E’ appena uscito – e potete scaricarlo liberamente andando in fondo alla pagina del nostro sito dedicato alla testata – il numero 3 di Cielo insolito, rivista di storiografia ufologica curata da due soci del Centro Italiano Studi Ufologici, Giuseppe Stilo e Maurizio Verga, specialmente volti a questo genere di ricerca.
Il numero 3, datato gennaio 2017, è in parte realizzato in inglese, conta 36 pagine, è riccamente illustrato e contiene questi articoli:
1966: The scientific controversy of the picture taken by some astronomers at the Kandilli Observatory, di G. Stilo, che discute una strana foto scattata da astronomi turchi;
Aprile 1945: allarme aereo a Caorso, ancora di Stilo, sull’equivoco in cui incorsero alcuni osservatori aerei della Repubblica Sociale Italiana dislocati nel piacentino;
il lungo studio di M. Verga Making the saucers popular – Cartoons and comics in the 1947 press, che offre una vastissima rappresentanza dell’utilizzo massiccio dei dischi volanti nei comics e nelle vignette umoristiche avvenuto già nei primissimi giorni dalla nascita del fenomeno;
infine, ancora ad opera di Stilo, “Arrivano gli italiani!” – 1935: cose strane nei cieli d’Etiopia, sugli avvistamenti di quell’anno nel Paese africano.
Vi invitiamo a leggere Cielo insolito e a diffonderlo fra gli interessati. Chiunque voglia collaborare alla ricerca di fonti d’archivio e di biblioteca concernenti gli UFO e altri fenomeni aerei insoliti può rivolgersi direttamente ai due redattori.
Meno UFO in Italia anche nel 2016: per il quarto anno consecutivo diminuiscono fortemente (del 25%) le segnalazioni di strani oggetti e luci nei cieli italiani, sulla base dei dati raccolti dal Centro Italiano Studi Ufologici (CISU).
Il primo consuntivo dell’anno appena concluso è basato sui questionari compilati direttamente dai testimoni sul sito web del CISU: solamente 187, mentre erano stati 247 l’anno precedente (399 nel 2014, 617 nel 2013 e 964 nel 2012). Un trend chiaramente in forte discesa, per il quale non ci sono ancora spiegazioni.
In base ai dati Doxa, almeno 3 milioni di italiani pensano di aver visto un UFO, ma il numero di avvistamenti UFO in Italia non è costante, e fin dal 1950 ci sono sempre stati anni più ricchi (le cosiddette “ondate”: ad esempio nel 1954, nel 1978 e da ultimo nel 2009) seguiti da altri poverissimi (1955, 1981-82, 1991, 1998).
Sono state fatte varie ipotesi di correlazione tra il numero di segnalazioni UFO e altri fenomeni fisici (vicinanza col pianeta Marte) o sociologici (crisi economiche), ma nessuna è stata confermata nel tempo.
Il CISU, che affronta l’argomento UFO in un’ottica scientifica e non sensazionalistica, fa periodicamente appello ai testimoni di fenomeni aerei insoliti, perché riferiscano le loro osservazioni collaborando all’attività di studio ed ha finora raccolto 25.000 casi di avvistamento in Italia a partire dall’ultimo dopoguerra.
Sulla base delle indagini e delle analisi degli ufologi, oltre il 90% degli avvistamenti risulta spiegabile con fenomeni naturali (meteore e bolidi, corpi astronomici) o oggetti artificiali (satelliti, palloni sonda, fari a effetto laser, negli ultimi anni le lanterne cinesi e i droni) e meno del 10% rimane realmente “non identificato”.
A metà dicembre il GEIPAN ha diffuso alcuni dati riepilogativi della casistica UFO francese raccolta in quaranta anni, secondo i quali sono in costante diminuzione sia l’incidenza percentuale dei casi che rimangono inspiegati, sia il loro numero.
Il GEIPANè il “Gruppo di studio e di informazione sui fenomeni aerospaziali” attivo dal 1977 in seno al CNES (Centre National d’études spatiales) per raccogliere ed esaminare le testimonianze ufologiche francesi, inizialmente pervenute tramite i verbali della Gendarmeria, poi anche direttamente dal pubblico. In quarant’anni ha analizzato circa 2300 avvistamenti, il 10% dei quli sono rimasti non identificati.
La ripartizione nel tempo di questi veri UFO non è però costante e la loro percentuale sembra essere diminuita nel corso dei decenni, passando dal 20% al 2%. Una probabile causa è il forte aumento delle segnalazioni diretta da parte del pubblico, triplicate a partire dal 2007, quando il GEIPAN attivò il proprio sito Internet, con la conseguente valanga di osservazioni di oggetti banalmente identificabili.
