Avvistamenti recenti/ Niscemi (CL), 15 febbraio – Ossi (SS), 20 febbraio – Lanciano (CH), 2 settembre 2016

Agli avvistamenti di potenziale interesse giunti al CISU nelle ultime settimane dobbiamo aggiungerne uno dei pochi degni di nota resi pubblici dai media tradizionali. Un tempo padroni incontrastati  delle notizie sulle segnalazioni UFO, oggi svolgono nel nostro ambito un ruolo del tutto marginale. La qualità dell’informazione diffusa è – di solito – assai bassa.

Un’eccezione è costituita da quanto “La Sicilia” ha reso noto nella sua pagina “Caltanissetta e provincia” dell’edizione del 17 febbraio.

La sera di mercoledì 15 febbraio, verso le 21, a Niscemi (Caltanissetta), un uomo che poi si è rivolto alla redazione del quotidiano ma che ha chiesto di mantenere l’anonimato ha asserito di aver visto a circa quaranta metri dal suolo un corpo volante rotondo che emanava luci intense e di colori diversi, dapprima immobile sopra lo stadio comunale e poi ripartito a velocità “impressionante”.

Il testimone era alla guida della sua auto sul viale Europa quando guardando a destra, verso il campo sportivo, ha scorto l’oggetto fermo per una decina di secondi e poi scomparso a gran velocità. Nel complesso l’osservazione sarebbe durata una ventina di secondi.

Secondo “La Sicilia” altre persone della zona avrebbero visto verso la stessa ora una luce del cielo muoversi veloce come una meteora che però “procedeva verso l’alto”.

Un appello ai testimoni lanciato dal CISU via Twitter per ora non ha sortito effetti. Come sempre, si ricorda che la nostra associazione mette al primo posto la privacy delle persone.

Altri due casi di qualche rilievo sono invece pervenuti in modo diretto all’associazione.

Un testimone ha contattato per telefono l’ufologo Antonio Cuccu, coordinatore per la Sardegna del CISU raccontandogli che lo stesso giorno, cioè un po’ prima delle 00.40 del 20 febbraio, dal cortile della sua abitazione di Ossi (Sassari) aveva scorto a circa 50° di altezza sull’orizzonte, verso sud, un “pallone da rugby” di colore bianco, grande più della Luna Piena che in silenzio, lento e con assetto di volo orizzontale, spariva sempre nella porzione sud della volta celeste in non più di cinque secondi. Il corpo volante gli era apparso “basso” nel cielo, ma all’uomo non è stato possibile produrre una valutazione più precisa.

Infine, seppur con notevole ritardo, nei giorni scorsi è pervenuto al CISU il questionario d’avvistamento compilato online da un testimone il quale ha descritto con notevole precisione quando aveva visto il 2 settembre 2016, fra le 19.00 e le 19.30, a Lanciano (Chieti). 

Parcheggiando la sua automobile, l’uomo scorgeva un corpo volante a forma di cono, dotato di ali, che si muoveva silenzioso nel cielo sereno in senso verticale transitando lento proprio sopra il condominio nel quale abita (un palazzo di cinque piani).

Sceso dall’auto rapidamente per provare a fare una foto lo perse di vista perché nascosto da un gruppo di pini. Era di colore nero – ma il teste tiene a precisare che il cielo era ormai quasi buio. Secondo lui doveva essere lontano 300 metri ed avere un’altezza di 4 metri per due di larghezza, con le “ali” lunghe due metri. Lo poté seguire in tutto per dieci secondi. Per rappresentarlo ha tracciato il disegno che potete vedere qui.

Lanciano-(CH)-02.09.2016

Come sempre, si ricorda che la diffusione in questa sede di informazioni relative agli avvistamenti non comporta nessuna assunzione circa la natura dei fenomeni descritti.

Il saggio di Churchill sulle possibilità di vita extraterrestre: le letture adeguate

Negli ultimi giorni siti-spazzatura di ogni genere, in Italia e nel mondo, hanno avuto buon gioco nel sostenere che il grande politico inglese Winston Churchill (1874-1965) “credeva negli alieni” e che era stato “scoperto” un “clamoroso documento” che lo provava.

