L'UFOLOGIA D'INDAGINE

Una terza via tra credenza extraterrestre e ipotesi socio-psicologica

di Renaud Marhic


Renaud Marhic, giornalista e ufologo, E' uno degli animatori di SOS OVNI (la principale associazione ufologica francese), e fa parte della redazione della rivista Phénomèna. In questo editoriale esprime il manifesto per un'ufologia post-moderna, la cui validita' si estende ben oltre i confini francesi. In questa posizione di superamento di posizioni preconcette quanto estremistiche il Centro Italiano Studi Ufologici si ritrova e riconosce.


Alla domanda "credi agli UFO?" E' sempre difficile rispondere si' o no, per chi cerca la precisione. Si puo', di volta in volta, constatare fatti inspiegabili senza essere dei creduloni e parallelamente riconoscere l'esistenza di un mito contemporaneo senza essere razionalisti. Ma nel campo dell'ufologia anche le etichette hanno la vita dura. Oggi spetta a noi staccarci quelle che non ci sono piu' adatte.

Anche l'ufologia, come la politica, conosce le sue tendenze e le sue correnti. Piu' precisamente, il blocco monolitico che costituiva gli appassionati di UFO si E' incrinato nel 1977. Fino al momento fatidico della comparsa di un'opera intitolata Et si les ovnis n'existaient pas? (E se gli UFO non esistessero?) il mondo ufologico, come qualcuno ama chiamarlo, girava bene. E senza dubbio girava in tondo. Gli ufologi, difensori dell'ipotesi secondo la quale una o piu' civilta' extraterrestri ci visitano, si opponevano ai razionalisti che venivano per contraddirli. Ognuno stava al suo posto e si teneva stretta la propria convinzione.

Poi Michel Monnerie lancio' il suo sasso nello stagno: "Il fenomeno che pretendete di studiare puo' essere spiegato in termini di sociologia e psicologia". Era nata l'ipotesi socio-psicologica. Certo gli ufologi ne avevano viste altre, ma da parte di uno di loro, al danno si aggiungeva l'oltraggio.

Ma l'idea fece il suo corso, l'ipotesi divenne corrente di pensiero e un piccolo gruppo assunse presto il nome di "nuovi ufologi". I seguaci di Michel Monnerie si opponevano ormai agli "ufologi ortodossi"...

Circa vent'anni piu' tardi, si deve riconoscere che il colpo di scopa fu salutare. L'entusiasmo degli appassionati di UFO aveva condotto a un paradosso. L'ufologia si proclamava scienza ma, come risultati, non aveva da produrre che una lunga lista di miracoli a verbale. Assurta a dogma, l'esistenza degli UFO aveva esonerato la maggioranza degli inquirenti da ogni verifica in profondita'. Si potevano leggere - e ahimE' si possono leggere ancora oggi - su riviste di seria reputazione "inchieste" che proverebbero l'arrivo sul nostro pianeta di astronavi extraterrestri ma, per quanto possa apparire incredibile, tali resoconti erano e sono spesso lunghi solo due o tre pagine. E se gli ufologi erano d'accordo sul fatto che l'80% delle testimonianze poteva trovare comunque delle spiegazioni naturali, queste ultime risultavano (e risultano) singolarmente assenti dalle loro pubblicazioni. Un po' come se ogni inchiestatore riuscisse nell'impresa di non incontrare sul proprio cammino che dei casi appartenenti al 20% dei non identificati.

Incontestabilmente la nuova ufologia ha permesso di riposizionare il dibattito. Studiando, per il tramite della psicologia della percezione, come degli stimoli naturali (stelle, aerei e via dicendo), possono essere confusi con degli UFO, e prendendo in prestito dalla sociologia e dall'etnologia per seguire l'evoluzione della tematica extraterrestre dal romanzo scientifico del XIX secolo ai nostri giorni, passando per Kenneth Arnold, quanta strada E' stata percorsa. E' per aver conosciuto tale percorso (e per alcuni di noi aver contribuito a tracciarlo) che riusciamo a misurarne oggi l'importanza. Grazie all'assimilazione delle idee della nuova ufologia, siamo oggi una delle rare associazioni i cui membri dividono il loro tempo tra lo studio delle testimonianze autentiche, che resistono all'analisi, e lo studio di un mito e dell'utilizzo che se ne E' fatto. In un certo senso, una posizione di non allineati.