Anche tenendo conto di questo minor rapporto segnale/rumore, però, i casi UFO in senso stretto (i “non identificati”) risultano in diminuzione non solo in percentuale ma anche in valore assoluto, dagli 8-9 casi all’anno del periodo 1975-1984 agli attuali 2-3 casi all’anno.
Le ragioni possono essere diverse, collegate al funzionamento del GEIPAN oltre che all’andamento del fenomeno: una classificazione più precisa dei casi, che vengono suddivisi in quattro categorie, sulla base della quantità e qualità dei dati, una miglior capacità di analisi e identificazione delle possibili cause degli avvistamenti.
Dopo 66 anni è stato tradotto e pubblicato in Italia il primissimo libro pubblicato sui dischi volanti, “Flying Saucers Are Real”, originariamente apparso negli Stati Uniti nel maggio del 1950.
Ne fu autore lo scrittore e giornalista aeronautico Donald Keyhoe che, partendo da un suo clamoroso articolo sul settimanale “True”, aveva appunto affermato che “I dischi volanti esistono” e in seguito “I dischi volanti vengono dallo spazio”.
Di Keyhoe, poi anima della maggiore organizzazione ufologica americana (il NICAP) e a lungo promotore di una vera e propria battaglia contro l’Aeronautica Militare statunitense per ottenere il rilascio dei dati sugli avvistamenti UFO, era uscito in Italia solo il secondo dei suoi cinque libri: “Flying Saucers from Outer Space” (1953), tradotto come “La verità sui dischi volanti” (1954). Su di lui si veda il profilo biografico scritto da Edoardo Russo in occasione della sua morte.
L’iniziativa è ora di una piccola e nuova casa editrice bolognese, Providence Press, che del volume “I dischi volanti sono una realtà” ha pubblicato una prima edizione in tiratura limitata.
Dopo una crisi che durava da qualche anno, è fallita la rivista ufologica francese “Lumières dans la nuit” (“Luci nella notte”).
Fondata nel 1958 dallo spiritualista Raymond Veillith, non era all’inizio una pubblicazione sui dischi volanti, ma negli anni ’60 l’argomento UFO prese sempre più piede e già a partire dalla metà di quel decennio LDLN era diventata una delle tre principali rivista ufologiche pubblicate Oltralpe.
A differenza delle altre (“Phénomènes Spatiaux” e “Ouranos”) non era però e non è mai diventata organo di un’associazione, mantenendo invece la natura di impresa commerciale.
“Lumières dans la nuit” non usciva nelle edicole, ma in sostanza è sempre stata distribuita solo in abbonamento postale. Dalla fine degli anni ’60, con il tumultuoso interesse dei francesi per le “soucoupes volantes” , la rivista (condotta in effetti dal redattore-capo Fernand Lagarde) divenne il punto di riferimento di un gran numero di giovani raccolti in circoli locali che si richiamavano a LDLN e (come qualche anno dopo avverrà in Italia per “Il Giornale dei Misteri”) raccoglievano testimonianze di avvistamento, ricevevano una “tessera dell’inquirente”, facevano indagini e le mandavano alla redazione, che le trasformava in articoli.
La copertina del n. 80 di LDLN, uno di quelli usciti ai tempi d’oro della rivista francese.
Negli anni ’70 LDLN divenne sempre più una rivista tecnica, con articoli teorici, analisi e studi da parte dei più noti ricercatori francesi, che adottavano un approccio razionale e scientifico (organizzando serata di sorveglianza del cielo, reti di rilevamento e persino una banca dati informatica). Furono gli anni migliori, anche come diffusione (alcune migliaia di copie) ed influenza sulla comunità ufologica francofona, dando spazio al tempo stesso anche a teorie eterodosse rispetto alla tradizionale ipotesi extraterrestre . Divenne bimestrale nel 1982.
Alla fine del decennio, però, proprio la redazione di LDLN fu l’epicentro del terremoto che segnò l’inizio della crisi: dapprima uno, poi altri redattori, cambiarono drasticamente opinione e, anziché sostenere la natura inesplicata (quando non apertamente extra-umana) dei fenomeni presero a sostenere la cosiddetta “ipotesi socio-psicologica”, secondo la quale tutte le osservazioni sarebbero spiegabili e gli UFO sarebbero in sostanza un mito moderno.
