopo di istituire un dipartimento all’ONU per la ricerca sugli UFO, che alla fine non ha portato ad alcuna azione ulteriore. Ma ci sono state anche richieste e iniziative al Parlamento europeo sul tema degli UFO/UAP. In occasione delle prossime elezioni europee di quest’anno, i ricercatori europei di UFO stanno pensando di chiedere ai partiti e ai candidati alle elezioni come intendono affrontare la questione UAP. Tuttavia, è incerto cosa ci si possa aspettare da ciò, poiché questo argomento è probabilmente di secondaria importanza in vista di altri problemi e delle sfide attuali in Europa.

A questo punto, vorrei fornire una panoramica delle precedenti iniziative e interrogazioni alla Commissione europea e dei loro risultati. Sono note due iniziative più dettagliate e quattro interrogazioni parlamentari alla Commissione UE. L’iniziativa del 1990 ha portato a un’ampia relazione della commissione, che viene qui citata in modo dettagliato.

Il 27 novembre 2023, l’organizzazione civile olandese senza scopo di lucro “UAP Coalitie Nederland” (UAP Coalition Netherlands, UAPCN) ha presentato una proposta di estensione del programma spaziale dell’UE, attualmente in fase di revisione. L’UAPCN vede una stretta connessione tra il fenomeno UAP e la politica spaziale europea e propone di includere la ricerca e l’individuazione degli UAP. L’UAPCN espone le sue preoccupazioni in un documento di diverse pagine. Fornisce una panoramica generale, relativa soprattutto agli Stati Uniti e cita una serie di esempi di avvistamenti e video che, almeno secondo loro, sono inspiegabili o difficili da spiegare.

L’UAPCN formula poi anche delle raccomandazioni concrete. Ad esempio, gli UAP dovrebbero diventare un elemento importante nel servizio di sorveglianza e tracciamento spaziale dell’UE e, in questo contesto, fornire anche l’opportunità di analizzare e sviluppare ulteriormente le capacità dei sensori di rilevare gli UAP. Anche i dati di osservazione esistenti dovrebbero essere esaminati per individuare eventuali anomalie.

Gli UAP dovrebbero anche diventare un nuovo elemento importante dei Near Earth Object (NEO) e i dati relativi ai NEO dovrebbero essere analizzati e pubblicati. Inoltre, le osservazioni di UAP da parte di astronauti o di altro personale dell’agenzia spaziale dovrebbero essere molto più agevolate e trattate senza stigmatizzazione.

Infine, la rendicontazione degli UAP dovrebbe essere armonizzata e centralizzata all’interno degli Stati membri dell’UE, a tal fine si dovrebbe istituire un archivio centrale nell’UE per gli UAP. Non meno importante, si raccomanda la creazione di un programma di ricerca spaziale UAP presso l’UE o l’ESA, simile a quello della NASA.

La Commissione europea non ha ancora fornito alcun feedback su questa iniziativa.

Iniziativa/Mozione di risoluzione del 26 novembre 1990

Il 26 novembre 1990, l’eurodeputato belga Elio Di Rupo (PSE, Belgio) ha presentato una proposta di risoluzione sull’istituzione di un Centro europeo di osservazione degli UFO, che è stata deferita alla Commissione per l’energia, la ricerca e la tecnologia, in qualità di commissione competente per il 1991, per l’elaborazione di un progetto di risoluzione. Il deputato Tullio Regge (PSE, Italia) è stato nominato relatore. Durante la riunione della commissione del 29 novembre -1 dicembre 1993, la proposta di risoluzione è stata adottata all’unanimità e presentata il 2 dicembre 1993. Il rapporto aveva la seguente formulazione:

PROPOSTA DI RISOLUZIONE
sulla proposta di creazione di un osservatorio europeo sugli “UFO”.

