Le immagini UFO menzionate in un documento militare Usa

Sebbene il 17 dicembre del 1969 il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, dopo ventidue anni d’interesse, avesse dichiarato conclusa la sua attività d’indagine sui fenomeni UFO in seguito ai risultati negativi della cosiddetta Commissione Condon dell’Università del Colorado, oggi sappiamo con sufficiente chiarezza che quell’interesse dei militari americani è proseguito in varie forme.

Oggi si dispone di una fonte documentaria attendibile che sostiene  ulteriormente quest’affermazione.

Ai primi di maggio l’ufologo australiano Paul Dean ha pubblicato sul suo blog UFOs – Documenting the Evidence la riproduzione di un breve paragrafo di un manualetto prodotto dallo staff del vice-segretario alla Difesa per gli affari pubblici del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti in una prima versione nell’aprile del 2001 e poi modificato nell’ottobre del 2002. In esso figurano cose rilevanti per il nostro problema.

Si tratta del DoD Instruction 5040.6, Life-Cycle Management of DoD Visual Information (VI), ossia dell'”Istruzione del Dipartimento della Difesa n. 5040.6 – Gestione del ciclo vitale dell’Informazione visiva del Dipartimento”. In altri termini, spiega in modo sommario come i militari americani devono gestire le immagini audio-video di loro competenza. E’ in documento annesso a questo, però, che si trova quello che ci riguarda, cioè nel DoD Manual 5040.6-M-1, Decision Logic Table Instructions For Recording And Handling Visual Information Material” (DoD Manual 5040.6-M-1), cioè il “Manuale del Dipartimento della Difesa 5040.6-M-1 – Tavole d’istruzione per la logica decisionale nella registrazione e il trattamento del materiale contenente informazione visiva”.

In sostanza,  insieme questi due documenti forniscono indicazioni su come si devono trattare le fotografie, i video e ogni altra forma di immagine digitale o tradizionale ripresa da militari di tutte le forza armate degli Stati Uniti, sia per quanto riguarda il salvataggio e l’archiviazione, la circolazione e la trasmissione a terzi.

Alla pagina 53 (capitolo 5, paragrafo 21) del secondo di queste due istruzioni si trova una tabella intitolata

“IMMAGINI RELATIVE AD OGGETTI VOLANTI NON IDENTIFICATI (UFO) E AD ALTRI FENOMENI AEREI.”

Ecco cosa spiega il testo. La tabella che segue riguarda immagini in cui siano stati registrati UFO e altri fenomeni aerei non immediatamente identificabili come velivoli convenzionali o missili. La tabella elenca pure la priorità assegnata ad ogni categoria di immagini e fornisce le relative istruzioni per il loro trattamento.”

Segue la tabella vera e propria, che ha il titoletto “Immagini di UFO e di altri fenomeni aerei”. E’ molto breve e formata da due piccole colonne. Quella di sinistra ha il titoletto “Descrizione dell’oggetto”, quella di destra “Istruzioni”.
A sinistra ci sono due tipi di eventi che potrebbero essere ripresi, ossia: Oggetti aerei non immediatamente identificabili come aerei e convenzionali e, di seguito, Fenomeni aerei (comprese luci in movimento e fenomeni simili).

La colonna di destra, che invece, come spiegato, deve riportare le priorità d’importanza per simili immagini e le istruzioni per il trattamento non pare assegnare speciale enfasi alla questione. La priorità infatti è “normale”, e le istruzioni consistono nel “fornire copie o duplicati a seconda delle necessità ai comandi locali e a quelli superiori. Trattare le immagini registrate con videocamera secondo quanto previsto dall’Appendice 2”.

Pur senza assegnare particolare rilievo alla faccenda, da questo documento emerge che il Dipartimento alla Difesa chiede che le immagini di presunti UFO e altri fenomeni aerei insoliti siano trasmesse dai membri delle Forze Armate ai loro comandi. Non è chiaro che cosa comporti questa catena di trasmissioni. Non vi è infatti alcuna indicazione circa ulteriori analisi e processi valutativi.

Anche se questo documento comporta per definizione la quasi certezza che negli ultimi decenni i militari americani hanno prodotto e archiviato documentazioni su eventi ufologici da loro osservati, documentazioni che restano per ora non di accesso generale agli studiosi e al pubblico, il fatto che queste brevi istruzioni siano state pensate dal Sottosegretariato agli affari pubblici  fa sospettare che le preoccupazioni relative ad un utilizzo cattivo o distorto di eventuali immagini insolite abbia giocato una parte nella loro genesi. Purtroppo, si tratta di un documento troppo laconico e isolato per poter asserire di più.

