1978: la grande ondata 40 anni dopo

In questo 2018 cade il quarantennale della grande ondata di avvistamenti UFO in Italia del 1978, l’anno con più segnalazioni e casi raccolti in tutto il XX secolo.

Già vent’anni fa il Centro Italiano Studi Ufologici dedicò il proprio 13° convegno nazionale al riesame di quell’annata straordinaria, con analisi e confronti della scena internazionale.

A 40 anni dai fatti, il CISU ha lanciato pochi mesi fa un nuovo “Progetto ’78”, basato sull’imponente archivio del centro ed articolato in due diverse sezioni, i cui primi risultati sono in arrivo in questi giorni.

Una prima parte del progetto consiste nella digitalizzazione e indicizzazione integrale delle fonti di stampa dell’epoca. L’ondata del 1978 infatti fu anche e soprattutto un’ondata mediatica, che travolse i giornali e gli altri mass media a livello nazionale e in modo assai pervasivo, con un’intensità inedita in passato (e in futuro), come risulta anche solo dai riepiloghi annuali delle notizie raccolte nell’Archivio Stampa del CISU: mai prima di quel momento (*) erano stati raccolti più di duemila ritagli stampa in un solo anno, come avvenne invece nel ’78, e mai più è capitato negli anni successivi. L’ufomania sui giornali italiani venne rilevata già all’epoca, quando si parlò di “psicosi da UFO”.

Tutto il pubblicato raccolto è da tempo ordinato ed allestito in formato cartaceo presso la sede del CISU, dove occupa sette scatole d’archivio per i ritagli (in massima parte originali) tratti da quotidiani e periodici locali d’informazione, più un ottavo dossier contenente gli estratti dalle riviste illustrate (che sull’argomento UFO pubblicarono ampi servizi). Nell’ultimo mese, alcuni soci del centro hanno lavorato alla scansione integrale di questo materiale, completandone la scorsa settimana la parte principale: 2.400 articoli da quotidiani, cui si aggiungeranno nei prossimi giorni quelli dei periodici illustrati. In parallelo a questo lavoro, altri volontari stanno procedendo a “rinominare” i singoli file così che indichino direttamente la testata giornalistica e la data di pubblicazione, per consentirne un’indicizzazione automatica e un più facile recupero.

 

Entro la fine di maggio prenderà il via la seconda parte del progetto, relativa invece alla casistica. Il catalogo nazionale degli avvistamenti UFO italiani comprende attualmente 1.800 segnalazioni per il 1978, ad ognuna delle quali corrisponde un fascicolo d’archivio contenente le fonti documentarie ad essa relative. Negli anni scorsi presso gli archivi del CISU è stato fatto un lavoro certosino di controllo incrociato tra i dossier già esistenti e le fonti successivamente raccolte o a suo tempo non repertoriate, con la conseguente riproduzione e dossierazione di alcune centinaia di “nuovi” casi. Al termine di questo lavoro si passerà ora all’indicizzazione di questi nuovi casi, inserendone le coordinate (data, ora, località, tipologia) nel database generale. Questa seconda fase del progetto dovrebbe terminare prima dell’estate.

Un modo non teorico ma concreto di commemorare il 40° anniversario della più grande ondata di tutti i tempi nel nostro paese.

 

(*) con l’incredibile eccezione del 1954:  più di 4.000 articoli, recuperati però solo in anni recenti attraverso la ricerca sistematica e mirata dell’Operazione Origini.

