«E' uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo!»

di Gian Paolo Grassino

 


 

Questa battuta è frequente in un certo cinema di guerra Anni 50, alla John Wayne per intenderci, ma in questo caso, con un po' di autoironia, potremmo farla nostra.

Lo "sporco lavoro" è quello di fare dell'informazione ufologica seria, approfondita e documentata.

E' questo un compito che sentiamo come una responsabilità importante, come un vero e proprio servizio da compiere a favore della sopravvivenza stessa di un'ufologia non strillata, non modaiola, ma di contenuti, di idee, di ricerca.

E' un lavoro "sporco" perché significa fare una rivista che sfida le leggi del mercato non solo evitando articoli a sensazione o vagheggiamenti complottistici facili da confezionare, ma chiedendo al nostro lettore qualcosa di più di una semplice lettura.

Con alcuni articoli che abbiamo pubblicato, ad esempio l'interessante contributo di Giorgio Abraini sull'approccio matematico alla classificazione ufologica oppure, su un altro versante, il confronto al limite del filosofico tra Pierre Lagrange e Claude Maugé, proponiamo riflessioni profonde, richiediamo un'attenzione particolare, offriamo a chi ci legge degli strumenti per vivere il proprio interesse ufologico in un'ottica diversa e non banale.

Sarebbe sicuramente più semplice limitarsi a seguire la corrente e galleggiare tra crop circles e rivelazioni, tra improbabili "files fascisti" e risibili "cacciatori di alieni": non è certo un caso che le nuove pubblicazioni che si affacciano in edicola cerchino il confronto proprio su questi temi, in uno scontro per la spartizione del piccolo mercato dell'ufologia giocato tutto "al ribasso".

Forse sarebbe più comodo anche soltanto limitarsi a fare dell'informazione seria, della quale c'è un enorme bisogno, soprattutto quando - come purtroppo oggi succede - questo diventa fare "contro-informazione".

Eppure qualcuno deve pur prendersi la responsabilità di andare oltre, di fare qualcosa di più, di tentare di dare dignità e spessore all'ufologia. Questo è quello che cerchiamo di fare, con mille difficoltà e tanti limiti, chiedendo ai nostri lettori di condividere il nostro sforzo e, per quanto possibile, di farlo proprio.

In questo numero la nostra "sfida" è duplice. La prima è la pubblicazione in esclusiva per l'Italia di un importante e ponderoso studio di Richard Haines e Dominique Weinstein sulle possibili interazioni elettromagnetiche tra fenomeni UFO e gli apparati degli aerei. Dietro all'apparente freddezza di tabelle, cifre e sigle c'è il cuore pulsante della ricerca ufologica, c'è la voglia di andare oltre l'aneddotica degli avvistamenti ufologici e ragionare sui dati, sui parametri fisici, finalmente sul "fenomeno UFO".

La seconda è la presenza su queste pagine di un intervento di Matteo Leone nato in realtà come relazione del Coordinamento Nazionale Indagini del Centro Italiano Studi Ufologici. In questo caso l'analisi di Leone è una fotografia puntuale di un anno di casistica italiana del quale sono analizzate le luci, ma anche le molte ombre, prima fra tutte lo scarso lavoro di indagine sul campo sulle segnalazioni di avvistamento.

La scelta di rendere pubbliche considerazioni che suonano anche come un'autocritica per i limiti del nostro stesso operato ritengo sia, prima ancora che coraggiosa, estremamente razionale: sono tanti gli spunti e gli stimoli che Leone ci fornisce che non c'è modo migliore per guardarci allo specchio e cercare di migliorarci.

Infine, sfida nella sfida, in questo numero trova spazio anche un forte intervento "di rottura"di Giuseppe Stilo che speriamo possa generare un dibattito vivace e costruttivo.

E questo è anche il nostro modo per festeggiare i 20 anni di vita del CISU, costituitosi il 15 dicembre 1985, all'insegna non tanto dell'auto-celebrazione, ma della continua voglia di crescere.

 


[© 2005 CISU - Tratto da UFO - Rivista di informazione ufologica a cura del Centro Italiano Studi Ufologici n. 32, dicembre 2005]

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