Poste in questi termini, si tratta di stupidaggini. La notizia tuttavia c’è davvero ed è anche molto interessante. Cerchiamo di inquadrarla nel modo corretto e assegnarle il valore che merita.

Il 15 febbraio, sul sito di Nature, l’astrofisico israelo-statunitense Mario Livio ha reso pubblica la novità: presso gli archivi del National Churchill Museum di Fulton, nel Missouri, il direttore aveva scoperto un dattiloscritto redatto nel 1939 dal futuro primo ministro inglese.

Intitolato Are We Alone in Space?, lungo undici pagine (lo vedete nella foto), dimostra soprattutto una cosa: la dimestichezza che Churchill aveva con la cosmologia dei primi decenni del secolo scorso, la fisica relativistica e il linguaggio della divulgazione scientifica (lui stesso fu popolarizzatore delle conoscenze scientifiche su vari periodici del suo Paese). Si tratta dunque di uno sguardo per niente visionario, o da sognatore privo di qualsiasi riferimento che non siano le più solide cognizioni disponibili al momento.

Lo scritto è adeguato alle discussioni correnti al tempo: probabilmente redatto per il periodico domenicale londinese “News of the World” non vide mai la luce, e solo da poco Mario Livio lo ha potuto esaminare con l’occhio dell’astrofisico e presentarlo su “Nature”.

In tutto ciò, Livio ritiene che Churchill fosse in grado di delimitare con cura le condizioni allora ritenute indispensabili per la formazione della vita organica. L’inglese non se la sentiva di escludere che ve ne fosse su Marte e su Venere, ma poi si spingeva anche a dibattere le possibilità offerte da eventuali pianeti extrasolari, che pure allora non erano stati individuati né tanto meno studiati.

Insomma, un entusiasta delle possibilità della scienza e delle tecniche, ma con uno sguardo concreto e per certi versi scettico.

Livio ritiene plausibile che la stesura di Are We Alone in Space? sia stata una conseguenza della trasmissione di Orson Welles e del celebre “panico” generato dalla finta radiocronaca dell’invasione marziana trasmessa il 30 ottobre 1938. Certo è che Churchill aveva letto scrittori d’anticipazione e di fantascienza – ma sempre ritenendoli nutrimento per la sua immaginazione scientifica.

Comunque, fu probabilmente l’insieme di questi interessi che nel 1952, spinse davvero Churchill a mostrare curiosità per il fenomeno dei dischi volanti.

Il 28 luglio di quell’anno, al culmine della colossale ondata di avvistamenti in corso sugli Stati Uniti e mentre si susseguivano le notizie circa sorvoli della stessa Washington con notizie contraddittorie su rilevazioni radar di segnali non identificati nei cieli della capitale americana, Churchill – che dall’autunno precedente era di nuovo primo ministro –  redasse una minuta indirizzata al segretario per l’Aeronautica, Lord Cherwell, chiedendogli di fargli sapere se “in tutta quella roba sui dischi volanti” ci fosse qualcosa di vero.

La risposta (scettica) giunse da Cherwell il 9 agosto: uno studio condotto dai servizi d’informazione l’anno prima aveva concluso che gli avvistamenti erano spiegabili in termini convenzionali.

 

 

 

Il pianeta Venere sta provocando un enorme numero di segnalazioni UFO negli Usa e altrove

Dall’autunno scorso l’intensissima luminosità del pianeta Venere, visibile in orari serali (oggi sabato 25 febbraio, per esempio, alle latitudini medie dell’Italia tramonta alle 20.59) sta generando un gran numero di avvistamenti di pseudo-UFO sia in Italia sia all’estero.

Dagli inizi di gennaio buona parte dei casi giunti al CISU relativi alla fascia oraria 17-21 sono dovuti a Venere, che in questi giorni si trova quasi perfettamente ad ovest, relativamente basso sull’orizzonte e di cui si osserva bene il tramonto con il disco biancastro che progressivamente pare arrossarsi man mano che scende verso il basso.

Gli ultimi casi plausibili concernono Chieti Scalo (14 febbraio, ore 20), Albizzate (VA) (15 febbraio, 19 circa) e  San Francesco al Campo (TO) (16 febbraio, ore 20 circa), ma altri episodi sono all’esame.