“Maratona UFO” in Argentina, il 24 giugno, per il 70° anniversario dell’ufologia contemporanea

Sabato 24 giugno cade il settantesimo anniversario della nascita dell’ufologia contemporanea. E’ importante sottolineare che questa data non dipende da “astronavi aliene precipitate”, “giorni della firma di patti segreti coi governi” o da altre fantasie da “storia alternativa” – sarebbe a dire, da balle di vario genere oggi dilaganti.

L’ufologia (nel senso di studio) e il fenomeno UFO (nel senso di ciò che si discute) nascono perché un piccolo imprenditore americano, a bordo del suo modesto aereo privato, vede e subito dopo descrive ad altri qualcosa di strano che ritiene di aver visto in cielo.

L’ufologia contemporanea, insomma, significa studio razionale e sensato di osservazioni di cose strane viste in cielo o nei pressi del suolo. 

Tutto qui.

In questa occasione sono in programma occasioni ed eventi di ogni genere. Molti stupidissimi, commerciali, fatti per chi pensa che “ufologia” sia una parte dell’ideologia complottista oggi popolare o di qualche forma di neo-religione che a dei e demoni ha sostituito gli “alieni”.

Altre sono serie e danno cibo per la mente. Per questo le portiamo alla vostra attenzione.

Ad esempio, dall’altra parte del globo, in Argentina, ci sarà una vera e propria Maratona ufologica che, a Buenos Aires, avrà per sede l’Istituto d’indagine Storica “Museo Roca”.

Una serie di conferenze e di tavole rotonde impegneranno i partecipanti per gran parte della giornata.  L’approccio sarà di tipo multidisciplinare: vedrà impegnati storici professionisti, psicologi, giornalisti, astrofisici, antropologi, psichiatri e militari delle Forze armate argentine.

Saranno dunque affrontati in maniera critica tutti gli ambiti della migliore ricerca attuale: dall’analisi e metodologia d’indagine della casistica corrente degna d’interesse, alle determinanti culturali e antropologiche che alla fine degli anni ’40 del secolo scorso provocarono l’esplosione della questione dei “dischi volanti”, sino agli aspetti propriamente psicologici della fenomenologia.

Qui potete leggerne il programma.

Il Centro Italiano Studi Ufologici condivide questo modo di operare e di affrontare il complesso problema di nostro interesse, e saluta nell’amico e studioso di anomalistica Alejandro C. Agostinelli uno degli animatori di questa importante iniziativa di studio.

I lettori del nostro sito saranno aggiornati sul contenuto degli interventi. E’ possibile che le nostre pubblicazioni, riservate agli iscritti, presentino al pubblico italiano qualche contributo di particolare rilievo proveniente dagli studiosi convenuti nella capitale sudamericana.

 

I casi UFO “D2” del GEIPAN francese: ci sono UFO… più UFO degli altri?

Il GEIPAN (“Groupe d’Études et d’Information sur les Phénomènes Aérospatiaux Non Identifiés”) del “Centre National d’Études Spatiales” (CNES) francese ha da poco compiuto quarant’anni, resistendo a cambi di denominazione, di orientamenti e personalità dei suoi direttori e sempre soggetto alle oscillazioni della linea generale del CNES riguardo a un argomento controverso come i fenomeni UFO.

E’ ben noto che il GEIPAN classifica quelli che definisce “Fenomeni aerei non identificati” (PAN, in francese) raggruppandoli in quattro categorie da “A” a “D” in base a criteri di crescente qualità del contenuto informativo della testimonianza e di crescente difficoltà a spiegare le testimonianze in termini “banali” (i casi “C” sono quelli in cui mancano informazioni sufficienti per un giudizio).

I casi “D” del GEIPAN, dunque, sono quelli che restano non identificati dopo lo svolgimento di adeguate indagini (e dunque sono i resoconti UFO in senso stretto).

Di recente, però, i francesi hanno affinato la loro classificazione dividendo i casi “D” in due sottocategorie, i “D1” e i “D2”.

In questo modo, si hanno dei casi “strani” (quelli col cosiddetto “coefficiente di stranezza” compreso fra 0,5 e 0,75, i “D1”) e i casi “stranissimi” (quelli col coefficiente di stranezza fra 0,76 ed 1 , ossia i “D2”).