Il Parlamento europeo, vista la risoluzione dell’onorevole Di Rupo sulla creazione di un Centro europeo di osservazione per gli “UFO” (B3-1990/90)

– visto l’articolo 45 del suo regolamento

– vista la relazione della commissione per l’energia, la ricerca e la tecnologia (A3-0389/93)

A. considerando che per più di mezzo secolo c’è stata confusione nell’opinione pubblica in merito alla costante osservazione di oggetti volanti non identificati

B. considerando che esiste una spiegazione razionale per la stragrande maggioranza di tali osservazioni, di cui il pubblico viene raramente messo al corrente e che vi è la necessità di un’informazione più affidabile e veritiera

C. considerando che la credenza parascientifica incontrollata in tali fenomeni si sta diffondendo sempre più tra ampie fasce di pubblico, soprattutto tra le persone istruite

D. considerando che in Francia esiste da oltre dieci anni il SEPRA (Service d’Expertise des Phenomenes des Rentrees Atmospheriques), un dipartimento del CNES (Centre National d’Etudes Spatiales de Toulouse); che il SEPRA, in stretta collaborazione con la gendarmeria e l’aeronautica francese, svolge da decenni attività sistematiche di ricerca e monitoraggio nel campo della percezione degli “UFO” (“Unidentified Flying Objects”)

1. propone di considerare il SEPRA come un interlocutore permanente per le questioni UFO all’interno della CE e di conferirle uno status che le consenta di svolgere indagini in tutto il territorio comunitario. I fondi per gli eventuali oneri aggiuntivi derivanti dall’ampliamento del ruolo della SEPRA possono essere reperiti attraverso accordi tra il governo francese e gli altri Stati membri della CE o, se necessario e con l’accordo dei governi interessati, direttamente tra il SEPRA e altri istituti o organizzazioni di ricerca della CE,

2. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione, al Consiglio, alla Rappresentanza della Francia presso le Comunità europee e al Centre National d’Etudes Spatiales de Toulouse.

Nota generale sulle citazioni del rapporto del 1993: Le citazioni sono tratte dalla traduzione tedesca. Inoltre, l’abbreviazione “CE” per Comunità Europea, comunemente usata all’epoca, viene utilizzata come riferimento a “UE” e viene adottata.

Il testo della mozione evidenzia già alcuni punti chiave del fenomeno, come “l’esistenza di una spiegazione razionale per la stragrande maggioranza di queste osservazioni” o la diffusione incontrollata di “credenze parascientifiche”, che si riflettono ancora oggi in alcuni ambienti della comunità UFO. Il SEPRA citato nel rapporto, come dipartimento del CNES, è il predecessore dell’attuale GEIPAN.

Segue una giustificazione dell’argomento in più pagine, da cui si evince che l’autore è abbastanza informato, dato che vengono affrontati in modo specifico vari aspetti dell’argomento UFO. Ciò non sorprende, tuttavia, in quanto Tullio Regge ha buoni contatti con il gruppo UFO italiano CISU ed è stato anche supportato da loro con varie informazioni.

Nel rapporto vengono citate e anche criticamente contestate diverse ipotesi, come la questione dei visitatori extraterrestri, delle super tecnologie o dei segreti militari.

Viene anche discusso criticamente il ruolo dei mass media, che possono avere un’influenza significativa sull’opinione pubblica e causare confusione attraverso le loro notizie.

Una percentuale significativa della popolazione, anche nei Paesi industrializzati, crede nella teoria degli extraterrestri (ET). I sostenitori della tesi ET formano un ampio spettro di opinioni, che va dai “credenti del contatto” ossia coloro che considerano gli incontri ravvicinati del terzo tipo un fatto accertato e una questione di routine, ai ricercatori UFO seri che sono interessati al fenomeno, ma affrontano la questione senza idee preconcette. I sostenitori della tesi ET associano gli UFO a fenomeni paranormali e formano praticamente una comunità mistica che si sottrae a qualsiasi forma di controllo scientifico che non sia disposto ad accettare tesi preconcette.

In questo contesto vengono citati il caso di Voronezh (Russia), secondo il quale gli extraterrestri sarebbero atterrati in un parco, e la storia di UMMO dalla Spagna su un UFO atterrato, con quest’ultima che viene annoverata come “tra le peggiori sciocchezze”. Regge scrive nel rapporto:

“Non spetta al Parlamento commentare gli UFO. Tuttavia, deve intervenire tempestivamente per garantire che il pubblico sia correttamente informato. Se non si interviene tempestivamente, il prossimo secolo potrebbe non essere affatto un secolo scientifico, ma piuttosto l’inizio di un nuovo Medioevo in stile hollywoodiano. Il vero pericolo non sono gli extraterrestri, ma le persone male informate con un’immaginazione iperattiva e i politici che non si rendono conto dei problemi causati da un’opinione pubblica incontrollabile e prigioniera di ideologie mistiche e parascientifiche.”