Il fenomeno, pur ben noto da sempre agli studiosi razionali di ufologia ci ha comunque sorpresi per le proporzioni che ha assunto in questa stagione invernale.

Avevamo appreso da colleghi di vari Paesi dell’emisfero settentrionale del globo che le cose stavano andando in modo simile anche da loro, ma ora negli Stati Uniti una delle associazioni di appassionati che dispongono di una hotline telefonica per raccogliere gli avvistamenti, il NUFORC, giovedì 23 febbraio si è vista costretta a pubblicare sulla sua home page un avviso di questo tenore:

Per favore, non segnalateci gli “avvistamenti” dovuti al pianeta Venere. La nostra hotline telefonica sta ricevendo circa duecento chiamate telefoniche a settimana riconducibili al pianeta Venere, e quelle telefonate ci stanno impegnando per la maggior parte del tempo.

Invitiamo il pubblico italiano a far circolare anche da noi questa informazione:

la fonte di luce vistosa che si osserva a lungo, in questa stagione, dal tramonto sino alle 21 circa in direzione ovest, piuttosto bassa sull’orizzonte e che lentamente scende verso il basso NON E’ UN UFO, ma il pianeta Venere in una sua fase d’intensissima luminosità.

Uno scienziato australiano silenziosamente interessato al fenomeno UFO: Michael J. Duggin (1937 – 2016)

Nel dicembre 2016 è scomparso uno scienziato australiano, il fisico Michael J. Duggin.

Nato in Inghilterra, Duggin ha lavorato in numerose istituzioni di ricerche che vanno dallo CSIRO (“Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation”), il maggiore organismo pubblico di ricerca scientifica dell’Australia, al Laboratorio di Ricerca dell’Aeronautica militare degli Stati Uniti presso la Base aerea Kirtland, nel Nuovo Messico, dove è stato senior scientist del Direttorato veicoli spaziali.

Il percorso ufologico di Duggin è stato rievocato di recente in tutti i suoi dettagli dall’ufologo australiano Bill Chalker

Noi ci limitiamo ad una sintesi estrema per indicare al pubblico che nel corso dei decenni le persone di ambito accademico che si sono occupate in modo diretto della fenomenologia UFO, seppure rare, costituiscono un flusso costante.

Sebbene Duggin sia vissuto negli Stati Uniti dal 1979, oggi è possibile dire che egli coltivò un fortissimo interesse per il problema almeno a partire dal 1966, quando cominciò a compiere indagini “sul campo” e poi scoprendosi pubblicamente nei primi anni ’70, quando partecipò a discussioni pubbliche e dibattiti sull’argomento anche in alcune università del suo Paese.

Aderì poi all’APRO americano e ne diventò consulente scientifico. Poi, sempre nei primi anni ’70, entrò in rapporti diretti con l’astrofisico ed ufologo americano J. Allen Hynek e con l’informatico Jacques Vallée entrando a far parte di quella rete informale di scienziati interessati agli UFO animata dai due e che prendeva il nome scherzoso ma non troppo di “College invisibile”, del quale Duggin fu per qualche anno il principale punto di riferimento in Australia, indagando casi e inviando rapporti d’inchiesta ad Hynek.

Poi, alla fine degli anni ’70, Duggin si trasferì negli Stati Uniti per lavorare con istituzioni universitarie e con l’Aeronautica militare di quel Paese. Sembra che a quel punto le sue attività in ambito ufologico siano andate diminuendo.

I documenti militari australiani oggi documentano bene il ruolo importante che Michael Duggin ebbe per almeno un decennio nello studio degli UFO e i buoni rapporti di collaborazione che riuscì a mantenere con la RAAF (l’aeronautica militare australiana) e il DAFI (Directorate of Air Force Intelligence), i servizi d’informazione dell’Aeronautica, che allora si occupavano in modo diretto dei fenomeni UFO.