Insomma, il GEIPAN fa comparire un insieme casistico che parrebbe puntare all’idea che nella casistica ufologica ci siano casi non identificati le cui caratteristiche fenomenologiche divergerebbero in modo assai forte da quelle necessarie per ricondurli a cause convenzionali.

Insomma, i “D2” sarebbero dei rapporti UFO… più UFO di altri.

Per quanto l’iniziativa possa prestarsi ad osservazioni critiche (la cosa è già avvenuta, ad esempio su questo forum di studiosi scettici sui nostri fenomeni), l’idea del GEIPAN offre parecchi spunti di analisi.

Ci sono davvero, fra i casi che noi ufologi di orientamento scientifico consideriamo “non identificati” casi “più strani” di altri? E, nel caso dei grandi archivi del GEIPAN, quali eventi gli studiosi francesi considererebbero tali (cioè, dei supposti “D2”?)

E, infine, questi supposti casi “stranissimi” potrebbero condurre gli studiosi di ufologia e gli scienziati in qualche direzione precisa circa la natura degli eventi?

Uscito il nuovo numero di “Cielo insolito”, rivista di storia ufologica: scaricatelo liberamente!

Prosegue con regolarità l’uscita di Cielo insolito, rivista di storiografia ufologica curata da due esponenti del Centro Italiano Studi Ufologici, Giuseppe Stilo e Maurizio Verga.

Il numero 4 porta la data di giugno 2017 conta 28 pagine, lo potete scaricare gratis qui e diffondere a vostro piacimento, vi offre rare illustrazioni usate in modo adeguato rispetto ai contesti storici discussi e vede anche un lungo contributo in inglese dello studioso norvegese Ole-Jonny Braenne.

Ecco in dettaglio cosa contiene:

  • Luciano Salce non era repubblichino, di G. Stilo, un editoriale nel quale si argomenta contro la tendenza ad attribuire con qualche facilità ad ufologi italiani del passato appartenenze neofasciste o adesioni alla Repubblica Sociale Italiana;
  • Febbraio 1946: veri e propri dischi volanti in un fumetto italiano, ancora di G. Stilo, in cui si presenta e si discute un raro fumetto pubblicato a Torino ai primi del 1946 nel quale compaiono disegni di velivoli in tutto simili a quelli presentati a partire dall’anno successivo come “dischi volanti”;
  • The alleged    historical provenance   of the Hessdalen  UFO phenomena, di O. J. Braenne, che mostra come la pretesa esistenza di una casistica ufologica “antica” per la valle norvegese di Hessdalen, sito di presunti fenomeni aerei anomali ripetitivi, ad un’analisi delle fonti si riduca a ben poco cosa;
  • I fenomeni solari: un enigma scientifico e storiografico, con il quale Stilo spiega che i cosiddetti fenomeni solari non nascono né in un contesto religioso cattolico né nel XX secolo.

Cielo insolito è strettamente connesso con le attività dell’Operazione origini, uno dei progetti di studio del Centro Italiano Studi Ufologici. Chiunque voglia collaborare alla ricerca di fonti d’archivio e di biblioteca concernenti gli UFO e altri fenomeni aerei insoliti può rivolgersi direttamente ai due redattori.

La pubblicazione del numero 5 è prevista per il prossimo mese di dicembre.

 

[L’illustrazione di questo articolo è tratta da “Secret Teaching of All Times”, uscito nel 1928. In esso l’esoterista canadese Manly P. Hall mostra il cielo dell’antica Atlantide popolato da ogni tipo di velivolo avanzato]. 

UFOPOP ad Alessandria: dal 9 giugno, la cultura popolare e i dischi volanti

Dall’estate 1947, subito dopo i primi avvistamenti di dischi volanti, la cultura popolare è stata contaminata da una quantità esagerata di creature aliene e astronavi galattiche in visita al nostro pianeta.

Dal cinema ai fumetti, dalla musica alla letteratura, dalla pubblicità ai giocattoli e, più recentemente, dalla moda all’arte contemporanea, UFO ed extraterrestri spopolano nei contesti più inaspettati. Anche a distanza di decenni dal caso del presunto disco volante precipitato a Roswell, New Mexico, realtà e credenza continuano a farci sognare.