Con la più generale crisi dell’ufologia europea manifestatasi negli anni ’80, per LDLN cominciò la parabole discendente: espulsi gli ufologi “dissidenti” la rivista fu venduta nel 1988 da Raymond Veillith a un ufologo tradizionalista, Joël Mesnard, che ne tentò il rilancio sulla base delle nuove tematiche americane (rapimenti alieni, dischi precipitati, congiura del silenzio), ma un’epoca era finita e il numero di lettori continuò a diminuire finché anche Mesnard gettò la spugna, rivendendola a sua volta nel 2014 a una coppia di appassionati, Sylvie e Laurent Boulanger, che in meno di due anni l’hanno condotta alla chiusura.
Joël Mesnard, che ha diretto “Lumières dans la nuit” dal 1988 al 2014.
Il 6 ottobre i Boulanger hanno comunicato di aver chiesto la liquidazione della società editrice e il 22 ottobre scorso il liquidatore giudiziario ha preso contatti con i pochi abbonati rimasti per accertare i debiti della procedura. C’è ancora chi spera che ci sia qualcuno che rilevi LDLN dal fallimento, ma quasi tutti danno per scontato che il n. 426 (uscito a giugno) sia stato l’ultimo di una rivista che ha fatto la storia dell’ufologia in Francia.
Il 2017 segnerà il settantesimo anniversario del famoso avvistamento di Kenneth Arnold e con esso della nascita dell’era moderna dell’ufologia: forse per celebrare questo anniversario, History Channel ha messo in cantiere il progetto di una nuova serie dedicata alle origini dello studio di questo fenomeno.
Chiamata “Blue Book”, la serie rimanda infatti all’omonimo progetto di ricerca
che l’Aeronautica USA intraprese all’inizio degli anni ’50 per studiare il fenomeno degli oggetti volanti non identificati.
In realtà l’Aeronautica aveva cominciato ad occuparsi di questi misteriosi avvistamenti sin dal 1947, quando diede il via al progetto Sign.
Analogamente la serie di History Channel, che in realtà è il remake di una serie di telefilm assai apprezzata dagli ufologi, “Project U.F.O.”, realizzata dalla NBC ed andata in onda (anche in Italia) nel 1978-79, si occuperà pure degli anni immediatamente precedenti al Blue Book, per un periodo complessivo che va dal 1947 al 1970, ripercorrendo così le tappe dei primi anni dell’era ufologica e degli studi ufficiali che furono messi in atto in America in risposta al “nuovo” fenomeno.
Autore della sceneggiatura è David O’Leary, mentre tra i produttori esecutivi figura Robert Zemeckis, famoso tra le altre cose per essere stato il regista di “Contact” e di “Ritorno al futuro”. La messa in onda su History Channel dovrebbe avvenire appunto entro il 2017.
A seguito di un intervento chirurgico, il 7 novembre è morto a soli 59 anni l’ufologo tedesco Werner Walter.
Dopo un lungo periodo in cui il quadro dell’ufologia tedesca era stato dominato dall’impostazione cultista e filo-contattista dell’associazione DUIST, nel 1976 Walter e il collega Hansjürgen Köhler aveva dato vita al CENAP (“Centrale Erforschungsnetz außergewöhnlicher Himmelsphänomene”), con sede a Mannheim.
Fino al 2007 Walter aveva curato la pubblicazione regolare di una rivistina mensile (“CENAP-Report”), che in oltre 300 fascicoli ha messo a disposizione dei lettori di lingua tedesca enormi quantità di articoli, notizie e studi ufologici di orientamento razionale e scientifico, traducendoli dall’inglese.
Parallelamente, in ambito nazionale aveva avviato un lavoro di raccolta ed analisi della casistica, l’organizzazione di incontri di studio e la costituzione di un consistente archivio. Aveva promosso la prima segreteria telefonica tedesca per la raccolta di testimonianze e il primo sito web ufologico. L’esperienza sul campo l’aveva portato ad affinare capacità e tecniche critiche d’indagine, lavorando all’individuazione di segni prognostici e criteri in grado di condurre ad eventuali spiegazioni convenzionali per le osservazioni di fenomeni aerei insoliti, e diventando nel tempo sempre più scettico. In quanto tale, dagli anni ’90 era divenuto punto di riferimento per i media tedeschi, che lo intervistavano in contrapposizione ad esponenti dei filoni spiritualisti e cospirazionisti.
Con il CISU il CENAP ha sempre scambiato pubblicazioni e materiale (traducendo anche nostri articoli e indagini). Con alcuni membri del CISU e con altri studiosi europei, Werner Walter fu tra i promotori della rete ufologica transnazionale EuroUfo.net.
Proprio per problemi di salute, negli ultimi anni si era sempre più ritirato dall’attività ufologica.