 

Gli effetti causati da lanci di missili: altri casi e caratteristiche generali

Con una notizia pubblicata su questo sito il 26 gennaio ci eravamo occupati dei complessi fenomeni causati dal lancio nell’alta atmosfera o verso lo spazio esterno di vari tipi di razzi e di vettori missilistici.  Ci eravamo però soffermati in particolare sugli studi concernenti fatti di questo tipo risalenti ai decenni passati, sino a risalire agli anni ’60 del secolo scorso.

Oggi torniamo sull’argomento per aggiornarvi sugli studi di ultima generazione. Vi forniamo altri strumenti di valutazione per eventuali fatti futuri e diverse analisi concernenti il quadro di questi ultimi anni.

Dobbiamo ancora una volta al ricercatore aerospaziale americano James Oberg tutti questi sussidi, che come ufologi di orientamento scientifico vi invitiamo a scaricare senza indugio.

Cominciamo con uno studio reperibile qui. Prende spunto da un caso recente di questo genere, quello che la sera del 7 novembre 2015 ha avuto per scena la costa pacifica degli Stati Uniti. E’ però un documento che va oltre l’episodio contingente, perché fornisce molti elementi generali concernenti la dinamica di questi tipi di eventi, ad esempio quelli riguardanti la geometria dei lanci (esempio: perché i missili, al contrario delle aspettative, non vanno in linea retta verso l’alto?)

Un saggio ulteriore di Oberg riguarda l’osservazione di una “spirale ascendente” comparsa nel cielo della regione russa di Tomsk nel 2006. Esso è occasione per spiegare le modalità con le quali si formano le “spirali”, questo genere di effetti sconcertanti che possono dar luogo a spettacoli di grande bellezza e di quasi assoluta perfezione di forme.

Un altro scorcio speciale è quello offerto dalla presentazione di ciò che accadde nei cieli della Siberia nel pomeriggio del 23 dicembre 2011, quando il grande satellite per telecomunicazioni russo Meridian 5 non riuscì ad entrare in orbita e si disintegrò nell’atmosfera con il suo vettore. Alcuni rottami ricaddero al suolo. Il disastro spaziale provocò avvistamenti da un’area vastissima.

Uno studio più recente di Oberg offre una prospettiva ancora più particolare: l’osservazione, il 10 ottobre 2013, degli effetti del lancio sperimentale di un missile balistico russo da parte dell’equipaggio della ISS, la Stazione spaziale internazionale in orbita nell’atmosfera terrestre.

Il 17 novembre 2015 dal poligono di Kapustin Yar, nella zona di Astrakhan, i russi lanciavano un missile balistico RS-12 Topol M (in codice NATO SS-27 Sickle B) generando ancora una volta una miriade di testimonianze. L’interesse precipuo del lavoro  su questo fatto sta nella spiegazione dei motivi per i quali i test di questo gruppo specifico, che avvengono dal 2005 e sono denominati KY-SS (il lancio di quel giorno era siglato KY-SS 12) risultano particolarmente vistosi per gli osservatori posti al suolo.

L’ultimo caso in ordine cronologico è oggetto del lavoro concernente le osservazioni da terra, dalla ISS e da parte di aerei in volo delle conseguenze del lancio noto come TMA-19M della stazione orbitale russa Soyuz, avvenuto dal poligono di Baykonur il  15 dicembre 2015.

Uno dei pochi casi italiani della categoria di cui ci siamo qui occupati si verificò la sera del 21 dicembre 1968, ebbe per teatro la parte settentrionale del Paese e fu dovuto al lancio dell’Apollo 8 statunitense in volo verso l’orbita lunare.

Si noti che nessuno dei casi studiati da Oberg sembra aver generato testimonianze dal nostro territorio.

 

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AGGIORNAMENTO DEL 20 FEBBRAIO 2017

Quasi in contemporanea con la pubblicazione di questo articolo, James Oberg ha prodotto un nuovo saggio sugli effetti dei lanci di vari generi di missili e razzi. In questo lavoro, datato 11 febbraio, si sofferma in modo speciale su un altro aspetto di questa categoria di eventi: motivi, tecnologie, tipi di materiali ed effetti specifici dovuti agli scarichi di carburanti da parte di velivoli in fase di lancio o di orbita. Uno degli eventi descritti è lo scarico di gas e carburanti dovuti all’Apollo 8, quello che – come detto – fu osservato anche dal nostro Paese.