2017: in tutta Europa diminuiti gli avvistamenti

Il 7 gennaio 2018, il Centro Italiano Studi Ufologici ha diramato un comunicato per fornire i primi dati consuntivi sulla casistica raccolta nel corso dell’anno 2017.
Sia pur basandosi su dati ancora parziali, già in quel momento era evidente che per il quinto anno consecutivo erano diminuite le segnalazioni di strani oggetti e luci nei cieli italiani.
Il primo consuntivo dell’anno appena concluso era infatti basato sui questionari compilati direttamente dai testimoni sui siti Internet del CISU: solamente 113 per il 2017, mentre erano stati 136 l’anno precedente, 226 nel 2015, 399 nel 2014, 617 nel 2013 e 974 nel 2012. Un trend chiaramente in forte e continua discesa.
Come è noto, il numero di avvistamenti UFO in Italia (o in qualsiasi altra nazione del mondo) non è costante: fin dal 1950 ci sono sempre stati anni più ricchi (le cosiddette “ondate”: 1950, 1954, 1973-74, 1978, 1985, 1997, 2001, 2004-05, 2009-10) seguiti da altri poverissimi (1955, 1981-82, 1991, 1998). Nel tempo, sono state fatte varie ipotesi di correlazione tra il numero di segnalazioni UFO e altri fenomeni fisici (vicinanza col pianeta Marte) o sociologici (crisi economiche), ma nessuna è stata confermata in maniera sostanziale.
Per confrontare il dato italiano con quello di altri paesi, come già era stato fatto due anni fa, il Centro Italiano Studi Ufologici ha quindi lanciato un appello alle altre organizzazioni nazionali che con il CISU partecipano al collettivo EuroUfo.net, perché condividessero i dati relativi alla loro raccolta di casistica negli ultimi quattro anni.
Siamo quindi in grado di riepilogare i primi totali delle segnalazioni raccolte per il periodo 2012-2017 da dodici organizzazioni nazionali che in Europa raccolgono, analizzano e catalogano segnalazioni provenienti direttamente dai testimoni:
BUM e COBEPS per il Belgio;
SUFOI per la Danimarca;
FUFORA per la Finlandia;
GEIPAN e Ovni-France per la Francia;
DEGUFO e GEP per la Germania;
CISU e CUN per l’Italia;
Ufo-Norge per la Norvegia;
Ufo-Sverige per la Svezia.
Otto nazioni possono sembrare poche ma queste rappresentano il 41% della popolazione e il 40% della superficie dell’Europa (escludendo Russia, Turchia e altri paesi in effetti a cavallo tra Europa e Asia), quindi le cifre costituiscono un campione ragionevolmente rappresentativo per una prima ricognizione a livello continentale. Già sotto il profilo quantitativo, l’insieme dei casi considerati è di oltre 13.000 avvistamenti in sei anni.
Ovviamente stiamo parlando di dati grezzi e preliminari, la cui rilevanza non deve essere sovra-stimata, ma che possono darci e in effetti ci danno indicazioni tendenziali al tempo stesso abbastanza nette e significative.
Come prima cosa, se si esaminano le tabelle dei dati annuali e delle variazioni annuali, nazione per nazione, si vedrà che la forte diminuzione nel numero di segnalazioni UFO/IFO dal 2012 al 2017 è di portata generale e continua: il totale continentale ha perso il 22% nel 2013, un ulteriore 25% nel 2015, per scendere ancora del 20% nel 2016 e di un altro 23% l’anno scorso (con una riduzione complessiva del 64%).

In secondo luogo, questo è il trend anche per la maggior parte delle singole nazioni, anche se ci sono sporadiche eccezioni in cui i totali annuali sono aumentati (Belgio 2015, Germania 2014, Norvegia e Svezia 2016) o rimasti pressoché stabili (Belgio 2014, Francia 2014 e 2017, Finlandia 2013 e 2015, Germania 2015, Norvegia 2014, Svezia 2014 e 2015).
Risulta quindi confermato che il numero di segnalazioni di avvistamento è in diminuzione, non solo in Italia ma un po’ in tutta Europa, e non solo nell’ultimo anno.
Sulle ragioni e i meccanismi di tale tendenza, non ci sono al momento risposte, ma la discussione fra gli studiosi è aperta.
E’ ancora il caso di esprimere una certa soddisfazione perché, proprio su iniziativa del Centro Italiano Studi Ufologici, per la seconda volta si è riusciti a tracciare un quadro comune della casistica a livello europeo.

Fenomeni luminosi causati da lanci missilistici: le analisi

Esiste una categoria molto particolare di avvistamenti di presunti UFO dovuta a una causa che in Italia si riscontra di rado – ma fu più presente in passato – e che invece oggi riguarda diverse aree del mondo.