Si discute anche il legame tra film e TV e le successive segnalazioni di avvistamenti UFO e le influenze dei media. Sarebbe inoltre opportuno condurre un’indagine storico-sociologica su come viene influenzata l’immaginazione del pubblico.

Il rapporto sottolinea la varietà di possibili spiegazioni e incertezze, che possono portare anche a interpretazioni errate di oggetti convenzionali, e cita i risultati del SEPRA francese. Viene anche menzionata l’ondata UFO belga, che all’epoca era ancora molto presente. Regge scrive:

In confronto, una serie di percezioni fatte in Belgio a partire dalla fine del 1989 ha scatenato una notevole reazione. La SOBEPS, la società belga che si occupa del fenomeno, ha analizzato finora circa 1.500 casi. Diverse caratteristiche del fenomeno rendono necessaria la massima cautela nel tentativo di citare questi eventi come prova della tesi ET.

Non esiste una spiegazione universale per gli UFO; si può trovare una soluzione soddisfacente per certe osservazioni solo se ci si rende conto che questi fenomeni possono avere cause molto diverse che non hanno nulla a che fare l’una con l’altra…

Una seconda conclusione è che le poche osservazioni rimaste inspiegabili (circa il 4%) devono essere prese per UFO (Unidentified Flying Objects) nel vero senso della parola, solo perché per il momento manca ancora una spiegazione o forse per caso, non possiamo considerare il fenomeno come una prova certa e nemmeno come un’indicazione dell’esistenza di extraterrestri, che hanno capacità tecniche notevolmente superiori alle nostre, ma resta compito della scienza continuare a ricercare questi processi per arrivare a una spiegazione soddisfacente.

L’ondata del Belgio è ancora esplicitamente citata nel rapporto, con alcuni commenti cauti sulla valutazione. L’autore commenta:

Poiché la maggior parte degli UFO belgi sembra volare a bassissima quota e a bassa velocità, non sono state fatte osservazioni su cui si possa basare una seria discussione; così come le osservazioni fatte dalla Terra non possono essere collegate a contatti radar ad alta velocità…

Fin dall’inizio, la probabilità di un contatto con gli extraterrestri è certamente molto inferiore alla spiegazione per altre cause…). È notevole che tutte le osservazioni siano state effettuate in Belgio, con un’unica eccezione: il dato a mia conoscenza è quello del 5 settembre 1991 in Francia, ma molto vicino al confine belga.

In un punto o nell’altro, Regge menziona la considerazione dell’inganno deliberato da parte di singole persone o organizzazioni. Tuttavia, il rapporto fa riferimento anche a osservazioni inspiegabili, soprattutto in relazione a oggetti luminosi associati a fenomeni atmosferici precedentemente sconosciuti. Vengono anche fatti dei paralleli con il fenomeno dei fulmini globulari.

Regge scrive poi dei suoi tentativi di parlare con i piloti per capire fino a che punto avessero fatto le loro osservazioni. È stato trovato un solo testimone:

“Un assistente di volo dell’Alitalia è stato l’unico, tra le centinaia di intervistati, a descrivermi l’incontro con un UFO durante un volo sulla rotta Roma-Venezia. A causa di un forte nubifragio, l’aereo non riuscì ad atterrare all’aeroporto di Tessera e dovette volare fino all’aeroporto di Ronchi. Durante la fase di avvicinamento, l’aereo fu accompagnato da tre sfere verdi luminose stimate a circa 100 metri di distanza. Queste sfere lasciarono tracce anche sul radar di terra e furono viste dai passeggeri. A causa delle condizioni meteorologiche, egli vede un collegamento con un fenomeno atmosferico.”

Ha anche ricevuto segnalazioni di avvistamenti dalla sua cerchia di conoscenti:

Infine, vicino a Milano, due conoscenti del giornalista, appassionati osservatori di stelle, hanno avuto una percezione mentre osservavano uno sciame meteorico notturno. Improvvisamente il cielo fu oscurato da un corpo molto grande con fiamme verdastre che usciva dalla parte posteriore e si muoveva lentamente. Questa osservazione all’epoca fece scalpore nella zona.