 

Nella foto sopra, l’incredibile spettacolo offerto dalla “spirale” ripresa nel cielo norvegese il 9 dicembre 2009. Erano gli effetti del fallimento del lancio di un missile russo SS-NX-30.

 

Avvistamenti recenti/ Savona, 4 novembre 2016 – Isola di Mykonos (Grecia), agosto 2015

A metà gennaio una guardia giurata ha contatto via posta elettronica il Centro Italiano Studi Ufologici per descrivere una sua osservazione fatta la notte sul 4 novembre 2016 mentre si trovava in servizio con un collega presso il porto di Savona.

Alle 00.34, mentre insieme all’altro effettuava un normale giro di controllo presso un cantiere navale, la sua attenzione sarebbe stata richiamata dal suo compagno che gli voleva far notare la presenza nel cielo sereno di una grossa sfera luminosa dalla luce fissa e priva di scia.

Il corpo sembrava sospeso ad un’altezza sul mare valutata dal testimone che ci ha contattato in circa 300 metri, forse sulla zona delle Albisole, com’è denominata l’area che comprende i due comuni di Albisola Superiore di Albissola Marina, oppure verso Celle Ligure, comunque in direzione nord-ovest rispetto al porto savonese.

All’improvviso la luce si sarebbe mossa verso il basso in verticale “ad una velocità fuori dal comune” per poi fermarsi a poche decine di metri dal mare. A quell’altezza si sarebbe spenta.

Il corpo sarebbe stato “grande come un elicottero” e sarebbe sceso da un’altezza sull’orizzonte pari all’inizio a 60° sino ad una di 20°. Secondo chi ci ha scritto sarebbe comunque stato lontano dagli osservatori diversi chilometri, forse addirittura “dieci”.

Il corpo è stato fotografato con uno smartphone “Huawei P8”. L’immagine inviataci mostra con chiarezza i dettagli di una banchina portuale e nel cielo notturno un corpo chiaro, sferico, di dimensioni apparenti notevoli e dalla luminosità intensa.

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Un secondo avvistamento in apparenza interessante è stato effettuato ormai parecchio tempo fa da un italiano che risiede all’estero per lavoro. Ci è stato segnalato anch’esso via email dal testimone soltanto il 31 gennaio di quest’anno.

Nell’agosto del 2015 chi ci ha scritto lavorava come chef a Mykonos, la città capoluogo dell’omonima isola dell’arcipelago greco delle Cicladi.

Dopo aver finito di lavorare ed aver cenato, forse intorno all’una di notte, il testimone insieme ad altre tre persone si trovava in una delle vie di Mykonos quando dapprima lui e una sua collega, poi anche gli altri due, avrebbero visto nel cielo limpido tre luci bianco-giallognole poste in posizione allineata, in verticale rispetto al mare, ma sfalsate fra loro, cioè in diagonale. Dovevano trovarsi ad una quota fra i mille e i duemila metri, in direzione dell’isola di Tinos. La loro luminosità era fissa.

Da est, ossia dalla loro destra, andavano a ovest. Diedero l’impressione di muoversi “a notevole velocità” ma nel completo silenzio.

Dopo aver percorso un tratto che il nostro interlocutore stima oggi “tra i quattro e gli otto chilometri”, una delle tre luci si sarebbero fermata di colpo. L’uomo, che si dichiara appassionato di aeronautica e conoscitore dei velivoli civili e militari, sostiene che mentre la prima si era “completamente arrestata”, le altre due avrebbero proseguito senza apprezzabili variazioni di velocità.

Dopo aver sostato per un tempo fra i tre e i sei secondi quella immobile avrebbe effettuato “una  manovra di volo ad altissima velocità”, comunque superiore di due o tre volte rispetto a quella della fase precedente. Avrebbe compiuto due looping completi (l’acrobazia aeronautica nota anche come “giro della morte”) e sarebbe andata a riunirsi “in formazione” con le altre due luci.