Per percorrere i sette decenni di “contaminazioni” aliene, il Centro Italiano Studi Ufologici propone presso il Museo Etnografico “C’era una volta”, Piazza della Gambarina, Alessandria, la mostra tematica:

 UFOPOP: 1947-2017

70 ANNI DI DISCHI VOLANTI ED EXTRATERRESTRI

NELLA CULTURA POPOLARE 

dal 9 al 30 giugno 2017

 Da un’idea di Paolo Toselli

L’invito per l’inaugurazione è alle ore 18.00 di venerdì 9 giugno.

Ingresso libero tutti i giorni dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.00, esclusa la domenica mattina.

La mostra raccoglie alcuni esempi ed espressioni della cultura popolare che, probabilmente, dicono più cose su di noi che su ipotetiche creature provenienti da altri mondi.

E per i più curiosi, l’appuntamento prosegue domenica 18 giugno, alle ore 17.00, sempre presso il Museo Etnografico “C’era una volta”, per la conferenza:

 “UFO Fake: presi nella rete” 

con Danilo Arona e Paolo Toselli

E’ scomparso Gianni Settimo, ufologo, fortiano, studioso di folklore: fu uno degli ispiratori del CISU

Pochi giorni prima di compiere 88 anni, il 31 maggio è morto ad Orbassano (Torino) uno dei pionieri dell’ufologia italiana, Giovanni Vittorio (“Gianni”) Settimo.

Interessato ai dischi volanti da quando aveva vent’anni, dal 1957 partecipò a varie associazioni locali poi confluite nel “Centro Studi Clipeologici” (CSC), che nel 1964 cominciò le pubblicazioni della rivista “Clypeus”, da lui ininterrottamente diretta e proseguita in varie forme, vesti di stampa e distribuzioni per oltre cinquant’anni.

Documentarista e giornalista, brillante conferenziere, fu per qualche decennio al centro della Torino insolita e misteriosa, spesso con spirito critico e spiazzante ironia. Raccoglitore sistematico di documentazione, uno dei suoi meriti storici è quello di aver messo insieme un imponente archivio, soprattutto di ritagli stampa italiani e di pubblicazioni specializzate da tutto il mondo, poi donato al Centro Italiano Studi Ufologici.

“Clypeus”, “Ufologia”, “Piemonte insolito”, “UFO and Fortean Phenomena”… tutte pubblicazioni dovute, in modo più o meno diretto, all’azione di Gianni Settimo.

Fu ideatore e promotore dell’idea di un “Centro Unico Nazionale”, che raccogliesse gli studiosi di impostazione razionale e si contrapponesse a chi propagandava i contattisti e il cultismo ad essi collegato, ma non entrò mai a farne parte, per mantenere l’autonomia di “Clypeus” allargando lo sguardo ad argomenti più o meno collegati (esobiologia, archeologia spaziale, fenomeni fortiani ed insolito in generale) e ospitando autori di opinioni anche radicalmente opposte fra loro (da Solas Boncompagni, anch’egli scomparso da poco, a Renato Vesco, da Peter Kolosimo a Roberto Pinotti).

Nel 1973 il “Gruppo Clypeus” confluì nella redazione della rivista milanese “Gli Arcani”, ma già l’anno successivo ricominciava le proprie pubblicazioni centrate stavolta su miti, misteri e folklore del “Piemonte insolito”, come s’intitolò la sua rivista.

A partire dal 1977 accolse intorno a sé alcuni giovani che si erano fatte le ossa in associazioni locali e ne coagulò le forze in un supplemento ufologico (“Ufologia”) che, primo in Italia, diede spazio a teorie alternative all’ipotesi extraterrestre. Alcuni di costoro, più tardi, saranno fra quelli che contribuiranno a fondare il CISU.

Nonostante il suo interesse per l’argomento UFO fosse ormai sfumato, quando nel 1986 nacque il Centro Italiano Studi Ufologici accettò di assumerne il ruolo di presidente onorario e di
firmare come direttore responsabile (cosa che fece fino al 2009)  UFO – Rivista di informazione ufologica.

Lui che fu l’organizzatore del primo congresso ufologico mai tenutosi in Italia (nel settembre 1965), fece la sua ultima apparizione in pubblico al 26° convegno nazionale del CISU, nel 2011.

Ore 23.09 di martedì 30 maggio – Grande bolide luminoso sull’Italia settentrionale e centrale, sulla Croazia e sull’Austria

Alle 23.09 e 23 secondi circa di martedì 30 maggio, seguito in alcune zone del nord-est da un forte boato, un bolide di grandi dimensioni visive accompagnato da lunga scia si è reso visibile per diversi secondi nel cielo di moltissime località italiane, sino alla Croazia occidentale e all’Austria, com’è possibile constatare dalla base dati dell’International Meteor Organization.