Si tratta di quegli avvistamenti, di solito di grande spettacolarità, causati dal lancio di missili balistici pensati per usi scientifici o militari oppure di razzi destinati a raggiungere le zone dell’atmosfera più distanti dal pianeta.

Attualmente nella gran parte dei casi si tratta di vettori che servono a mettere in orbita satelliti artificiali.

Gli indicatori generali di questo tipo di causa come spiegazione per gli avvistamenti sono:

  • la presenza di segnalazioni su vasta o vastissima scala geografica in un arco di tempo massimo di un’ora circa (quella che in ufologia si chiama condizione di flap);
  • la vistosità notevole dei fenomeni, che possono avere dimensioni apparenti tali da impressionare i presenti;
  • la permanenza in cielo per tempi prolungati di nubi e di fumi (anche un’ora) e di luminosità (diversi minuti);
  • la varietà e mutabilità delle forme dei corpi, che comunque in molti casi vedono la descrizione da parte dei testimoni di “spirali” o di “anelli” e di “cerchi” magari in espansione;
  • il ripetersi degli eventi in aree geografiche (sia pur grandi) ma tutto sommato predicibili perché molte volte legate alla posizione in cui giacciono rispetto ai poligoni dai quali sono effettuati i lanci.

In Italia un grande evento del genere si verificò il 21 marzo del 1989, quando alla sera in tutta la parte nord-occidentale del Paese ed in Francia si ebbero avvistamenti di un fenomeno luminoso posto verso occidente la cui presenza mise in allarme migliaia di persone. Fu dovuto al lancio sperimentale di un missile balistico francese a raggio intermedio tipo S-3 fatto partire dal poligono della zona del Plateau d’Albion. Il periodico del CISU, UFO – Rivista di Informazione Ufologica se ne occupò nel suo numero di giugno 1989: leggetelo a questa pagina.

In testa alla notizia vi mostriamo una foto di quel fenomeno come fu visto da Acqui Terme (Alessandria).

Più in generale, da noi i numerosissimi lanci di vari tipi di missili e razzi effettuati fra il 1961 ed il 1975 dal poligono sardo di Salto di Quirra  (per non dire di quelli fatti in Tunisia e in Algeria) furono responsabili di casi ufologici di ogni genere in specie lungo le coste delle regioni tirreniche centro-meridionali e nell’intero territorio siciliano. In larga misura ne furono responsabili razzi inglesi di tipo Skylark, del quale vedete un’immagine del tempo scattata proprio a Salto di Quirra.

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Un elenco dei test dal poligono sardo con la loro data di effettuazione è reperibile qui, mentre notizie generali sono sul sito dell’ESA (European Space Agency), dal quale è tratta anche la foto qui sopra.

Adesso lo scettico americano James Oberg, che è soprattutto un giornalista e scrittore che  si occupa di astronautica e di missilistica ma che da decenni scrive di ufologia ha messo a disposizione sul web tre suoi lavori che costituiscono ottime risorse sulla questione.

Il primo, aggiornato alla fine del 2016, è uno scritto di 116 pagine che potete scaricare qui.  Tratta un aspetto particolarmente clamoroso di questo genere di eventi, ossia le manifestazioni che si ebbero nei cieli del continente americano fra il 1971 ed il 1996 a causa dei lanci sovietici fatti con missili della serie Molniya che mettevano in orbita vari tipi di carichi paganti (anche militari) producendo grazie ai loro gas ionizzati enormi nuvole luminose. A causa delle modalità di lancio  e di salita in quota si rendevano particolarmente visibili dal Sudamerica.

Il secondo saggio, invece, è un’analisi recente dell’incredibile fenomeno spiraliforme visto, fotografato e ripreso nei cieli della Norvegia il 9 dicembre 2009. Quella volta la responsabilità fu  il fallimento del lancio sperimentale di un missile balistico intercontinentale navale russo “Bulava 30”, quelli che la NATO definisce SS-NX-30.