Dopo il nostro addio ai dogmi dell'ufologia ortodossa, questo articolo E' pertanto un arrivederci alla nouvelle vague (etichetta che di tanto in tanto ci viene ancora attribuita). Se oggi essa indica solo piu' un ristretto gruppo di studiosi, riteniamo di non farne parte. Perché? Perché dopo aver fatto la sua rivoluzione, la "nuova ufologia" sembra essersi imborghesita e avere eretto a dogma il proprio scetticismo, al punto che chi lo fa notare viene spesso tacciato d'essere un ufologo deluso che tenta di recuperare la sua convinzione. Non se ne esce. Un po' come se i malpensanti di ieri fossero divenuti i benpensanti di oggi. Che ci sia dunque permesso di citare qualche comportamento dal quale ci dissociamo.

L'ufologia ortodossa ha conosciuto i suoi Professor Nimbus, inventori del portachiavi rilevatore di oggetti volanti, o della teoria secondo la quale i luoghi di atterraggio degli UFO, uniti tra loro, disegnerebbero delle croci di Lorena. Ma forse bisogna constatare che anche la cosiddetta nuova ufologia conosce ormai gli stessi personaggi, pronti stavolta a spiegare tutto con qualsiasi cosa, anche a costo di errori grossolani e altre aberrazioni fisiche. Per arrivarci, il "nuovo ufologo", come i suoi colleghi ortodossi, non ha timore di improvvisarsi scienziato multi-competente, piuttosto che fare appello a degli specialisti. Ci troviamo cosi' a ricevere "rivelazioni" o richieste di rettifica, da parte sia degli "ortodossi" che credono sia dai "nuovi" che non credono (o non credono piu') agli UFO, il tutto spesso con la caratteristica comune di non resistere all'analisi di quegli specialisti che avrebbero potuto essere consultati, che si tratti di spiegare una testimonianza o, al contrario, di apporvi il sigillo "non identificato".

La nuova ufologia ha anche rimproverato molto spesso alla sua rivale di non verificare le sue fonti e di lavorare di conseguenza in modo impreciso. Ma possiamo trovare esempi dello stesso atteggiamento da parte dei fautori della nouvelle vague.

Un altro peccato capitale dell'ufologia ultra-ortodossa, come giudicata dalla neo-ufologia, E' la cosiddetta "sindrome di Ercolino-sempre-in-piedi", ovvero come l'ufologo preso in fallo cade sempre in piedi, attraverso l'introduzione di nuove informazioni, il piu' delle volte inverificabili. Ad esempio: "Come? Una stella di prima grandezza si trovava esattamente nel punto dove il testimone ha descritto un UFO immobile? Ebbene non si tratta lo stesso di una confusione. E' semplicemente che gli extraterrestri avevano deciso di camuffare da stella il loro disco!" Ridicolo? Veramente, tanta E' la volonta' di credere contro ogni evidenza.