Secondo le prime informazioni, che il CISU sta iniziando a raccogliere in modo sistematico, gli avvistamenti, numerosissimi, si concentrano in Emilia, in Romagna e nel Veneto, ma si hanno avvistamenti persino da Ventimiglia (Imperia), da tutto il  Pinerolese e dal Cuneese, da Genova e La Spezia e da Milano, Varese e Bolzano da un lato, da Roma, Perugia, Firenze, Arezzo e Ancona dall’altro.

Sta giungendo anche un certo numero di riprese video/fotografiche attendibili, in particolare dalla stazione di un astrofilo di Cuneo, Paolo Demaria, da altre stazioni dell’IMTN (Italian Meteor and TLE Network), in particolare quelle di Casteggio (Pavia) e di Contigliano (Rieti), da Ferrara e dalla stazione di Rovigo della rete PRISMA per la sorveglianza sistematica di meteore e atmosfera (che mostra una durata fenomenica di 7-8 secondi) e dall’Osservatorio di Asiago Cima Ekar del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Padova.

Riprese combinate della rete PRISMA dal pisano, da Piacenza e da Rovigo indicano che il corpo è transitato probabilmente sulla verticale del Veneto, ma ancora è presto perché si disponga di una valutazione esatta.

Il 2 giugno, anche la Sezione Meteore dell’Unione Astrofili Italiani ha pubblicato una sua valutazione preliminare relativa alla dinamica del fenomeno. Il meteoroide dovrebbe in effetti essere transitato sulla Romagna e sul Veneto sud-orientale, dove si sarebbe frammentato. Non è da escludere che alcuni frammenti possano aver raggiunto il suolo fra la zona di Berra (Ferrara) e quella di Adria (Rovigo).

Chiunque avesse scorto il fenomeno, che pur non avendo natura anomala è per noi d’interesse, è pregato di scriverci riportando tutti i dettagli possibili a cisu@ufo.it, oppure di compilare in tutte le sue parti il nostro Questionario d’avvistamento.

Si ringraziano per la collaborazione Sofia Lincos – CICAP e Roberto Labanti – CICAP/ CISU.

[il testo della presente notizia è stato modificato l’ultima volta alle 15.28 di venerdì 2 giugno 2017]

Come valutare l’attendibilità delle notizie che appaiono in rete?

Fino ad un certo punto della sua storia, l’ufologia di orientamento scientifico ha considerato i “falsi” (cioè quelli in cui in modo deliberato qualcuno “crea” o diffonde notizie su un avvistamento di un presunto UFO mai avvenuto) un problema di dimensioni contenute per lo studioso.

In altri termini: le volte in cui, dopo adeguata indagine, si poteva pensare che il caso fosse un’invenzione del testimone o di altri erano decisamente poche.

Pur in mancanza di dati precisi, l’impressione è che il quadro sia completamente cambiato. L’anonimato assicurato dalla rete, le possibilità infinite dei programmi di manipolazione, la prevalenza della dimensione costantemente satirica, giocosa della realtà ha rovesciato le prospettive.

La prova dell’efficacia delle cose consiste nell’inventare le cose, non nello scartare le falsità.

Per questo, gli studiosi sono sommersi di scherzi, immagini e video adolescenziali di ogni tipo con pretesi, ridicoli “UFO”.

La scienza e la tecnica, insieme alla ragione, ci offrono innumerevoli attrezzi per far fronte con successo a questi sviluppi.

Il problema dei fake (chiamiamoli tranquillamente balle), anche se oggi più grave di ieri per l’ufologo e per chiunque altro rimane sempre lo stesso: saper valutare in modo corretto l’attendibilità delle fonti dalle quali ci arrivano le notizie.

Per provare a capire come operare nell’ambiente odierno è necessario prendere atto di un evento di portata epocale avvenuto da tempo. Questo: i media tradizionali sono ormai quasi completamente fuori dal circuito della costruzione del discorso collettivo sugli UFO (o presunti tali).

Forse le cose stanno così anche per le questioni più importanti, ma per il nostro problema la cosa è ormai evidentissima.

Per questo, vi proponiamo di imparare ad usare i numerosi tools presentati in un articolo comparso su First Draft, un sito dedicato al miglioramento delle competenze e degli standard relativi alla presentazione e alla condivisione dell’informazione circolante online.