Nel suo lavoro, che è qui, Oberg fa notare come il quadro nel quale si colloca una testimonianza recente come quella norvegese sia decisamente diverso da quello dei fatti sudamericani degli anni ’70-’80 del secolo scorso. Videocamere, wifi, smartphone, app di messaggeria istantanea permettono il recupero efficiente dei dati e dunque l’identificazione delle cause degli eventi in tempi assai più brevi rispetto ad allora. Le nostre capacità analitiche hanno dunque subito un miglioramento senza precedenti.

Infine, nel terzo saggio – anch’esso assai esteso (144 pagine in formato ppt) – è presentata parte dei casi di un’ondata classica della storia dell’ufologia, quella verificatasi nel 1967 nell’Unione Sovietica a causa dei test di un sistema missilistico segretissimo e vietato per trattato, il cosiddetto FOBS (Fractional Orbit Bombardment System) con il quale si mettevano in orbita veicoli in grado di manovrare e di rientrare in modo autonomo nell’atmosfera portando con loro testate nucleari.

Uno studio specifico della casistica italiana di questo tipo sarebbe altamente auspicabile anche per le sue implicazioni per la storia della tecnica, della politica internazionale e di quella della scienza. E’ sempre possibile, inoltre – anche se ad un ritmo assai lento – che episodi del genere si ripetano anche nei nostri cieli.

 

 

La ricerca ufologica: studiare le ondate di avvistamenti

Tutta la storia moderna e contemporanea dei fenomeni UFO è caratterizzata dalla presenza di ondate di avvistamenti, cioè dal fatto che il numero di casi della più varia provenienza in certi periodi e in zone più o meno vaste subisce variazioni fortissime. In altri termini, la distribuzione delle segnalazioni UFO nel tempo cambia in maniera drammatica.

Da sempre gli ufologi di orientamento scientifico si occupano delle ondate cercando di spiegarne le presunte determinanti. E’ uno degli ambiti dell’ufologia nei quali per primi sono state applicate tecniche statistiche e per il quale è stato subito necessario discutere quantificazioni, misurazioni, metodi di raccolta e d’inserimento dei dati, definizioni di parametri, lo stesso concetto di “caso ufologico” e altro ancora.

Insomma, occuparsi delle ondate UFO è una delle migliori palestre per chi voglia occuparsi di ufologia in maniera seria.

Di recente uno dei maggiori esponenti dell’ufologia critica, lo spagnolo Vicente-Juan Ballester Olmos, che vedete in foto in questa pagina, ha lanciato un progetto per una rivalutazione generale delle conoscenze riguardo alle ondate.

La presentazione del suo programma è reperibile qui.

Il progetto è accompagnato da un invito a parteciparvi. Per farlo, si può scegliere una o più delle fonti presenti in una bibliografia generale predisposta all’uopo, redigere poi una sintesi dei risultati estraibili dalle fonti e, se necessario, proporre una valutazione critica dei risultati e dei metodi usati.

Il lavoro del gruppo sarà coordinato dal fisico spagnolo Julio Plaza del Olmo, che si terrà in contatto coi volontari, verificherà la selezione delle fonti da analizzare, fornirà standard per la redazione delle sintesi e controllerà che esse siano conformi a delle linee guida.

Scopo ultimo del progetto è pubblicare un saggio generale che presenti in modo rigoroso lo stato dell’arte delle nostre conoscenze sulla questione.

Ricordiamo che in maniera propedeutica a quest’iniziativa di ricerca  già nel 2015 Vicente-Juan Ballester Olmos aveva pubblicato una Bibliografia Internazionale sulle Ondate UFO alla quale il Centro Italiano Studi Ufologici, che nei suoi archivi ha al riguardo un ampio dossier, aveva ampiamente collaborato.

Già nel 2005, peraltro, il CISU aveva dedicato il proprio 20° convegno nazionale al tema “Ondate, flap, casi sporadici: a quali regole obbedisce il fenomeno UFO?”, del quale potete leggere il resoconto grazie ad un estratto dal n. 31 del luglio 2005 del nostro principale periodico, UFO – Rivista di Informazione ufologica.