Nel momento in cui il gruppo si riformò, le tre luci avrebbero aumentato “di scatto la propria velocità”, senza alcuna accelerazione, in modo istantaneo (qui il testimone dichiara in modo senz’altro iperbolico che a quel punto dovevano andare ad “oltre i diecimila chilometri orari”) percorrendo una traiettoria diagonale ascendente che le avrebbe portate ad allontanarsi rispetto al punto di osservazione dei testimoni sino a sparire verso nord-ovest.

Il testimone ha anche stimato l’altezza sull’orizzonte alla quale dovevano trovarsi le luci all’inizio dell’avvistamento (12°, dunque piuttosto basse) e quella finale (25°, quindi decisamente più in alto nella volta celeste rispetto a prima).

A titolo indicativo si precisa che l’uomo ritiene che i corpi si trovassero “a trenta chilometri” da loro. Il dettaglio è naturalmente del tutto soggettivo e vale solo a trasmettere la sensazione che gli oggetti non identificati secondo lui dovevano giacere in un punto assai distante.

Come sempre, si sottolinea che per il Centro Italiano Studi Ufologici queste notizie hanno carattere del tutto preliminare ed il fornirle non implica nessuna conclusione circa la natura degli eventi descritti.

 

 

Martedì 7 febbraio: conferenza dello studioso del CISU Paolo Toselli a Piacenza

Siete tutti invitati: martedì 7 febbraio alle ore 16.00 lo studioso del Centro Italiano Studi Ufologici Paolo Toselli sarà presso la Biblioteca “Passerini-Landi” di Piacenza (via G. Carducci, 14 – Sala Augusto Balsamo) per la presentazione del libro Fuori rotta, edizioni METI, Torino, per il quale ha scritto il capitolo “Turismo alieno”.

Il saggio è volto ad analizzare genesi e sviluppi delle nuove forme di flussi turistici (che in molti casi si trasformano in pellegrinaggio) in luoghi e siti di tutto il mondo ispiratisi a presunte visite extraterrestri nel presente e nel passato.
Interverrà anche Laura Bonato, curatrice del libro e docente di Antropologia Culturale presso l’Università degli Studi di Torino.

Buone letture/ “Il mistero degli antichi astronauti” – Il nuovo libro dello storico della scienza Marco Ciardi

E’ uscito da pochi giorni un libro che il Centro Italiano Studi Ufologici consiglia al suo pubblico.

Si tratta di Il mistero degli antichi astronauti, edito dalla Carocci di Roma (pp. 220, Collana Le Sfere, euro 19,00), ed è l’ultima fatica del prof. Marco Ciardi.

 

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Ciardi è professore associato presso il Dipartimento di Filosofia e comunicazione dell’Università di Bologna, dove ha la cattedra di Storia della scienza e delle tecniche.

Non è certo nuovo all’interesse per l’anomalistica e – nell’ambito della storia delle idee – a quello per mitologie che sovente si sono incrociate in modo importante con l’immaginario che avvolge il problema UFO. In questo senso si era occupato finora in primis di quello relativo ai “continenti nascosti”:  fra le sue pubblicazioni recenti, infatti, c’è anche Le metamorfosi di Atlantide. Storie scientifiche e immaginarie da Platone a Walt Disney (Carocci, Roma, 2011; 2° ed. 2016).

Ora però Ciardi ha fatto un passo in avanti decisivo verso il “nostro” argomento. Nel suo nuovo volume si occupa a fondo dello sviluppo e di alcune linee portanti di una delle componenti fondamentali della mitologia occidentale contemporanea: quella cosiddetta degli “antichi astronauti”, secondo la quale nel passato remoto – a volte in un passato esso stesso mitico – astronavi di altri pianeti sarebbero giunte sulla Terra lasciando tracce del loro passaggio ed influenzando in modo determinante l’evoluzione della cultura umana o addirittura della nostra specie.

Per farlo, Ciardi si muove in maniera vertiginosa fra la storia della scienza, delle tecnologie, delle religioni e, passando ai decenni più recenti, della fantascienza e dei media, senza tralasciare l’impatto profondo che queste idee hanno prodotto sulla letteratura, sui fumetti, sul cinema.

Marco Ciardi è anche socio effettivo del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze).