Ma la nuova ufologia non pecchera' con la stessa volonta' eccessiva, ma stavolta di non credere? Prendiamo il caso di Trans-en-Provence ad esempio. La traccia a ferro di cavallo che avrebbe lasciato un disco nel giardino del signor Renato Nicolai, l'8 gennaio 1981, sarebbe stata in realta' causata a una trivellazione effettuata esattamente sul luogo dove sarebbe atterrato il misterioso congegno. Le modifiche biologiche del suolo, reputate straordinarie, non sarebbero che le conseguenze dell'utilizzo di prodotti chimici utilizzati al momento del lavoro. Ma cosa risulta dalle indagini di Michel Figuet? Che secondo il presidente della societa' Var Forages, che avrebbe realizzato la trivellazione, con le attrezzature utilizzate, "E' impossibile realizzare un disegno a ferro di cavallo con un raggio cosi' corto" e che, a proposito del terreno in questione, "le nostre macchine non possono piazzarsi troppo vicino a un terrazzamento, altrimenti E' impossibile manovrare attorno al foro". Ecco una dichiarazione che non va precisamente nel senso dell'ipotesi della trivellazione. Ne E' stato tenuto conto? Se a questo si aggiunge che un'analisi del terreno fatta fare indipendentemente da Jacques Vallée non ha permesso di palesare alcuna traccia di prodotti chimici, si constata che l'ipotesi della trivellazione si regge solo piu' a un filo.

Vi sarebbe poi la testimonianza di un vicino che avrebbe visto una torre di trivellazione, "all'incirca nello stesso posto", in una data che quest'ultimo non sa precisare esattamente, ma che potrebbe corrispondere a quella di Nicolai. A tal proposito E' meglio precisare che il vicino fu interrogato mentre era in urto con il testimone! Un dettaglio che non dovrebbe essere trascurato dalla corrente socio-psicologica. Sono diversi anni che i neo-ufologi sanno bene che l'ipotesi della trivellazione non ha potuto essere confermata, anzi. Ma quando si tratta di questo caso, E' sempre presentato come quasi identificato. E' fondato chiedersi oggi: "in funzione di che?" Cio' che E' qui in causa non E' il valore del caso ma lo spirito con cui lo si considera risolto in assenza di elementi formali, o anche solo di un sufficiente insieme di presunzioni.

Negli ultimi anni abbiamo notato una singolare evoluzione. Abbiamo certamente l'abitudine agli aspri attacchi da parte dell'ufologia ortodossa, i cui piu' eminenti rappresentanti vedono, nel nostro doppio approccio al fenomeno UFO, la mano del Governo (se non la zampa dei "Grigi") allo scopo evidentemente di nascondere la verita' al pubblico, ecc. Ma non avevamo l'abitudine alle critiche da parte della nouvelle vague, che vede ormai nel nostro approccio un'assenza di rigore propria di un atto di fede! Come in politica, la nostra posizione di non allineati ci vale i rimproveri di coloro che stanno all'estremo delle due posizioni, ciascuno dei quali ci accusa di fare il gioco del proprio avversario. In altri termini, non siamo abbastanza credenti per coloro che ci credono e nemmeno abbastanza scettici per i razionalisti! Questo parallelo tra due correnti di pensiero opposte E' stato per noi l'occasione di una presa di coscienza dei difetti tanto denunciati dalla "nuova ufologia", ma nei quali essa stessa E' senza pari nel cadere.

Oggi quindi possiamo rallegrarci di lavorare con un campione molto diverso di studiosi. La nostra intenzione E' di continuare. Semplicemente abbiamo tenuto ad affermare la nostra differenza. E siccome le etichette hanno la vita dura, potremmo forse suggerire che quanti si riconoscono nel nostro metodo adottino questa: "ufologia di indagine". Un'ufologia che, come si intende dal termine, si tiene alla larga dai dogmi esistenti, privilegiando i fatti e le loro verifiche, senza essere tenuta a passare al vaglio di una qualsivoglia corrente di pensiero. Rivendichiamo il diritto a considerare identificato un caso, se le nostre indagini ci portano a concludere che E' spiegabile. Ma rivendichiamo anche il diritto ad affermare che un dato caso rimane non identificato, se non siamo riusciti a spiegarlo. In ogni caso, possiamo essere certi che, quando le critiche dei credenti e degli scettici diventano le stesse, possiamo stimare di aver trovato un certo equilibrio.

 

(da Phénomèna, maggio-giugno 1993; traduzione di Sveva Stallone; adattamento di Edoardo Russo)


[© 1995 CISU - tratto da UFO - Rivista di informazione ufologica del Centro Italiano Studi Ufologici n. 15, gennaio 1995]


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