È interessante notare il paragrafo del rapporto in cui l’autore scrive a tutte le forze aeree dell’UE, ma riceve una risposta dettagliata solo dall’Italia:

Per inciso, il relatore ha scritto a tutte le forze aeree degli Stati membri della CE e ha ricevuto una risposta esauriente solo dallo Stato Maggiore dell’Aeronautica italiana, insieme a un elenco, non soggetto a segreto militare, di tutte le apparizioni registrate nell’ultimo decennio, con un picco nel 1982 con 32 osservazioni. In generale, le osservazioni UFO sembrano essere in aumento lungo le coste italiane. L’opuscolo non contiene spiegazioni sulla natura degli UFO e comunque non riporta osservazioni da parte di personale militare; è più probabile che si tratti di un elenco di varie testimonianze raccolte dall’Aeronautica Militare Italiana.

In una cortese lettera, l’Aeronautica militare francese ha chiesto al giornalista di mettersi in contatto con il SEPRA, con il quale collabora attivamente da tempo.

Le altre forze aeree non hanno risposto o hanno rifiutato la richiesta sostenendo che questi dati erano coperti da segreto militare (Spagna) e comunque non erano particolarmente rilevanti, oppure che l’ufficio che avevo contattato non era competente in materia (Repubblica Federale Tedesca), senza però specificare quale servizio fosse competente. Recentemente, l’aeronautica militare spagnola ha tolto il segreto militare e ha pubblicato un elenco di osservazioni, una delle quali ha una certa somiglianza con il caso Alitalia citato sopra. Per anni le forze aeree di tutti i Paesi hanno mantenuto il segreto sulle osservazioni UFO per il timore – poi rivelatosi del tutto infondato – che queste apparizioni fossero legate alle armi segrete dell’URSS. Quest’ultima, da parte sua, ha tenuto segreti i dati in suo possesso per le stesse ragioni.

Le conclusioni sottolineano l’utilità di un ufficio UFO centrale a livello europeo:

Potrebbe (…) essere utile istituire un ufficio centrale per raccogliere e coordinare le informazioni sugli UFO in tutta la CE. Innanzitutto, potrebbe contrastare l’ondata di voci incontrollate che inquietano l’opinione pubblica e diventare un punto di riferimento per le numerose osservazioni di questo tipo, come nel recente caso dello spettacolare schianto di un meteorite sull’Adriatico o di un satellite russo in Francia. Infine, un centro di questo tipo potrebbe fornire importanti approfondimenti sull’esistenza e la natura dei fenomeni rari, basandosi su organizzazioni già esistenti. Poiché la SEPRA ha acquisito una notevole esperienza in questo campo, la conseguenza logica e non costosa sarebbe quella di conferirle un ruolo e uno status europeo, che le consentirebbe di svolgere indagini e azioni di informazione in tutta la CE.

La relazione è accompagnata da un allegato contenente il testo proposto per una risoluzione corrispondente. L’allegato manca nella traduzione tedesca a mia disposizione, ma sono riuscito a tradurlo dalla versione francese:

PROPOSTA DI RISOLUZIONE (ВЗ-1990/90)

presentata ai sensi dell’articolo 63 del Regolamento da N. DI RUPO sulla creazione di un Centro europeo per l’osservazione degli “UFO”.

Il Parlamento europeo

A. considerando che da molti anni i cittadini affermano di aver osservato fenomeni inspiegabili nei cieli di diversi paesi europei

B. considerando che negli ultimi mesi anche persone fidate, scienziati e militari sono stati testimoni di fenomeni inspiegabili che sono stati equiparati agli “UFO” (oggetti volanti non identificati)

C. considerando il gran numero di testimonianze provenienti da diversi paesi della Comunità europea sulla notte tra il 5 e il 6 novembre 1990

D. considerando che una parte della popolazione è preoccupata per la frequenza di questi fenomeni

1. Invita la Commissione a istituire a breve termine un “Centro europeo di osservazione degli UFO”;

2. Propone che questo Centro europeo di osservazione degli UFO raccolga tutti gli avvistamenti sparsi segnalati dai cittadini e dalle istituzioni europee (militari e scientifiche) e che organizzi campagne di osservazione scientifica

3. propone che questo centro sia gestito dalla Commissione delle Comunità europee e da un comitato permanente di esperti dei dodici Stati membri

Nonostante l’approvazione della proposta, non c’è stata una risoluzione corrispondente al Parlamento europeo, il che ha portato anche a discussioni sulle ragioni. Edoardo Russo del CISU italiano, che conosceva personalmente Tullio Regge, ha fornito informazioni durante una discussione:

Ho fornito alla segreteria di Tullio Regge della documentazione e in seguito siamo rimasti in buoni rapporti, (…) siamo stati entrambi relatori a un convegno sugli UFO al Politecnico di Torino, nel 2001 e lui è stato ospite del nostro congresso internazionale a Saint Vincent, nel 2007.