Saperli impiegare tutti insieme oggi per l’ufologo vuol dire moltissimo: significa essere in grado in tempi rapidissimi di capire quali percorsi, modificazioni, editing, applicazione di software hanno subito immagini, video e testi scritti.

Oggi queste competenze hanno assunto un’urgenza almeno pari a quelle tradizionali (e assolutamente necessarie) per l’ufologo, che si riassumono nelle domande tradizionali: “che cosa ha visto questa persona che mi sta riferendo la sua testimonianza? Perché mi sta raccontando la sua esperienza? Come posso trasformarla in dati utili per la conoscenza scientifica?”, tutte basate su un presupposto implicito: il rapporto face to face fra individui – il testimone e l’inquirente, chi ha vissuto un’esperienza e chi prova a renderne conto e a interpretarla.

 

Avvistamenti recenti/ Aci Castello (Catania), 15 maggio 2017

Il Centro Italiano Studi Ufologici ha ricevuto direttamente da uno dei testimoni la segnalazione di un fenomeno da lui osservato insieme ad altre persone ad Aci Castello, in provincia di Catania, alle 01.15 esatte della notte sul lunedì 15 maggio 2017.

Mentre l’uomo si trovava su una terrazza a chiacchierare e ad osservare il panorama, nel cielo segnato da una leggera foschia compariva “uno sciame di un centinaio di stelle velocissime” di colore azzurro, che con la loro luminosità fissa si muovevano da ovest verso est ad un’altezza che sarebbe stata assai grande (il teste nella sua comunicazione ha scritto di “seimila metri”, ma  questa indicazione dev’essere presa come una generale sensazione di distanza ricevuta dagli osservatori).

Il testimone che ci ha contattato ha pensato potesse trattarsi di una formazione di aerei, ma il numero dei presunti corpi era troppo alto per qualcosa del genere. Del tutto silenzioso, il fenomeno sarebbe stato seguito per cinque minuti.

I tentativi di fotografarlo sarebbero andati a vuoti: alla fine sarebbe scomparso perché coperto alla vista da qualche ostacolo.

Il Coordinamento regionale per la Sicilia del Centro Italiano Studi Ufologici sta aprendo una sua indagine su questa segnalazione in apparenza interessante ma sulla quale – per ora – è impossibile esprimere qualsiasi giudizio preciso.

Senza indagini sul campo condotte secondo criteri standard da personale addestrato allo scopo, le notizie di avvistamenti di presunti oggetti volanti non identificati giacciono inutili o diventano preda del sensazionalismo o motivo di elucubrazioni senza alcun rilievo scientifico.

A questa situazione il CISU tenta di rimediare.

 

Un aiuto per le inchieste UFO: i razzi illuminanti moderni come possibile causa di avvistamenti

Uno dei compiti dell’ufologo di orientamento scientifico consiste nel tenersi aggiornato circa le cause che possono generare equivoci nei testimoni. La cosa è complicata dal fatto che queste cause sono costituite da un insieme aperto, ossia da un un numero di elementi potenzialmente infinito. In altri termini, l’esperienza e la logica ci dice che, almeno in teoria, si può scambiare di tutto per un UFO.

Sul piano pratico, sappiamo invece che la gran parte dei casi che riusciamo a spiegare sono dovuti a un piccolo gruppo di motivi (grosse meteore, stelle e pianeti, aerei ed altri velivoli, palloni di vario tipo…). Ciò non toglie che ci siano cause più rare e improbabili a manifestarsi che per la loro complessità dobbiamo analizzare con cura, perché possono portare ad eventi di particolare interesse.

E’ il caso dei modelli attuali di razzi e munizionamento utilizzato dalle aeronautiche e dagli eserciti in funzione illuminante e di inganno anti-missilistico.

In un articolo pubblicato qui, lo studioso francese Gilles Fernandez presenta sia alcuni esempi concreti a partire dal 1990 sia una serie di questo tipo di artifici in uso ad opera delle forze armate di vari Paesi del mondo mostrando quale tipo di effetti possano produrre sia  nei video, sia in fotografia sia nei resoconti testimoniali.

In linea di principio il loro impiego  avviene in occasione di esercitazioni militari o di attività di ricerca e soccorso (Search & Rescue). Fra i casi portati ad esempio, ad ogni modo, nessuno concerne il territorio italiano.