L’approccio del CISU non considera certo gli “antichi astronauti” una priorità di studio. Per certi versi il nostro modo di affrontare la questione comporta una collocazione marginale di miti come questo, visto che esso può addirittura arrivare a prescindere dal vero problema fondamentale posto dal fenomeno UFO, ossia gli avvistamenti moderni di presunte “cose strane” nei cieli.

Il Centro Italiano Studi Ufologici avrà comunque occasione di recensire in modo più approfondito questo importante volume che contiene diverse parti concernenti in modo diretto l’ufologia.

Fenomeni luminosi causati da lanci missilistici: le analisi

Esiste una categoria molto particolare di avvistamenti di presunti UFO dovuta a una causa che in Italia si riscontra di rado – ma fu più presente in passato – e che invece oggi riguarda diverse aree del mondo.

Si tratta di quegli avvistamenti, di solito di grande spettacolarità, causati dal lancio di missili balistici pensati per usi scientifici o militari oppure di razzi destinati a raggiungere le zone dell’atmosfera più distanti dal pianeta.

Attualmente nella gran parte dei casi si tratta di vettori che servono a mettere in orbita satelliti artificiali.

Gli indicatori generali di questo tipo di causa come spiegazione per gli avvistamenti sono:

  • la presenza di segnalazioni su vasta o vastissima scala geografica in un arco di tempo massimo di un’ora circa (quella che in ufologia si chiama condizione di flap);
  • la vistosità notevole dei fenomeni, che possono avere dimensioni apparenti tali da impressionare i presenti;
  • la permanenza in cielo per tempi prolungati di nubi e di fumi (anche un’ora) e di luminosità (diversi minuti);
  • la varietà e mutabilità delle forme dei corpi, che comunque in molti casi vedono la descrizione da parte dei testimoni di “spirali” o di “anelli” e di “cerchi” magari in espansione;
  • il ripetersi degli eventi in aree geografiche (sia pur grandi) ma tutto sommato predicibili perché molte volte legate alla posizione in cui giacciono rispetto ai poligoni dai quali sono effettuati i lanci.

In Italia un grande evento del genere si verificò il 21 marzo del 1989, quando alla sera in tutta la parte nord-occidentale del Paese ed in Francia si ebbero avvistamenti di un fenomeno luminoso posto verso occidente la cui presenza mise in allarme migliaia di persone. Fu dovuto al lancio sperimentale di un missile balistico francese a raggio intermedio tipo S-3 fatto partire dal poligono della zona del Plateau d’Albion. Il periodico del CISU, UFO – Rivista di Informazione Ufologica se ne occupò nel suo numero di giugno 1989: leggetelo a questa pagina.

In testa alla notizia vi mostriamo una foto di quel fenomeno come fu visto da Acqui Terme (Alessandria).

Più in generale, da noi i numerosissimi lanci di vari tipi di missili e razzi effettuati fra il 1961 ed il 1975 dal poligono sardo di Salto di Quirra  (per non dire di quelli fatti in Tunisia e in Algeria) furono responsabili di casi ufologici di ogni genere in specie lungo le coste delle regioni tirreniche centro-meridionali e nell’intero territorio siciliano. In larga misura ne furono responsabili razzi inglesi di tipo Skylark, del quale vedete un’immagine del tempo scattata proprio a Salto di Quirra.

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Un elenco dei test dal poligono sardo con la loro data di effettuazione è reperibile qui, mentre notizie generali sono sul sito dell’ESA (European Space Agency), dal quale è tratta anche la foto qui sopra.

Adesso lo scettico americano James Oberg, che è soprattutto un giornalista e scrittore che  si occupa di astronautica e di missilistica ma che da decenni scrive di ufologia ha messo a disposizione sul web tre suoi lavori che costituiscono ottime risorse sulla questione.

Il primo, aggiornato alla fine del 2016, è uno scritto di 116 pagine che potete scaricare qui.  Tratta un aspetto particolarmente clamoroso di questo genere di eventi, ossia le manifestazioni che si ebbero nei cieli del continente americano fra il 1971 ed il 1996 a causa dei lanci sovietici fatti con missili della serie Molniya che mettevano in orbita vari tipi di carichi paganti (anche militari) producendo grazie ai loro gas ionizzati enormi nuvole luminose. A causa delle modalità di lancio  e di salita in quota si rendevano particolarmente visibili dal Sudamerica.