Ha più volte raccontato (e scritto) quello che era successo: aveva offerto la sua opinione ponderata sul fatto che non era necessario un comitato dell’UE finché il GEPAN esisteva e poteva avere uno status europeo. Questa conclusione non è mai arrivata all’assemblea generale perché il Parlamento è giunto al termine (nel 1994).

Alle sue conclusioni si opposero due deputati britannici, ma non per opposizione politica: erano del Partito Laburista ossia dello stesso gruppo socialista di cui faceva parte Tullio Regge. Stavano facendo la loro battaglia (tipicamente britannica) contro le nuove spese dell’UE. È stato categorico e ironico come sempre quando ci ha detto che..: “non avevano capito nulla”.

Edoardo Russo mi ha anche gentilmente fornito alcune informazioni biografiche aggiuntive su Tullio Regge, in occasione di un precedente articolo su una rivista del CISU:

Tullio Regge è stato uno dei più noti scienziati italiani. Nato a Torino nel 1931, si è laureato in fisica nel 1952 e ha completato i suoi studi presso l’Università di Rochester (New York) dal ’54 al ’56. Dal 1962 è stato professore ordinario di Relatività all’Università di Torino. Dal 1965 al 1979 ha condotto ricerche presso il rinomato Institute for Advanced Studies di Princeton (USA).

I suoi contributi alla fisica delle alte energie sono di fondamentale importanza e ha svolto importanti ricerche sulla teoria relativistica delle collisioni, sui fenomeni delle basse atmosfere e sulla gravitazione discreta che gli sono valsi diversi premi e riconoscimenti scientifici (Heineman Prize dell’American Physical Society nel 1964, Einstein Medal nel 1979, Powell Medal dell’European Physical Society nel 1987).

Oltre all’attività didattica e di ricerca, ha scritto numerosi articoli (dal 1978 collabora con il quotidiano La Stampa) e libri (…) e si è occupato intensamente di divulgazione scientifica (…) oltre che di vari impegni civici e sociali, in particolare a favore dei disabili.

Come indipendente nelle liste del PCI, è stato eletto al Parlamento europeo nel 1990, dove è stato membro della Commissione per l’energia, la ricerca e la tecnologia.

Partecipanti alla conferenza internazionale di Saint Vincent del 2007 (da sinistra): Gian Paolo Grassino (CISU), l’astronomo Guido Cossard, Paolo Toselli (CISU), l’ex europarlamentare Tullio Regge, il giornalista Piero Bianucci (foto di Maurizio Morini, CISU)

Tullio Regge con il presidente del CISU Gian Paolo Grassino a Saint Vincent, 2007

(continua nella seconda parte)

[traduzione a cura di Matteo Marrocu]

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Jochen Ickinger è uno specialista di Tecnologia dell’Informazione (IT) che indaga sugli UFO dagli anni 80, ha scritto diversi articoli ed è stato membro del consiglio direttivo di varie organizzazioni tedesche, in particolare del GEP (Gesellschaft zur Erforschung des UFO-Phänomens)

La risposta all’interrogazione: su Corio c’era un (solo) Tornado…

E’ arrivata giovedì 2 agosto alla Camera dei Deputati,  nel corso del question time della Commissione Difesa, la risposta all’interrogazione presentata al ministro dagli onorevoli Francesca Bonomo e Davide Gariglio lo scorso 18 giugno e poi ripresentata (a firma di Alberto Pagani e Francesca Bonomo) il 1° agosto nella più stringente forma di “interrogazione a risposta immediata”. займ на 12 месяцев на карту мгновенно круглосуточно без отказа

Il Sottosegretario alla Difesa Raffaele Volpi ha dato lettura del seguente testo:

«Lo Stato Maggiore dell’Aeronautica, a seguito dei dovuti accertamenti, ha escluso la presenza di velivoli all’orario e nell’area indicata; tuttavia, ha comunicato che lo scorso 6 giugno, intorno alle 23 locali, nell’area del Comune di Corio è transitato un velivolo Tornado, in missione addestrativa notturna regolarmente pianificata che prevedeva un avvicinamento all’aeroporto di Torino-Caselle. Il bagliore e il boato percepiti dalla popolazione potrebbero ricondursi alla manovra di normale avvicinamento alla pista eseguita dal velivolo e, più in particolare, alla “ri-partenza” che prevede, per poter effettuare la salita in totale sicurezza, l’uso della massima potenza del motore, incluso l’impiego del postbruciatore.

È il caso di sottolineare che tali manovre sono state condotte nel totale rispetto della normativa vigente e delle limitazioni in materia, così come tutte le attività addestrative ed esercitative sono compiutamente disciplinate e regolamentate da specifiche direttive di Forza armata, finalizzate a minimizzare i disagi agli abitanti. L’utilizzo degli spazi aerei è programmato dall’Aeronautica militare giornalmente e ogni pianificazione è comunicata anche alle competenti autorità dell’aviazione civile che devono conoscere l’entità del traffico aereo militare e i dettagli del piano di volo, sia per esigenze organizzative che di sicurezza.

Quanto all’informazione preventiva, da parte delle autorità militari, nei confronti della popolazione in occasione dello svolgimento di attività addestrative con velivoli, è già prassi di Forza armata dare pubblico preavviso di ogni esercitazione di rilievo, così come di ogni evento che preveda la contestuale partecipazione di più aeromobili. Nel caso in esame, si è trattato di una missione addestrativa di un singolo velivolo che ha utilizzato le normali traiettorie di volo che non ricade nelle casistiche sopra esposte. Sugli aspetti legali alla sicurezza e al rispetto delle norme vi è la massima attenzione, affinché l’indispensabile esigenza addestrativa riduca al minimo l’impatto sui residenti nelle aree interessate da esercitazioni di volo. Proprio per questo motivo, oltre che per evitare interferenze con il traffico civile, sono previsti stringenti limiti procedurali, temporali, geografici e di quota per tutte le attività sia addestrative che esercitative».

Non entriamo per ora nel merito di questa nuova risposta e della sua compatibilità con quanto descritto dai testimoni circa la rotta (da valle a monte lungo la Val Malone), la quota (bassissima), gli effetti non solo sonori, ma ci fermiamo a considerare le varie dichiarazioni e spiegazioni, in parte contraddittorie, finora fornite dall’Aeronautica Militare italiana.

Sembrerebbe che l’estensore della risposta presentata ieri dal Governo all’interrogazione parlamentare si sia attenuto alla prima versione fornita ai giornalisti dai portavoce dell’A.M. già lo scorso 7 giugno: un solo Tornado (all’epoca transitato “ad altissima quota”, ora invece  “in avvicinamento all’aeroporto di Caselle”). Versione poi smentita da quanto la stessa Aeronautica avrebbe invece risposto il 20 luglio al procuratore della Repubblica di Ivrea, Giuseppe Ferrando, ovvero che a bassa quota su Corio quella sera c’erano effettivamente due aerei, che avevano avuto un problema tecnico, causa del boato anomalo (ora non più menzionato nella “manovra di normale avvicinamento”), come abbiamo già riferito.

Nessuna menzione, invece, per la terza luce, quella che secondo diversi testimoni aveva preceduto l’arrivo dei caccia, che sembravano al suo inseguimento. Almeno su questo punto, le varie dichiarazioni dei militari sono coerenti: silenzio assoluto. In attesa della prossima puntata di questa telenovela

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Nella foto in evidenza: riunione della Commissione Difesa della Camera in data 1 agosto 2018.
Nella foto piccola: il Sottosegretario alla Difesa, Raffaele Volpi.