Il secondo saggio, invece, è un’analisi recente dell’incredibile fenomeno spiraliforme visto, fotografato e ripreso nei cieli della Norvegia il 9 dicembre 2009. Quella volta la responsabilità fu  il fallimento del lancio sperimentale di un missile balistico intercontinentale navale russo “Bulava 30”, quelli che la NATO definisce SS-NX-30.

Nel suo lavoro, che è qui, Oberg fa notare come il quadro nel quale si colloca una testimonianza recente come quella norvegese sia decisamente diverso da quello dei fatti sudamericani degli anni ’70-’80 del secolo scorso. Videocamere, wifi, smartphone, app di messaggeria istantanea permettono il recupero efficiente dei dati e dunque l’identificazione delle cause degli eventi in tempi assai più brevi rispetto ad allora. Le nostre capacità analitiche hanno dunque subito un miglioramento senza precedenti.

Infine, nel terzo saggio – anch’esso assai esteso (144 pagine in formato ppt) – è presentata parte dei casi di un’ondata classica della storia dell’ufologia, quella verificatasi nel 1967 nell’Unione Sovietica a causa dei test di un sistema missilistico segretissimo e vietato per trattato, il cosiddetto FOBS (Fractional Orbit Bombardment System) con il quale si mettevano in orbita veicoli in grado di manovrare e di rientrare in modo autonomo nell’atmosfera portando con loro testate nucleari.

Uno studio specifico della casistica italiana di questo tipo sarebbe altamente auspicabile anche per le sue implicazioni per la storia della tecnica, della politica internazionale e di quella della scienza. E’ sempre possibile, inoltre – anche se ad un ritmo assai lento – che episodi del genere si ripetano anche nei nostri cieli.

 

 

Strumenti per la ricerca – Tutte le tesi di laurea del mondo sul fenomeno UFO

Fin dal loro nascere, i dischi volanti (e oggi gli UFO, con annessi e connessi) sono stati oggetto dell’attenzione di tesi universitarie, intendendo per tali sia le tesi di laurea, sia quelle di dottorato.

La prima in ordine cronologico fu probabilmente quella di Emil Earl Wennergren, intitolata The ‘Flying Saucers’ Episode, presentata nel 1948 per un Master in giornalismo alla State University of Iowa.

Alcune di queste tesi sono state poi pubblicate dagli autori sotto forma di libro e sono divenute note al pubblico oltre che agli studiosi. L’esempio forse più noto è The UFO Controversy in America, presentata nel 1973 come tesi di dottorato in storia da David Jacobs e poi pubblicata due anni dopo come libro. Tra l’altro, negli ultimi anni, anche la Cooperativa editoriale UPIAR ha pubblicato alcune tesi presentate nei nostri atenei.

La maggior parte invece è rimasta inedita e perlopiù sepolta nelle biblioteche delle varie facoltà universitarie.

Già da diversi anni il Centro Italiano Studi Ufologici, in collaborazione con vari studiosi italiani e stranieri, sta aggiornando sistematicamente un catalogo (e raccogliendo copia, se possibile, presso i suoi archivi centrali) di tutte le tesi universitarie che hanno avuto come argomento gli UFO. L’iniziativa è parte del progetto Science.Cat, coordinato da Paolo Toselli.

Il catalogo, ormai giunto alla sua quarta edizione e aggiornato al gennaio 2017, comprende 283 tesi, di cui 15 italiane.

Rendiamo ora disponibile qui l’intero catalogo predisposto da Toselli (già diffuso nelle precedenti versioni su alcune mailing list specializzate americane, francesi e spagnole) che aggiorna i database pubblicati negli anni scorsi su Internet. Il lavoro è in costante aggiornamento.

Si tratta però soprattutto di un supporto di base per la ricerca. Per questo, il CISU è disponibile a fornire consulenze e consigli a studenti universitari e ricercatori che intendano realizzare tesi triennali, magistrali o di dottorato sui più vari aspetti del nostro argomento.