Corio, l’Aeronautica ora ammette: c’erano aerei militari

Dopo un mese e mezzo, l’Aeronautica Militare italiana ha fornito una nuova e differente versione circa le luci e i forti rumori aerei che nella tarda serata del 6 giugno scorso hanno allarmato gli abitanti di Corio e di altri comuni della Val Malone, in provincia di Torino, come abbiamo già  suo tempo riferito. тарифы рко

In un primo momento, da Roma i portavoce dell‘Ufficio Pubblica Informazione avevano detto ai giornalisti che non c’erano aerei militari in volo, tranne  «un Tornado in addestramento ad altissima quota, addirittura superiore a quella usuale. Nessun nostro aereo ha sorvolato la zona di Corio a bassa quota ed escludiamo che potesse trattarsi di velivoli sperimentali» (come riportato da Claudio Neve sul quotidiano Cronaca Qui). O ancora: «L’unico mezzo in addestramento nel Torinese, a circa 5 mila metri di quota, era un Tornado, è stato verificato sui radar. Quindi non è sicuramente passato poco sopra i tetti delle case» (Gianni Giacomino sul quotidiano La Stampa).

Ne erano seguite facili quanto ingiustificate ironie sulle decine di persone che invece avevano testimoniato di aver sentito un forte e crescente rombo scuotere finestre e perfino pareti delle case, e delle decine che (trovandosi all’aperto o avendo avuto il tempo di correre fuori da casa) avevano riferito di aver visto passare a bassissima quota quelli che tutti avevano preso per due aerei militari.

Erano poi arrivate le due interrogazioni parlamentari, annunciate e poi presentate alla Camera dei Deputati dall’onorevole Francesca Bonomo e al Senato da Mauro Marino, e parallelamente l’avvio di un’indagine da parte del Procuratore della Repubblica di Ivrea, Giuseppe Ferrando, che il 12 giugno aveva annunciato di aver aperto un fascicolo (senza indagati e senza ipotesi di reato per il momento), affidando ai Carabinieri della stazione di Venaria l’incarico di interpellare i vertici dell’A.M. «al solo scopo di chiarire, se necessario, tutta la vicenda».

Alle interrogazioni non risulta che il Ministero della difesa abbia ancora dato risposta, ma per intanto il 21 luglio la Procura della Repubblica eporediese ha fatto sapere che l’Aeronautica Militare le ha risposto ammettendo infine che sì, su Corio quella sera c’erano due aerei militari, per la precisione due Tornado impegnati in un’esercitazione e che anche il boato era reale ed era stato causato da un non meglio precisato “guasto tecnico” che avrebbero procurato “un rumore anomalo”.

Nessun riferimento invece alla forte luce bianca, prima in movimento lento, poi ferma sopra il crinale, infine scomparsa all’arrivo dei caccia. Ma tanto è bastato a giornali e siti Internet per titolare, “Spiegato il mistero dell’ufo”, “Niente ufo, quelli sono Tornado”  o addirittura “l’Aeronautica smentisce la presenza di Ufo”, quando in realtà della prima luce bianca (l’UFO in senso stretto di questa storia) i militari nulla hanno detto e se l’Aeronautica ha smentito qualcosa ha smentito le proprie dichiarazioni di un mese fa.

Mentre la Procura prosegue gli approfondimenti e i parlamentari aspettano che il Governo dica qualcosa, è appena il caso di far sommessamente notare che, ancora una volta, si conferma la serietà e l’attendibilità dei testimoni e delle testimonianze che il nostro Centro raccoglie sistematicamente. Non si trattava di una “bufala” ma della sincera e precisa descrizione di ciò che effettivamente era presente in cielo: due rumorosi aerei militari a bassa quota.

Partendo da questo primo ed importante dato di fatto, non ci resta che attendere di aver accesso ai particolari comunicati dall’Aeronautica per cercare di capire se si trattava davvero di un’esercitazione, di un volo di addestramento oppure di qualche altra operazione aeronautica dai contorni ancora poco chiari. E continuare a chiedersi cosa fosse l’altra luce. Tutto ciò, come abbiamo detto sin dal primo momento, non significa avallare ipotesi fantasiose o fantascientifiche, ma semplicemente cercare, con mente aperta e razionale, la spiegazione di quanto accaduto.

 

 

– nella foto in evidenza: un testimone mostra il punto esatto in cui si era fermata la luce sopra i boschi di Corio, prima di scomparire all’arrivo degli aerei (indagine di Edoardo Russo, CISU);
– nella foto in alto: l’Ufficio Pubblica Informazione dell’Aeronautica Militare Italiana a Roma (fonte: U.P.I.A.M.
);
– nella foto in basso: un Tornado in volo notturno (fonte: N.S.M.)